18-21 Ottobre 2017
La mattina del quarto giorno Matte mi porta al mio primo appuntamento con il bla bla car che mi condurrà a Granada, ho scaricato l' applicazione perchè non ci sono altri collegamenti se non in autobus, allungando la strada di quasi il doppio del tempo e Matte mi ha assicurato che qui in Spagna è gettonatissimo e molto sicuro.
Inoltre è un ottimo modo per fare pratica con la lingua e farmi dare consigli su come spendere il mio tempo, da gente che conosce davvero la meta che stiamo raggiungendo. La mia valigia a pois, ricordo di Shangai, inizia a dare segni di cedimento.
Quando arrivo nella città universitaria di Spagna, il cielo stà riversando acqua sul primo strato dei miei indumenti che affiorano dalla cerniera rotta, costringendomi così ad abbandonarla in cambio di uno zaino fucsia Decathlon, con cui proseguirò il viaggio.
Dopo un' assaggio di mare a Barcellona e la pedalata fino alla spiaggia a Valencia non mi aspettavo che il sud mi accogliesse con un temporale, ma in realtà l' autunno è ancora scongiurato, perchè le nuvole lasciano al sole uno spiraglio che a fine giornata fa brillare l' Alhambra sulla sua collina insieme al vicino quartiere dell' Albaicìn.
In ostello faccio amicizia con Maria Inès dall' Uruguay che è qui per un master di un anno che frequenterà a Sevilla. Ci scambiamo un pò di info per visitare la città e un sabato sera andiamo insieme ad assistere ad uno spettacolo di flamenco e poi a cena fuori. Epica rimarrà nella mia memoria la sua risposta sbigottita quando la informa della mia età! "Mentiraaaaaa", mi dice fermandosi in mezzo ad un vicolo male illuminato, mentre cerchiamo il luogo dell' esibizione di flamenco.
Le speranze di visitare l' Alhambra, motivo della mia sosta a Granada, sono pari a zero, in quanto scopro in loco che i biglietti sono esauriti almeno per le due settimane successive. L'unica possibilità, mi dice la banconiera dell' ufficio governativo, è collegarsi a mezzanotte al sito ufficiale, perchè quello è l'orario in cui si aggiornano le schede prenotazioni e si può sperare di accaparrarsi un biglietto se qualcuno ha disdetto.
Sono scettica ma non perdo la speranza, anche se immagino centinaia di persone in attesa dietro i display con la stessa mia intenzione. Invece a mezzanotte e quattro minuti riesco a conquistare il mio biglietto e non posso dire quanto mi senta galvanizzata da questa impresa unica! Mi fermo quindi una notte in più e alle 10 mi presento puntuale davanti all' ingresso per iniziare la visita ad uno dei luoghi più belli che abbia mai visto in vita mia.
L'arte moresca, o meglio, l'architettura e le decorazioni sono stupende, per non parlare dei giardini, e dei giochi d' acqua che creano riflessi spettacolari.
Il blu del cielo rende tutto ancora più bello. Il luogo è immenso, con una grande quantità di palazzi e patios da visitare, i muri e i soffitti sono finemente decorati con motivi e scritte arabe eleganti e sinuose.
Sono alla costante ricerca della scritta più bella da tramutare in tatuaggio. Dalle terrazze si domina tutta la città nei toni caldi delle sue costruzioni e la sensazione di felicità continua a persistere.
Sento davvero di avere avuto una fortuna enorme a poter godere di questa visita. C'è moltissima gente, ma non esiste un percorso obbligato, a parte quelli all' interno dei grandi palazzi, quindi si può vagare e oziare tra i giardini e le fontane a proprio piacimento.
Quando il sole a poco a poco tramonta faccio ritorno alla mia stanza, dove Maria Inès freme per sapere cosa le aspetterà l'indomani e già le brillano gli occhi solo ad ascoltare i miei stringati racconti, non voglio anticiparle troppo perchè anche lei possa riempirsi gli occhi di meraviglia a modo suo.
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