venerdì 28 febbraio 2014

Risoluzione dei problemi #Augusta#W.A.#Hamelyn#Cape#Leeuwin#YHA


Con la nuova sicurezza data dall'avere un auto penso di essere pronta a partire per un' altra avventura nei dintorni della penisola di Margaret River, ma in realtà, so bene che finchè non avrò organizzato i passi successivi non mi darò pace e dopo aver girato un pò in tondo mi dirigo verso il centro per trovare risposte ai miei dubbi. Il problema è il seguente, domattina dovrò restituire l' auto, stamattina ho lasciato l' ostello e sono indecisa se andare a nord verso Dunsborough o a sud verso Augusta, praticamente i due capi opposti della penisola.


Questo perchè pensando ai prossimi spostamenti, non è così semplice trovare autobus che proseguano a sud lungo la costa , quantomeno non oltre Esperance, nè oltre Kalgoorlie, verticalmente a nord di Esperance, oltre le quali si estende poi il Nullarbor per migliaia di km.


Nullarbor, che nome emblematico..cosa vorrà dire? Noi discendenti del sacro romano impero non abbiamo problemi a intuire che trattasi di una distesa enorme di terra arida senza alberi, sicchè,io avrei tanto desiderio di scendere fino al capo in fondo alla penisola e poi costeggiare il sud tra Denmark, Albany ed Esperance, ma ammesso che trovi gli autobus che mi ci portino, poi, che faccio la stessa tratta indietro fino a Perth? No escluso, l'unica è raggiungere Kalgoorlie e prendere un treno, che però a causa della vastità del continente si ferma in città solo una volta alla settimana e il biglietto per superare il Nullarbor e raggiungere la civiltà ha un prezzo folle: capirete che per coprire le spese di una ferrovia che taglia trasversalmente il paese da una costa all' altra i prezzi dei biglietti debbano essere esorbitanti, poi all' interno ci sono cuccette da re e sedili che si ruotano di 360° per guardare dal finestrino, ma ho idea che il Nullarbor non offra scenari molto variegati!


Quindi? L'alternativa è fermarmi finchè sono in tempo qui a Margaret, girare i dintorni ancora oggi e rientrare a Perth in autobus per noleggiare un' auto più economica, trattandosi di una grande città, avendo così anche la possibilità di lasciarla un mese dopo direttamente a Melbourne, mia destinazione finale prima di volare in Nuova Zelanda.


Purtroppo anche questa scelta si rivela impossibile a causa del periodo troppo lungo e della data di ritiro del mezzo troppo imminente..un bel problema, ma ehi, se c'è una cosa che ho imparato nell' ultimo anno è che non mi faccio abbattere per così poco, i've been through so much shit, quindi, ad ogni problema, una soluzione, ed ecco che arriva! Torno all' autonoleggio decisa a tenera la macchina per un' intera settimana, il simpatico pelatone australiano non obbietta quindi pago la differenza e me ne vado con il problema risolto, andrò a sud fin dove arrivo e poi tornerò a Margaret a lasciare la macchina, prenderò il bus e tornerò a Perth, a questo punto però, avendo già visitato quello che mi interessa bypasserò il Nullarbor via aerea per ripartire da Adelaide con una nuova macchina alla volta di Melbourne...mi piace già!


Viaggio quindi verso sud, direzione Augusta, lungo la strada mi fermo a Hamelin bay, incantevole spiaggia bianca, dove pare si possano avvistare le mante, raccolgo il mio secondo sacchettino di sabbia, dopo Cottesloe, mi tuffo nell' oceano per rinfrescarmi e poi riparto verso Augusta, cittadina di mare e lago davvero piccola ma molto carina, una strada in mezzo alla vegetazione fitta porta fino al faro di Cape Leeuwin, sul lembo di terra più a sud della Penisola.


Un uccelletto nero e bianco con una coda dritta a ventaglio si ferma sulla staccionata di fronte all' ingresso della camminata al faro e poi incuriosito mi viene tra i piedi, ogni 2 balzelli muove la coda a destra e a sinistra come un bimbetto vergognoso con le mani dietro la schiena, penso di passare la notte in auto, poi mi guardo nello specchietto e mi mando in culo da sola, e faccio bene, trovo l'ostello più bello mai incontrato finora..due fette di bacon, un formaggio alla cipolla rossa, quattro fette di pane col sesamo e due birre Hahn Superdry con tanto di domanda sportiva dietro il tappo:" quale cavallo ha vinto per ben due volte la Melbourne Cup non consecutivamente?" (al vincitore un piccolo cadeau dalla terra dei Kangaroos)


giovedì 27 febbraio 2014

I've got a #car..#lakecave and #Yallingup


26 Febbraio
Questa mattina mi sono svegliata ottimista e come prima cosa ho inforcato la bicicletta e ho pedalato velocissima fino all' autonoleggio, ed ecco li, una bella piccola bianca Kia Rio appena rientrata! Me la sono aggiudicata grazie al mio charme italiano, e anche grazie al fatto che la pago il doppio di quanto la pagherei alla Budget o alla Hertz se questa fosse una cittadina un pò più grande, ma cmq, l'importante è avere un auto, anche perchè il mio deretano non sopporterebbe un altro giorno di sellino!

Parto super gasata verso sud, voglio andare a visitare una grotta delle tante che ci sono da queste parti e scelgo la Lake Cave, perchè pur essendo la più piccola, pare abbia un' ingresso incantevole alla Tolkien..ovviamente per me questo è sufficientemente convincente.


Dal visitor centre si scende una scala che si farà maledire al ritorno, ma per ora è come entrare in un enorme buco al centro della terra, un buco circolare rigoglioso di alberi che hanno dai 200 ai 500 anni. Se non ho capito male la grotta è stata scoperta per caso dalla figlia dei primi pionieri della zona, ma da allora al momento in cui è stata finalmente esplorata sono passati 30 anni! Si accede tramite una scaletta di ferro stretta stretta e molto ripida, tipo quella per accedere alle piramidi e una volta in fondo, con un magnifico gioco di luci vengono illuminate le varie zone che andremo a visitare una dopo l' altra.

La grotta ha il suolo coperto di acqua e oltre a non farsi mancare stalattiti e stalagmiti ha un particolarissimo " tavolo sospeso", che pare essere presente solo in due grotte in tutto il mondo..l' altro ce l'hanno i francesi, (che poi si sa..la metà delle bellezze che mostrano al pubblico non sono manco le loro..chiaro riferimento alla Gioconda di Leonardo esposta al Museo del Louvre) trattasi di un ripiano creatosi nei secoli dal gocciolamento delle stalagmiti proprio alla base di queste ultime ed allargatosi nel tempo fino a diventare quella piattaforma che è oggi e che rimane in maniera così scenografica sopra il livello dell' acqua, sulla quale si riflette grazie al sapiente posizionamento dei faretti lungo la passatoia.


Non è mancato il quiz per indovinare a quale animale assomiglia questa o quella concrezione illuminata dalla torcia della guida.
Lasciato il buio delle profondità della terra, ho decisamente cambiato direzione per dirigermi tutto a nord, verso Yallingup, all' interno di un parco naturalistico caratterizzato da una vegetazione rigogliosa, rocce rosse e spiagge incastrate in un territorio lunare da scoraggiare la maggior parte dei turisti ma non una capra di montagna come me!


E infatti, la spiaggia è stata solo mia finchè ho voluto goderne, tra sabbia soffice, grandi granchi arancioni incastrati tra le rocce che mi guardavano avvicinarmi con l' obiettivo maledicendomi con quel muover di bocche e "bollicinare" in coro e un grande regalo mentre mi apprestavo ad abbandonare la strada a bordo dell' auto: mi allaccio la cintura, imposto la marcia sul drive e guardo avanti..quella che segue è l' esatta traduzione dei miei pensieri : " ma..c'è qualcosa in mezzo alla strada o sbaglio, ma che cos'è? E' un animale? Un cane enorme? No cani in Australia, un asino? Eppure è beige..grosso felino?? Ma è ferito? E dire che ho pure le lenti..no ma quell' andatura, un canguro!!! Cacchio cacchio..aspetta aspetta...maledetto obiettivo..dai muoviti.." ecco che con tutta la calma del mondo appoggia gli arti più corti sull' asfalto e segue con quelli posteriori, tac, tac, tac, tac..e io sempre li a lottare con la macchina fotografica..il poverino ha anche espletato la procedura in tempi biblici, cosa chiedergli di più, tant'è che entra nella radura, scendo, non me lo voglio perdere, è più alto di me! Per farla breve, mi affaccio oltre la vegetazione ed è li immobile che guarda dal lato opposto al mio, basta inquadrare e poi farlo girare..peccato che la macchina fotografica non vuol sapere di mettere a fuoco...e lui con un balzo se ne va!


Mi viene un pò da piangere, più per l' emozione che per la mancata documentazione del fatto, anche perchè è il primo canguro di questo viaggio e come non apprezzare la magia dell' incontro..solo io e lui..nessun altro in giro.. Australia, io ti amo, ma tu mi sorprendi sempre.


mercoledì 26 febbraio 2014

#margaret river #bike and #ocean


Sicchè, arriva lunedi, dopo una notte movimentata da un incubo sull'ospitalità genovese, ma soprattutto dall' incursione notturna di uno zombie inglese, che tentava di aprire la stanza n°2, dove alloggio io, con Imke e Nina con la chiave della n°17!

Mi sveglio sciroccata, preparo la mia roba e me ne vado alla stazione dei bus sulla Esplanade.L' autista è uno di quegli uomini anziani che fanno tutto con estrema calma e che devono ricontrollare nomi e tabella di marcia mille volte, ama la strada, non gli atti meccanici del lavoro. A parte qualche piccola fermata intermedia, cambiamo compagni di viaggio a Bunbury, tra i quali sale anche il maschio australiano tipo (che poi corrisponde in pieno al mio tipo) e poi a Busselton, per poi terminare la corsa a Margaret River, regione delle migliori vinerie australiane, ma anche meta di surfisti in quanto zona parecchio ventosa, dove si generano  onde fra le più potenti dell'intera nazione.

Il mio ostello è immerso nella natura, e lo scopro facendo una maledetta camminata di circa 10 minuti con lo zaino che mi spacca la schiena, noto subito la differenza di temperatura, qui fa freschetto, ci vuole la rebecchina!

La mattina decido che il modo migliore per visitare questa zona è avendo un mezzo, anche perchè autobus non ce ne sono, quindi me ne vado all' autonoleggio, che purtroppo non ha più mezzi a disposizione, ripiego allora su una MTB con le ruote da fuoristrada e parto in direzione della spiaggia, per un pò vado sulla strada, poi capisco che c'è un sentiero di cemento, una piccola stradina, che passa tra gli alberi ed è fatta apposta per camminatori e ciclisti. Il trail corre vicino alla strada principale, ma è ombreggiato e piacevolissimo, mi fermo spesso a fotografare.

Poi cambia colore, a volte cambia carreggiata, passa tra una giungla che porta i segni di un recente incendio, il realtà però c'è tantissimo verde, poi sulla destra si apre tutto e si vede l' oceano, si inizia a scendere e il paesaggio è sempre più spettacolare, la strada rossa, la vegetazione verdissima, il cielo azzurro senza nuvole e il mare blu con le creste bianche delle onde, la bici nera, il sole giallo e la mia pelle che inizia a colorarsi di aragosta!

Penso a stanotte che saranno dolori e mi chiedo perchè mamma mi hai fatto con st pelle che brucia sempre e non si scurisce mai, mentre te e mia sorella diventate tunisine ogni estate? Perchè tra tutte le peculiarità che ha il mio babbo dovevo proprio assomigliargli in questa? Chessò, perchè non i baffi, perdinci! Anyway..è così..intanto scendo verso il mare, il sentiero si interrompe e da rosso che era in collina riprende bianco invaso dalla sabbia, scorre tra cespugli verdi e una ringhiera di legno chiaro, è bellissimo, ogni pedalata mi fermo a immortalare ogni scorcio, poi mi fermo su una spiaggia a riposare per un'ora, c'è vento, si sta bene, che tradotto significa ustione, i granelli di sabbia sono grandi abbastanza da sembrare semi di sesamo e hanno lo stesso colore, per toglierli dalla pelle poi ci vorrà il compressore!

Le onde attraversano l'acqua trasversalmente, sono così grandi viste dalla spiaggia che da vicino devono fare paura, infatti surfisti veri non ce ne sono, solo Kiters, che vengono comunque sballottati in aria con i paracaduti gonfi d' aria.
Ora di rientrare, per oggi sono pienamente soddisfatta, domani riprovo a cercare una macchina, voglio andare a visitare una grotta!


domenica 23 febbraio 2014

Another little piece of my heart


23 febbraio

Una delle mie considerazioni sul fatto di viaggiare da sola è effettivamente stata confermata: è semplice, soddisfacente e necessario fare amicizia.
La cosa che però non avevo considerato è che avendo optato per una soluzione più simile all' avventura che alla vacanza, troppo presto arrivi il momento in cui deciderò di lasciare un luogo per un' altro e con esso le persone che vi ho incontrato, questo sarebbe normale se non ci fosse la componente affettiva a creare già un principio di sanguinamento al muscolo cuore!
Sono in Australia da 5 giorni e già soffro sapendo che domani saluterò qualcuno che non ho mai visto prima e probabilmente non vedrò mai più! wow!
E pensare che c'è chi dice che le amicizie vere sono solo quelle di lunga data, ok, non obietto su questo, forse quella di una settimana non si può neanche definire amicizia, ma se io sento qualcosa allo stomaco, e non è fame, deve essere di certo amore.
Amore è tante cose, è trovarsi affine alle persone, è apprezzarle, conoscerle giorno dopo giorno anche se la frequentazione è a scadenza, come il latte, amore è sfiorare qualcuno e lasciargli qualcosa, un ricordo, un profumo, un momento di divertimento un venerdì sera in giro per il centro di una città che non è la tua ma di cui ti senti parte, mentre canti Enter Sandman con un botolo inglese con la faccia rosa e il naso da porcello, solo perchè gli hai detto che è il tuo secondo James preferito al mondo, dopo Hetfield.
Amore è Nina che trova sempre la cosa giusta da dire anche se non ti conosce affatto, amore è Imka che ha sempre il sorriso in faccia e voglia di invitarti a fare qualcosa, amore è un fottuto Irlandese del nord, con la faccia tonda e la bocca come la fessura di un salvadanaio, che non aspetta altro che finire di lavorare per portarci alla spiaggia a buttarci nell' oceano e fare i tuffi e la lotta in acqua uno sulle spalle dell' altro, amore è un gigante biondo, con il 48 di piede e un cappello da Crocodyle Dundee che fa del suo meglio, e meglio non c'è, per far sentire tutti a proprio agio.

Amore è un belga con gli occhi da italiano con una sensibilità fuori dal comune con cui puoi parlare di qualsiasi cosa, ma che tante volte preferisci non dire niente perchè è un vero piacere starlo ad ascoltare, amore è Alan che ti fa ridere qualsiasi cosa dica, che ha una pronuncia incomprensibile e trasforma la Thailandia nel paese dei giocattoli, di punto in bianco ti tende la mano per abbracciarti e farti sapere che è felice di averti conosciuto. Amore sono io, che amo tutto e tutti e me ne frego se gli altri non la pensano allo stesso modo, perchè ogniuno ha la sua percezione dell' affetto e la mia è infinita, fulminea, indimenticabile, chissenefrega se è unilaterale, chissenefrega se tra due giorni non ricorderanno più il mio nome, io mi ricorderò di loro sempre, come di tutti gli altri che ho incontrato finora.

giovedì 20 febbraio 2014

#Perth, #Cottelscoe: mare,sole e beline


 19 febbraio

 Arrivata a Perth dopo 5h di volo, la mia prima preoccupazione è raggiungere il Billabong hostel, anche perchè sono le 21 passate, sono stanca e ho sonno, la temperatura è gradevolmente estiva con un bel venticello che mi aiuta a sopportare il caldo causato dallo zaino appiccicato alla schiena. Una volta a destinazione il buon cicciobombone della reception mostra subito simpatia per questa "Valantina", quindi in pochi minuti mi introduco nella mia prossima camera in condivisione con una ragazza Olandese di 27 anni, venuta in Australia con il suo ragazzo che dopo due settimane a Melbourne l'ha lasciata e lei è venuta a Perth dove aveva già vissuto 2 anni fa e una ragazza tedesca di 29 che ha passato la vita in un paesino a due ore da Hannover dove il massimo divertimento del weekend era prepararsi per il weekend! Anche lei fidanzata, convivente, poi un giorno si è guardata allo specchio e ha capito che non era soddisfatta, quindi è partita ed è venuta al caldo, lontano dal rigido clima Germanico. E poi ci sono io, la mia storia la conoscete, certo la prima cosa che è saltata lampante agli occhi di tutte e 3, dopo esserci un pò raccontate è che la vita sentimentale è quel che è, sia che tua sia olandese, tedesca o italiana.
Con questa consapevolezza, una torta di ricotta e spinaci e una bottiglia d'acqua, dichiariamo preferibile dormirci su!
La mattina ci si alza all' alba delle 11, c'è un bel sole sparato in un cielo blu limpido e terso e mi vien voglia di andare alla spiaggia, scendo in strada e mi faccio un giro su un bus della linea cat blu, che insieme alla gialla e alla rossa coprono tutto il centro e dintorni gratuitamente (amt del cavolo!). Scendo alla stazione dei treni e prendo il primo per Fremantle, destinazione Cottelscoe, guardo i sobborghi sfilare dai finestrini, le casette, mi vien da sospirare..dalla fermata alla spiaggia devo arrampicarmi per una salita ombreggiata da abeti altissimi, con dei ditoni lunghi e spessi al posto degli aghi, dai rami arrivano gli schiamazzi delle cornacchie e le risposte dei cacatua, poi inizio a scendere e già vedo il mare, la sabbia bianca e una scogliera..quello è il mio posto, come a casa mia!
La pace non dura molto, si fa avanti il primo "rescue sti cazzi insurance di sta cippa safety control", 'tacca bottone: di dove sei, come ti chiami, cosa fai qui, viaggi sola, per poi informarmi con un sorrisetto malizioso che i ragazzi australiani sono pericolosi..subito dopo, da buon babbalone mi invita a fare una gita in barca per il giorno seguente, ma ciccio, sono italiana, mica una belina, "eh no Clayton (che nome di merda!), mi hai appena detto che the australian boys are dangerous!", mi mostra l'anello, come se il fatto di essere sposato l' avesse frenato dal propormi di prendere il suo numero di telefono, sposto lo sguardo, chiaro segnale che non hai la mia attenzione, quindi, se capisci un pò di psicologia o il tuo orgoglio di maschio si sente un minimo intaccato, gira la canoetta gialla e rema vigorosamente verso altri lidi, così fa, non prima di aver torto il collo per chiedermi "don't you really want my number?".
Mezz'ora, e arriva il collega, sulla 30ina, biondo, stesso iter, ma senza conversazione, troppo giovane, manca ancora di malizia, nuota nuota nuota sotto il mio scoglio, guardo altrove, finchè..minchia, non è la mia bottiglia quella che galleggia in acqua?! mi tuffo, a sorpresa, lo faccio apposta, quello si caga addosso e riemerge come una paperella di gomma..me la rido e poco dopo getta la spugna, non prima di avermi fatto vedere come è bravo a tenere in verticale la canoa con la forza delle chiappe sode, si imbertuela da un lato e si sloga il collo per scrollare via l'acqua dalla bionda chioma, come diceva Shania Twain? You don't impression me much! L' ultimo avventore ve lo risparmio, un serbo con tatuaggi da galeotto di nome Grade la cui filosofia è non insistere, se si fa è perchè si sente qualcosa e ci si diverte, se uno dei due non è a suo agio non ha senso, bene , condivido, peccato che me lo ripete 4 volte prima di afferrare che non cerco compagnia, ne voglio essere accompagnata al treno.
Il sole sta per tramontare, la spiaggia è bellissima ora, mi viene un pò di quella quieta nostalgia di quando passavo quelle due settimane intere a Deiva da piccola, quel senso di pace misto a malinconia percorrendo il caruggetto che mi riportava all' appartamento di Olly e Virgy, zii adottivi, topini dei denti, fumatori incalliti..non si diceva una parola, ma i pensieri che si formavano uno dopo l'altro senza un filo logico facevano più rumore di tante chiacchiere, rimanevo così, in un muto silenzio angosciato, stanca, salata, rispondendo a versi, infastidita dalle domande che mi facevano i grandi, che interrompevano il mio dissertare mentale e mi riportavano coi piedi per terra. Mi godo un pò la passeggiata cercando di fissare ogni immagine di questa cittadina balneare, poi rientro a Perth, c'è il Fringe festival, ho voglia di vedere qualche spettacolo, per scrollarmi di dosso la malinconia dei tempi andati con una risata, mentre davanti a me c'è il cartellone di uno spettacolo che tratta dello scorrere del tempo, mi siedo nell' arena, un pirata pianista sta musicando in tempo reale un film di Chaplin, chiedo da accendere ad una coppia, lui è una di quelle persone belle, si capisce subito che vive sempre col sorriso, lei è timida, lui è Tom, lei è Tamy,me lo dice come a farmi notare " non è pazzesco?", voglio farti felice, gli dico " well, so we're Tom, Tamy and Tina! Il suo stupore è alle stelle, poi succede una cosa molto bella, almeno per me in quel momento, tira fuori un diario dove tante persone di tanti paesi gli anno scritto ti amo nella loro lingua, lo trovo adorabile, è proprio quello che mi aspettavo da uno come lui, metto il mio sigillo volentieri, contenta di aggiungere un pezzo alla sua collezione, poi vado via e mentre mi allontano la voce di Tom, che spiega a Tamy da che posto lontano arriva quell' amore..

Last day in #Singapore - Botanic gardens


17 febbraio

Ultimo giorno a Singapore, domani pomeriggio sono in
volo alla volta di Perth-Western Australia, mi sveglio
con calma nel mio dormitorio da 8 diventato da 1, ed
esco in direzione Giardini Botanici ( le ex colonie
britanniche sono sempre fedelmente strutturate come la
regal madre patria! ). 
Colazione da passeggio a base di
croissant gigante e un' orribile bottiglietta di thè
freddo al ginseng che mi stronca le papille ad ogni
sorso. Mi guardo in giro perchè sia vietato mangiare e
bere in stazione, sui treni certamente, l'ho letto, poi
ci sono tante cose da evitare, pena multe salatissime,
eccone un' assaggio: sul suolo di Singapore è vietato
fumare se non nelle zone consentite, è vietato
importare, commerciare e masticare chewing-gum, questo
perchè al govrno costava troppo in fatto di pulizia
stradale, ma chiudono un occhio per i turisti, a patto
che il quantitativo in loro possesso sia molto
limitato, è vietato sputare per strada, raccogliere
fiori e dimenticare di tirare lo sciacquone dopo aver espletato i propri bisogni!
Dopo il regolario sono finalmente arrivata a
destinazione, il giardino ha tutta l' aria di essere
immensamente esagerato ed infatti non deluderà le mie aspettative, entro alle 11 e vi rimango fino alle 17:30, stremata, senza più la forza di camminare, con i piedi devastati dalle maledette infradito di Decathlon!
Inseguo con l'obiettivo che mi hanno regalato i miei amici del volley un merlo indiano nascosto tra i rami di un albero di bouganville, saltella da una parte all' altra sempre più su per sfuggire all' inquadratura nel groviglio di rami, poi si ferma a guardarmi, fischia, inclina la testa da un lato e guarda cosa faccio, nel frattempo arriva un coleottero nero che si abbraccia a un grosso stelo e sballonzola su e giù, fa frullare le ali per mantenere l' equilibrio mentre la corazza brilla al sole tra sfumature di blu. 

Mi addentro nel giardino tra sentieri di piante tropicali, passerelle di legno circondate da felci di ogni tipo e misura, viola, verdi, fiorite e sfrangiate, con foglie sottili come spade o larghe come lingue di dinosauri.
Dall' alto di un sentiero vedo un palco per spettacoli musicali
che si affaccia su una palude di ninfee e fiori di
loto, della circonferenza di un ombrello aperto, con
fiori rosa  bianchi grandi come teste e gambi più
grandi di un mio braccio, spettatori d'elite delle
serate sinfoniche, una tartaruga prende il sole su una
foglia galleggiante mentre carpe maculate nuotano nell'
acqua melmosa. circumnavigo un laghetto pieno di
tartarughe che sguazzano insieme ai loro piccoli, un
uccello dalle zampe a bastoncino e il becco a spillo
scende in acqua a farsi fotografare.






Torno tra la vegetazione, tra piante di zenzero di ogni qualità provenienti dalla parte sud dell' emisfero, dall' america latina all'oriente, entro nel regno delle orchidee, io che in due settimane sono riuscita a far fuori quella lasciatami in custodia dalla Bitossi, mentre ignara faceva il pieno di pollo e riso in Indonesia, non penso ad altro guardando queste "parenti" rigogliose con senso di colpa, poi in pieno delirio da disidratazione un' orchidea ridens mi convince della mia innocenza, imputando ogni colpa all' ambiente malsano del vecchio posto di lavoro che ho lasciato a luglio, liberandomi da ogni responsabilità..cerco un distributore di bibite, è meglio! Raggiungo un secondo lago e un vecchio Sampei mi indica un lucertolone nell'acqua a caccia di uccelli, sarei già abbondantemente soddisfatta ma il giardino ha in serbo per me altre sorprese, un varano al sole sopra un muretto di mattoni, un uccellino         
giallo che torna a sfamare la sua prole in un nido a bozzolo che pende da una pianta grassa, tante farfalle colorate che mi svolazzano davanti, cigni, scoiattoli e gallerie di piante che sembrano capelli. 









Distrutta mi trascino verso l'ingresso della metropolitana, ma ogni passo c'è qualche nuovo sentiero che mi fa deviare e mi allontana dall' uscita per mostrarmi ora una foresta
pluviale, ora una selva di rampicanti. Mi impongo di
mantenere la via dell' uscita e miracolosamente riesco
a raggiungere il mio ostello sulle mie gambe..domani
Australia..ancora una volta..tanto aspettata e quasi
raggiunta..a tra poco Perth..

lunedì 17 febbraio 2014

#Marina bay #garden by the bay and #Chinatown


La prima mattina Singaporense mi trova sveglia già alle 7:30, ma siccome questo viaggio non è come gli altri, con i minuti contati e il programma impostato su " VAAAAI!", me la prendo comoda, ancor più che ho il mio solito problemino del mal di terra che mi si ripropone ogni volta (certi svarionazzi mentre sono per strada che mi sembro una partoriente)..quindi, esco per le 9 e mi dirigo verso la fermata della metro di Lavender in direzione Raffles Place, alle spalle della Baia da cui ammirerò lo skyline della città.
Nonostante il caldo la passeggiata è stupenda, la città è ordinata e pulita e mi trovo a camminare notando il gradevolissimo silenzio che mi circonda. Attraverso il fiume, prendo il sottopasso oltre il museo che propone statue e manufatti dell' antica Sumatra e di fronte a me, dall' altra parte dell' acqua, alta nel cielo c'è un' astronave parcheggiata su 3 grattacieli un pò incurvati da tanto peso, se ciò non bastasse a farmi cadere la mandibola, l' astronave è anche un magnifico giardino pensile, ne vedo le palme da qui!
Ruotando di 180°  sulla mia destra una selva di grattacieli, capeggiati  dallo spruzzo continuo che fuoriesce dalla fauci del Merlion, il simbolo di Singapore, eretto nel 1972 dal primo ministro, quale accoglienza alle genti in arrivo via mare, un pò come la statua della libertà, anche se le dimensioni sono decisamente diverse..Merlion, come intuibile, è una parola formata da due, la crasi quindi, della parola inglese MERmaid ( sirena ) e LION come si evince dalla foto sotto.
Ancora una fermata di metro, scendo a Bayfront e mi dirigo verso i giardini: lo spettacolo è veramente unico, dopo una passerella tra fiori tropicali mi trovo davanti al lago delle libellule, per inoltrarmi tra le bouganville, piante di ibisco con fiori rossi e gigli bianchi di palude, in alcune zone, sopra la mia testa è tutto un intreccio di strutture viola e fucsia a cui si avviluppano rampicanti che negli anni regaleranno non solo ammirazione, ma anche un pò di sollievo dal sole implacabile. Dopo aver attraversato il giardino cinese con i suoi leoni di pietra a guardia dell' ingresso e quello indiano decorato con elefanti di terracotta, percorro una strada tra le palme che mi portano a raggiungere un prato rialzato con un bambino tutto bianco che gli gravita sopra, leggo sul cartello esplicativo che è un monumento alle tante culture e razze che popolano la città di Singapore.
Nel cielo ora vedo anche le "corolle " di tanti alberi di metallo con una passerella gialla sospesa che gli passa in mezzo e poi dietro ancora il complesso dei 3 grattacieli incurvati con tante bouganville ad ogni piano, e la navicella pensile che mi ricorda tanto "Laputa, Castello nel cielo", bellissimo lungometraggio del genio di Miyazaki.
Giro giro in lungo e in largo, guardo anche un pò i Singaporensi che vengono qui a passare qualche ora, a sdraiarsi su un prato, guardo turisti di altri paesi e loro guardano me, tanti orientali, da ogni parte, Cina, Giappone, Malesia, Filippine, Corea, Indonesia, India, inizio a distinguere i tratti somatici, poi quando mi scarica la macchina fotografica rientro in Ostello, distrutta e puzzolente, per scoprire che nella mia camerata da 8 sono rimasta l' unica ospite! Eppure giuro che la puzza di piedi non era la mia! Vabbè poco male, vorrà dire che mi alzerò più tardi!
Mi riprendo qualche ora e poi sono di nuovo in strada verso Chinatown, ai giardini ho scoperto che secondo il calendario cinese questo è l' anno del cavallo e a giudicare dai cartelli pare che fino al 28 rischi di vedere qualche spettacolo di dragoni danzanti. Fatalità, anche il 1978 mio anno di nascita cadeva sotto lo stesso segno, mi sento di prenderlo come un buon auspicio..aver deciso di venire da questa parte del globo proprio nel 2014...wow..fatalità..
 La strada principale è tutto un tripudio di cavallini che volano giù da una pagoda posizionata sul tetto di un palazzo, da piccoli a sempre più grandi, circondati da nastri colorati e una pioggia di yen dorati e la scritta " galoppando insieme verso la prosperità!".