martedì 23 luglio 2013

Prove tecniche di una viaggiatrice solitaria


Non sempre chi se ne va scappa da quello che non vuole affrontare, a volte fronteggiare certe situazioni è inutile e dannoso a se stessi, nonchè assolutamente superfluo. Nelle settimane scorse mi chiedevo cosa sarebbe successo nel giorno in cui avrei dovuto festeggiare il 3° anniversario di nozze, a sei mesi dal naufragio del mio matrimonio. Ebbene, siccome la data si avvicinava e mi aspettavo qualche mossa atta a procurarmi della sofferenza gratuita, ho deciso che tutto sommato era ora di concedermi una vacanza, dopo questi mesi di faticaccia per rimettermi in piedi sia a livello emotivo che monetario, e non mi congratulerò mai abbastanza con me stessa per essere stata, in questi anni, una discreta formichina, pur non avendo tuttavia mai rinunciato ai piccoli vizi che mi andava di concedermi.
Trovare una meta non è stato difficile, non lo è mai per chi brama partire, perchè la meta non è che una parte del viaggio, che inizia col chiudersi alle spalle la porta di casa e forse non si conclude neanche quando si torna  a varcarla, il viaggio prosegue dentro di noi, perchè una volta attraversata la soglia, pensi solo al momento successivo in cui te la richiuderai nuovamente alle spalle.