martedì 26 marzo 2019

La mia Tokyo..pensieri e valutazioni sulla capitale del Giappone #tokyo #japan #giappone #odaiba #gundam #


16-21 marzo 2019

Per capire, o quantomeno provare, a capire Tokyo, ci vuole un po’ di tempo e forse neanche basta..non tanto perché le cose da fare e scoprire siano tante (si, è immensa e quindi bisogna dedicargli tempo), ma perché è diversa da tutto ciò che ho visto e ho imparato ad amare finora sul Giappone. Persino Osaka, la patria dello shopping, e Yokohama, la seconda città più popolosa del paese, non hanno niente a che vedere con Tokyo. È diversa. Non c’è altro modo per descriverla, e forse non bisogna neanche provarci a capirla, perché tanto non ci si riesce!


Nei cinque giorni che gli ho dedicato, ho girato in lungo e in largo, con conseguente peggioramento delle condizioni dei miei già afflitti piedi, tutti i quartieri che secondo le mie fonti avessero luoghi di interesse, fossero questi anche solo parchi, strade o persone da incontrare (mi riferisco alle Gothic Lolita di Harajuku e ai Rockabilly di Omotesando). E questo è ciò che ne ho dedotto. Non per forza veritiero, ma solo la mia esperienza.
Tokyo è un grande centro commerciale: in ogni quartiere, stazione, luogo di attrazione ci buttano sempre dentro una marea di negozi. Ma Tokyo è anche stradine secondarie, deserte e silenziose, dove si respira ancora l’aria della vecchia Edo, come si chiamava un tempo.


Tokyo è strade principali enormi, eppure il traffico non si nota. Una cosa che mi lascia perplessa è che continuamente, lasciando la strada maestra per seguire qualche passaggio secondario, si ha l’impressione di aver passato un portale magico, dove macchine e persone sono state risucchiate via. Quando la mattina esco dalla porta dell’ostello e cammino sotto il sole, beandomi del bel calduccio che inizia a fare, mi stranisco di non sentire volare una mosca..anche se sono le 9:30, quindi non molto presto.
A Tokyo, come ovunque in Giappone, il traffico non è determinante, è un dettaglio e non si nota! Inoltre pare che gli automobilisti percorrano solo le strade principali e le secondarie non le considerino, lasciandole alla tranquillità del silenzio e ai camminatori instancabili come me.


Inutile fare i mattinieri a Tokyo, se si va in cerca di colazione ( gli ostelli non la offrono, mai, da nessuna parte in Giappone!!)  perché apre tutto dopo le 9:30..alcuni, i ristoranti o i cafè nei centri commerciali, addirittura alle 11:00, quando aprono le porte dell’edificio. Giusto Starbucks apre alle 9, ma non ha davvero senso la pessima qualità del brand americano, quando il Giappone offre dei Gateau degni di Parigi! La mia pasticceria preferita? Cozy Corner, coi suoi giganti bignè alla panna e crema pasticciera...mmmm!


Tokyo è modernità e stile, afflitta dal consumismo e dai canoni dettati dall’occidente, ma è anche vecchie signore, che la mattina escono a fare la spesa in kimono, e le senti arrivare dal suono degli zoccoletti in legno sull’asfalto..clac..clac..clac..clac..


Tokyo è le visite ai templi la mattina, prima di andare al lavoro, la monetina lanciata nel contenitore di legno dopo l’inchino. È la preghiera scritta sulla tavoletta di legno da appendere alla bacheca, insieme alle altre centinaia di richieste che Cannon deve esaudire, è il capo chino e l’educazione estrema. Tokyo è un robot per il sesso, da chiudere nell’armadio di casa, a soli 300€ il modello base, con la lingua rivestita di tessuto vellutato, perché assomigli a quella umana, è un bar vietato ai turisti, in cui si paga per salire su un finto treno e palpeggiare una figurante, vestita da studentessa. Tokyo è la bambola componibile per soli uomini, per creare la lolita perfetta.



Tokyo è Akihabara, un quartiere di luci e musica, con palazzi pieni di storie e figure racchiuse nei manga, è Shibuya, un quartiere solo per giovani dove si idolatrano gruppi di ragazzine cantanti e si va a fare merenda nei cafè serviti dalle Maid, adolescenti vestite da servette e colf in stile ‘800 inglese, che per mezz’ora sono solo al tuo servizio. Tokyo è l’attraversamento pedonale più trafficato del mondo. È Harajuku, il grande baraccone di Crêpes da passeggio, vestiti assurdi e musicisti stonati sui marciapiedi. È Omote-sando, con le boutique super chic in salita e i vestiti di seconda mano nella Cat Street.



Tokyo è il mercato del pesce di Tsukiji, dove si mangia il sushi più fresco mai assaggiato prima, a prezzi decisamente onesti. È Odaiba, la zona commerciale sulla baia, al cospetto della grande ruota panoramica, di un Gundam di 20 metri per 50 tonnellate e di una piccola statua della libertà di 18 metri, regalo della Francia, come celebrazione degli scambi commerciali tra i due paesi.


Tokyo è grandi parchi, con alberi di ciliegio in fiore, uccellini che saltano di ramo in ramo, facendo piovere petali rosa sulla tua testa, Tokyo é una jungla..di grattacieli e caffetterie.
Tokyo é gente di tutte le etá in visibilio per i personaggi Disney, una intera cittá riversata in un parco a tema. Tutti, nessuno escluso, vestono berretti, orecchie, cerchietti con attaccati Winnie Pooh, Topolino, Peter Pan, maschi e femmine, ragazzi e ragazze, uomini e donne.


Si vestono in gruppo e sono pronti per affrontare la loro giornata in coda: in coda per le attrazioni, in coda per i pop corn, in coda per il bagno. Sono talmente serafici che spesso non si accorgono che quelli davanti a loro si sono mossi, sono andati avanti, e le attese si allungano..ma loro non si scompongono..neanche quando dopo 170 minuti di coda, un ragazzetto arriva al tornello senza essersi preparato il biglietto, cosí inizia a cercare e gli altri dietro aspettano, diligentemente, senza nemmeno un sospetto di scocciatura in volto!


I giapponesi, cosí tranquilli e silenziosi abitualmente, a Tokyo Disneyland si trasformano e si sfogano e urlano e cianciano su tutte le attrazioni, anche le più insulse, come la foresta di biancaneve: una monorotaia per bambini, senza il minimo accenno brivido.
Ma loro non fanno eccezioni, i giochi li fanno tutti, anche se hanno 200 anni..e vestono la camicia di Pippo in coppia con la propria moglie. Io che sono abituata a scocciarmi presto e soffro di queste eterne attese, riesco a fare solo 3 giochi in 8 ore!


E non é perche non voglia mettermi in coda, tanto alternative non ce ne sono..no..é che loro sono troppi. E anche affrontarli diventa frustrante, perché loro, che dovrebbero essere ordinati, a piedi vanno in sciami in tutte le direzioni e tu non sai mai se devi tenere la sinistra o la destra. Quando tenti il sorpasso, perche loro, chiaramente, quando ti stanno davanti camminano piano e si distraggono, stai sicuro che inizieranno ad andare in diagonale, e tu cristerai e maledirai di trovarti in mezzo a tanta gente.


Quando finalmente troverai strada libera e aumenterai il passo, ti punteranno da lontano e dovrai fermare la tua corsa, perche inevitabilmente non sapranno schivarti, perché abituati a non cedere il passo, o distratti dal cellulare, o semplicemente perche loro si muovono in branco e tu sei solo!
La metropolitana di Tokyo é 13 linee infinite, piú svariati treni della Japan Rail che si muovono intorno e dentro la cittá, piú altre svariate linee di compagnie private, senza contare le periferiche. Ingurgita e sputa gente a tutte le ore, tutte in giacca e cravatta e valigetta, tutte in gonna e trench, tutte in divisa scolastica e cappellino. Le attivitá previste sono due: dormire o infilare la faccia dentro il cellulare, che tu abbia 10, 50 o 90 anni.


Sono tutti tecnologici, anche i vecchi, non ne vedo di 60enni che scorrono foto dei gatti come da noi, li probabilmente stanno ordinando alla loro lavatrice a casa di mettersi in moto con il programma delicati per seta. Sui mezzi socializzare poco, il telefono solo in modalitá silenziosa e niente telefonate..l'altro giorno ho visto uno impegnato in una conversazione telefonica, bisbigliava in maniera impercettibile e si copriva la bocca con la mano per non dare fastidio...quasi quasi lo denunciavo!


A Tokyo tutte le commesse ti salutano e ti danno il benvenuto, una dopo l' altra, di continuo, peró non ti parla nessuno. A Tokyo puoi provare a fingerti sperduto, cosicché si sentano in dovere di aiutarti e potrai scambiare due parole con qualche autoctono o con il suo traduttore elettronico.
Tokyo è una marea di musei e centinaia di persone accalcate in una stanza, per vedere la mostra di Hokusai, tutti a ridosso delle pareti, incollati alle cornici, con le audioguide nelle orecchie, si scorre lentamente, ancora una volta in coda, con il latte alle ginocchia e la rabbia per lo scempio di osservare l’arte in maniera così barbara!


Tokyo è cibo, tanto cibo, tutto il cibo, tutto buono, fresco, profumato e gustoso, è l’acquolina in bocca dal mattino alla sera, è il piano ristorante in ogni centro commerciale, più gli svariati chioschi agli altri piani, per non lasciarti mai affamato.


È un’immensa moltitudine di banchi di appetitose pietanze finemente confezionate, da riporre nel cestino della spesa e portarsi a casa. È scatolette di dolciumi e biscotti da comprare ad ogni stazione del treno, come regalo per chi ti aspetta a casa, o da mangiare mentre si viaggia, attività primaria insieme al sonno e al cellulare.


Sono i Mochi glutinosi che ti impastano la bocca, sono la torta dolce al formaggio LeTao di Hokkaido che non ci credi quanto è buona, i biscotti al gorgonzola, le fragole essicate Franz ricoperte di cioccolato bianco, le lingue di gatto al Tè Matcha, le mandorle Meiji ricoperte di cioccolato.
Tokyo è ostelli con camerate da 24 letti su 7 piani dove non vola una mosca, con un tempio scintoista
sul tetto e la città illuminata a 360 gradi, una torre Eiffel rossa e uno Sky Tree luccicante di luci intermittenti.


Tokyo è la mia porta di uscita dal Giappone, un’uscita felice, perché presto mi riaccoglierà per la porta di ingresso! Questa è la mia esperienza, il mio viaggio, la mia visione. Grazie a tutti di avermi seguito fin qui..è tempo di sorvolare le inospitali terre siberiane prima di far ritorno a casa, dove spero mi accolgano il sole caldo e cieli limpidi della riviera ligure ❤️







venerdì 22 marzo 2019

Perchè il Giappone è diverso da tutto quello che conoscete e avete visto finora



Il Giappone è un paese meraviglioso! È sicuro, pulito, semplice da scoprire e funziona tutto benissimo, inoltre non è più il luogo inavvicinabile di qualche anno fa, anzi, per la mia personale esperienza si è rivelato più economico dell’europa e della mia città nello specifico. Ma il Giappone è soprattutto STRANO! Eh si, è divertente scoprire tutte le loro particolarità, e qui ve ne riporto alcune, per farvi venire la voglia di andare a vedere di persona, coi vostri occhi!

Natura:
I Giapponesi hanno il pollice verde, hanno fiori stranissimi e bellissimi e non è vero che si dedicano solo al giardino zen, con la ghiaia perfetta, le lanterne di pietra e i bonsai.


Fanno molto di più! Ogni anno, con l’avvicinarsi della primavera seguono la fioritura degli alberi di ciliegio, che si sposta lungo il paese, l’aria si riempie di petali rosa e i li fiumi trasportano sulle acque, regalando scenari meravigliosi.


Nei secoli gli shogun hanno creato intorno ai castelli giardini meravigliosi per accogliere i loro ospiti, e oggi anche il più scarso dei fotografi può portarsi a casa immagini uniche grazie a quegli stessi alberi in fiore.


Cartelli:
- I Giapponesi amano, sopra ogni cosa, spiegare tutto nel dettaglio: per esempio, come si usa la doccia, dove devi riporre i vestiti mentre ti lavi (c’è sempre una pratica cesta nell’antibagno),  ti invitano a sentiti libero di usare shampoo, bagno schiuma e balsamo che loro hanno messo a disposizione (ma te lo vogliono scrivere casomai non l’avessi capito!), ti consigliano di asciugarti con l’asciugamano quando hai finito e magari di spegnere anche la luce, o in alcuni casi di lasciarla scesa per gli altri ospiti che verranno dopo di te.


Non tutti i cartelli riportano informazioni, alcuni, soprattutto nelle stazioni, illustrano con pratici disegni, le situazioni in cui si può incorrere se ci si distrae o si tengono comportamenti sciocchi e incauti, la realtà è che pare piuttosto inverosimile che certe situazioni si presenti, ma è anche vero che non si è mai troppo prudenti (o sfigati) nella vita!



Bagni:
-Sono ipertecnologici! Non solo hanno il bidet incorporato, ma cortesemente, mentre sei sulla tazza, parte un elegante audio di flusso d’acqua, utile a mascherare rumorini molesti. Se sei uno che apprezza la musicalità corporea puoi manualmente disattivarlo!


-Nei bagni pubblici delle signorine, nelle metropolitane per esempio, c’e sempre un antibagno con sgabellini e specchi per potersi rifare il make up e le giapponesi amano essere sempre ben truccate!
-Hanno la tazza riscaldata! È un piacere sedersi al caldo!


-Alcuni hanno un piccolo lavandino con rubinetto sopra la cassetta dello scarico, così quando “giri”la manovella del flush, il rubinetto si aziona e riempie nuovamente la cassetta.
-Sono sempre puliti ovunque vai, anche nel posto più scomodo e ce ne sono in abbondanza: nei centri commerciali, nelle stazioni, nei templi!


Pulizia:
- Il Giappone è maniacalmente pulito. Difficile trovare un pezzo di carta o un mozzicone per terra. Sono amanti dell’ ordine e dalla simmetria, ciò non si nota solo nei loro giardini, ma anche nella disposizione delle case, nelle macchine parcheggiate, nell’ esposizione della merce nelle vetrine o sui banchi del supermercato.
Ogni ostello in cui sono stata, dal più economico (9€ Ad Osaka) al più caro (27€ a Himeji) è super moderno, tecnologico e impeccabilmente pulito. Le regole sono uguali per tutti: togliere le scarpe nella lobby e lasciarle nell’apposita casellina, sostituirle con ciabattine gentilmente fornite dalla struttura, non parlare al telefono nei dormitori, nè disturbare gli altri ospiti, ne consumare cibo in camera.



Cibo:
- Quasi tutti i ristoranti hanno una bacheca o vetrinetta dove sono esposte le repliche di quello che viene offerto nel menu, ovviamente, il piatto ordinato sarà tale e quale alla riproduzione.


- Il Ramen si mangia solo facendo rumore mentre si risucchiano gli Udon (spaghetti).
- Sono amanti del cibo in ogni sua forma, di qualunque cultura e per questo cercano e riescono a riprodurlo al meglio. In Giappone si va sul sicuro ordinando qualsiasi cosa, che sia una pizza, un piatto di pasta o una torta elaborata.


Indicazioni:
- I Giapponesi sono estremamente gentili e amano correre in soccorso di chiunque armeggi con una cartina in mano o sia visibilmente perso nell’atrio di una stazione.
- A differenza degli altri asiatici, non si sentono costretti a dare un’indicazione anche quando non sono certi che sia corretta, perché il fatto stesso di non saper rispondere è una vergogna che pesa su di loro, perció sono disposti a darla sbagliata, i Giapponesi conoscono  SEMPRE la direzione  corretta!
- Spesso, anche se devono fare altro, quando ti danno un’ indicazione, ti accompagnano verso il luogo designato per mostrarti precisamente dove si trova, oppure, attendono per accertarsi che non ci siano intoppi. A parte questo, che rispecchia le buone norme del senso civico e delle buone maniere, se possono non ti rivolgono la parola, vuoi per timidezza, per senso del pudore o semplicemente perché sono abituati così.


Sessualità: i giapponesi, sotto quell’aria timida e dimessa, così rispettosi e discreti sono fantasiosamente pervertiti! Ad Akihabara, il quartiere elettronico di Tokyo ci sono palazzi di piani e piani di manga e action figures, le statuette che riproducono i tantissimi personaggi dei loro manga e anime. Moltissimi ritraggono le affascinanti protagoniste, in pose provocanti, poco vestite e con l’espressione ingenua.


Perché si giapponesi piacciono così, non ammiccanti, ma ingenue, ignare del desiderio che possono provocare, meglio se studentesse e timide. Il piano interrato di questi edifici è spesso riservato ai manga hard. Trovare una donna che si aggira tra gli scaffali è un fatto fuori dal normale!
Siccome si lavora tanto e tempo libero ce n’è poco, pare che la metà dei giapponesi abbia rinunciato al sesso o alle relazioni sentimentali con il sesso opposto, ma per sopperire ai propri bisogni ci sono i robot, intelligenza artificiale con memoria, per ricordare, personalizzabili per soddisfare i propri gusti, reagiscono al tatto e sono in grado di parlare, adulare e toccare a loro volta.

Hanno genitali bionici e lingue rivestite in tessuto tali da ricordare quella umana, inoltre non necessitano di attenzioni, di inviti a cena e sono sempre accondiscendenti.
L’occidente, qualche anno fa, si sbalordiva di fronte alla notizia che in Giappone esistessero distributori automatici di biancheria intima usata, per la cronaca ormai obsoleti, oggi fa lo stesso con l’arrivo delle Android sex dolls, nonostante a Torino abbia già inaugurato la prima casa di tolleranza con robot del sesso, pare con una fila di prenotazioni da concerto pop!


Ma a molti giapponesi il sesso non importa e comporta tempo e fatica, perché l’eccitazione sta più che altro nell’immaginare..quindi una nuova frontiera sembrano essere le essenze, da annusare e fantasticare: essenza di mutande usate, di liquidi corporei, di calzini sporchi..pare ne bastino poche gocce per una totale soddisfazione. Contenti loro!

Cosmesi:
- Le giapponesi sono matte per il make up, ogni pochi passi troverete quella che da noi sarebbe una profumeria e qui è un mini Mart, tutto esclusivamente dedicato ai cosmetici! C’è di tutto per il trucco, la pulizia viso e la cura della pelle..purtroppo non a prezzi concorrenziali! Per questa ossessione della perfezione hanno prodotti fantastici, dagli shampoo molto cremisi alle creme per la detersione del viso.



Treni:
- Veloci, puntuali, aereodinamici. Linee locali, linee Rapid, linee Super Express! Sono impeccabili, puliti ed extra comodi, possono attraversare tutto il Giappone da nord a sud in sole 7 ore! A chi serve l’aereo!!
- Il personale che attraversa una carrozza, che sia capotreno, addetto al carrello delle vivande o
controllore, quando entra ed esce da ogni carrozza, si inchina verso l’interno della stessa.
- Ad ogni stazione, sul binario, c’è un addetto in divisa blu e guanti bianchi che con il microfono gestisce l’ arrivo e la ripartenza del treno.


- Gli inservienti e chiunque lavori sul binario in cui arriva o transita il treno, lo accolgono a capo chino, in un rispettosissimo inchino finché non si è fermato, o è passato oltre.
- Iubisashi Kakunì: la gestualità continua e ossessiva di puntare il dito indice sulla direzione da seguire mentre guidano (treno, taxi, bus..aereo non ne ho idea ma è probabile!) dritto davanti a loro, poi puntarlo sull’orario di partenza e arrivo alla prossima destinazione, poi nuovamente di fronte a loro. Viene tradotto come checking point for safety control.


Ma i giapponesi non sono solo tecnologia e precisione, ci sono alcune cose di loro veramente fastidiose, eccone un elenco, anche se secondo me, sono sopportabili:

-I bambini giapponesi: sono dei rompipalle. Urlano, strepitano e i genitori non li sgridano mai..un po’
 come i bambini italiani!


-Va bene salutare ogni cliente che entra, ma dopo un po’ basta dai, con questa cantilena continua..”irrashiamaseeee” ogni volta che entri o passi davanti ad un negozio/ristorante. Arigatoooo Todaimasss ogni volta che esci, acquisti o te ne vai. Il tutto ripetuto per centinaia di volte al giorno. Visitare in centro commerciale è una tortura!
Ah, per inciso..e questo non è un difetto, ci sono centri commerciali al cui interno è riprodotta un' ambientazione in stile classico greco romanica, con fontane e statue, palazzi con balconi in marmo e chiesetta di paese!


- Tanto ordinati e precisi nel traffico e nella cura dei giardini e della pulizia, quanto fastidiosi quando camminano per strada. Visto che guidano a sinistra ci si aspetterebbe che per strada camminassero tutti diligentemente in fila, invece non sono in grado di rispettare una comune direzione e siccome sono tanti, o ti accodi a loro e pazientemente ti metti il cuore in pace a seguire il loro andamento lento , oppure ti travolgono. In realtà ti travolgono in ogni caso, attraversando in diagonale se hanno puntato un negozio che gli interessa o perché procedono in direzione contraria con la faccia dentro il cellulare.


-I fazzoletti: sono loro nemici, non li usano, preferendo tirare su col naso di continuo, fino a darti sui nervi, che vorresti avere uno zaino pieno di Kleenex per farli smettere.


-I giovani: quando non dormono o non guardano il cellulare parlano all’infinito, ridendo ogni due
parole, hanno quella sorta di eccitazione infantile che fa emettere gridolini e atteggiare in gestualità isteriche come si vede fare nei loro cartoni animati. Per fortuna si esauriscono in fretta! E cadono nella trance da sonnolenza regalando alle vostre orecchie il piacevole ritorno al silenzio, tanto irreale ma stupefacente delle metropolitane giapponesi.


Dove è obbligatorio non disturbare, quindi non si parla al cellulare, la modalità delle notifiche deve essere silenziata e rigorosamente si devono usare le cuffie..un paradiso dopo l’esperienza degli altri paesi asiatici!




lunedì 18 marzo 2019

kamakura, tra templi, mare e Buddha giganti



Arrivata a Kamakura, mi incammino verso la mia meta notturna, quando vengo investita da una raffica di vento..stupore sulle prime..mi ritrovo davanti all’oceano, più precisamente ad un bel golfo ampio, con tanto di spiaggia e onde per surfisti! E infatti vedo apparire i primi negozi con tavole e mute. Eh già, non mi ricordavo che avrei alloggiato vicino al mare! Raggiungo il Ryonkan tradizionale che mi ospita, mi tolgo le scarpe e faccio scorrere l’ infisso d’ingresso. Tatami soffice, con due tavolini bassi e cuscini per inginocchiarsi. Alla tv accesa, un incontro di Sumo. “ Tadaimà”, dico entrando. Una piccola signora sorridente con una crocchia sulla testa, viene ad accogliermi, parla solo giapponese, ma non sembra preoccuparsi se non capisco. Mi fa accomodare e mi prepara un thè.


Poi mi accompagna in giro per la casa e mi mostra il mio dormitorio, capisco che mi sta dicendo di scegliere il letto che voglio perché intanto sarò da sola! Evviva! Sono talmente stanca dalla levataccia  e dalla giornata emozionante, che faccio una doccia bollente e me ne vado a nanna.
La mattina dopo, sono felice di svegliarmi con il sole che filtra dalla veneziana dietro il mio letto. Il futon era moooolto sottile, ma non sembra aver causato danni alla mia schiena occidentale!
Saluto la mama, mollo il bagaglio e mi dirigo verso la spiaggia per fare un piccolo pezzo nel sole, poi devio e raggiungo il primo tempio della giornata, Hasedera. Ah è bellissimo, ha appena aperto e non c’è quasi nessuno, un bellissimo giardino curatissimo, con ponti scale, stagni e statuette, immerso nel verde.


C’è pure una grotta con tante statue scolpite nella pietra. Qui niente led colorati intorno alla testa degli Dei!! I Giapponesi sono di un’altra razza, e non sono per niente fanatici. Dentro una bella “casetta” in legno , c’e un Rinzo, una specie di più pilastro rotante, su cui è costruita una struttura ottagonale, che raccoglie i libri dei sutra. Alle pareti della casetta invece, ci sono 4 nicchie contenenti 3 Mani-Guruma ciascuna, cilindri di metallo con iscrizioni in bassorilievo, contenenti i sutra, che si fanno ruotare. Si dice che facendoli ruotare, si acquisiscano gli stessi meriti che leggendo tutti i sutra che contengono. Una scorciatoia piuttosto invitante!


A pochi metri da questo luogo, c’è il Grande Buddha, Daibutsu, un istituzione per i giapponesi. È il secondo Buddha più grande del paese, anch’esso in bronzo, dopo quello di Nara, che non ho fatto lo sforzo di vedere. In realtà sono parecchio contenuti, rispetto alle imponenti strutture che ho potuto osservare in questi mesi, tra Taiwan, Vietnam, Cambogia e Myanmar.


Ma ha il suo fascino discreto.
Appena dietro il Kotoku-in, il tempio che lo contiene, c’è l’attacco di un sentiero, piuttosto semplice e veloce, che si inerpica sulla collina, tra alberi con radici importanti e bimbetti con la tipica bombetta blu e la divisa scolastica. Questa cosa delle divise è molto bella e molto sentita in Giappone, ci sono fior di negozi che vendono solo divise e accessori per la scuola. Farfallini di tutti i colori, le classiche casacche nere o blu coi bottoni dorati per i ragazzi, le gonnelline a pieghe e i cardigan per le ragazze. Tutto ha un chè di ordine e cura.


Il Trail, dopo un po’ di assaggio di boschi, finisce nuovamente lungo le strade, circondato da altri templi, dove fare tranquille passeggiate. Tra i tanti che ci sono, seguo le indicazioni per Zeniarai Benten. Qui, presso la fonte che sgorga all’interno di una grotta, si pratica un rituale singolare: si lavano i soldi con l’auspicio che si moltiplichino! Quando entro, osservo alcune persone con un cestino in mano, intente a versare l’acqua sul denaro con il mestolo che si trova alle fonti di tutti i templi. Questo rito, benché possa sembrare blasfemo e poco religioso, in realtà è un atto di purificazione, in quanto il denaro è considerato uno strumento diabolico.


Attraverso una galleria scavata nella roccia, una delle tante che circondano questo tempio nascosto e scendo lungo la strada per uno spuntino in Komachi Dori, una via piena di gente, ristorantini e negozi di souvenirs. Tsurugaoka Hachimagiu è uno dei templi scintoisti più frequentati, spicca sulle scale il suo portale, di colore arancione, come i Torii sparsi un po’ ovunque in Giappone. Chiedo indicazioni per raggiungere il vicino tempio Ennoji e la signora che vende Torii di legno su cui scrivere la propria richiesta, prima di legarla insieme alle altre, dopo qualche secondo mi corre dietro per indicarmi di persona la direzione.



Sono fantastici i giapponesi, se ti danno un’ indicazione lo fanno fino in fondo..perché magari c’è una stradina che ti può trarre in inganno, allora, spesso fanno un pezzo di strada con te, ti scortano, e intanto si parla..con quel ristretto vocabolario inglese, si intavolano discussioni fatte per lo più di versi, perché a loro piace emettere suoni di stupore, o accompagnare quello che dici con versi di comprensione o approvazione. Riesco facilmente ad imbattermi nel tempio che cerco, anche se le scritte sono solo in giapponese, ma è semplice, quando c’è una scala e un portale di legno, intuire che sarà l’ingresso per un luogo sacro. E questo è nuovamente un posto strano, perché contiene le statue dei 10 giudici infernali, che disposti uno di fianco all’altro su tre lati del tempio, hanno l’aria parecchio  feroce e incazzata, con gli occhi fuori dalle orbite e le bocche piene di sdegno. Si dice che sette giorni prima della morte, giudichino le anime di quelle persone che non sono nè completamente buone nè cattive. Uno sembra molto Abatantuono!!


Lungo la stessa strada mi imbatto nel tempio kengoji, il più vecchio dei templi di Kamakura, e poi, proprio attaccato alla stazione, Engakuji, che al suo interno ne contiene altri 14 di templi, tutti bellissimi e con giardini e strutture molto curate, ma io sono davvero davvero stanchissima.


Mi aspetta ancora una bella passeggiata lungo la spiaggia e poi il ritorno in stazione con la valigia per cambiare meta ed approdare a Yokohama, seconda città più popolosa del Giappone, dopo Tokyo, molto rinomata per il cibo..e questo, per me che mangerei ogni momento, è sicuramente un punto molto a favore!