mercoledì 30 gennaio 2019

Genova - Milano - Phu Quok - Yangon


29 Gennaio 2019

Eccomi di nuovo all' alba di una partenza, un bagaglio sempre piu piccolo ad ogni nuovo viaggio, una paura sempre piu grande finchè non é il momento di andare..poi il gelo si trasforma quando ormai non c'é piu tempo, e lascia spazio alla curiositá.
Colazione sul mare, a Sturla, in dolce compagnia, con il sole che illumina le onde e il cielo indaco che ritaglia i contorni dei palazzi..le teste immerse nei pensieri mentre gli occhi si fissano verso l'infinito ad inseguire recenti ricordi..poi é l' ora del treno..intercity 666 direzione Milano.


Prendo con calma la navetta per Malpensa mentre cerco di catturare ancora qualche raggio di sole, prima di chiudermi nel mondo artefatto dell'aereoporto e delle sue luci sempre a giorno.
Check in in 4 minuti, controlli in anticipo e mi imbarco. Il volo scorre tra film e testa che ciondola, qualche turbolenza mi fa sudare freddo ma alle 11 del giorno dopo atterro a Phu Quok, Vietnam, per lo scalo tecnico, dove l' aereo si riempie di anziani e famiglie italiane di ritorno dalla vacanza all inclusive Alpitur.


Ridecolliamo e finalmente é il mio turno di scendere. Faccio comunella con due toscani che in una settimana voglio fare il grosso delle tappe che io copriró in 28 giorni, limite massimo del tempo concessomi dal visto che ho pagato 50 dollari, compilando il form online del sito governativo.
Li saluto e mi dirigo davanti all' uscita 3 della struttura degli arrivi, dove ferma il bus YTB rosso, che per 500 kyats mi porta a pochi metri dal mio hostello.
Si chiama Merchant 501 e pare sia costruito in un edificio coloniale storico, é molto carino dentro, quindi mi sistemo e faccio subito conoscenza con Keiko dal Giappone.


Mentre parliamo di vino, di tannini e Arena di Verona, arriva una nuova ospite, Christine da Hong Kong chre si appassiona al nostro discorso e prende parte attivamente alla conversazione. Keiko dopo un' ora e una manciata di ginevrine alla violetta raggiunge nella lobby un suo connazionale per cenare, mentre io e Christine usciamo per perlustrare la zona alla ricerca di qualcosa di commestibile.


La strada non é molto illuminata e sotto il marciapiede rialzato, ci sono banchetti di uova, verdure e pollo cotto su spiedini di legno. Ci fermiamo nel posto che ci sembra piu accettabile tra i pochi incontrati e ci viene incontro una ragazzina con le guance coperte da una crema di colore giallo a base di estratti naturali. Ci mostra un menú in inglese molto poco descrittivo, cosí ordiniamo indicando la foto di un pollo agrodolce
in bocconcini posta sopra la cucina aperta ( perche dire a vista avrebbe reso un' immagine troppo elegante) , accompagnato da una ciotola di riso bianco.


Come sempre in Asia le bevande non sono contemplate, ma ci portano una tazza di brodo, che non potendo dividere, rimane integra.
La cena termina quando Christine, voltandosi vede sul pavimento una blatta gigante che la punta e corre verso la sua seggiolina. Io per fortuna ho gia finito da un pezzo, perció paghiamo e alziamo le tende. Sulla strada del ritorno si paralizza inorridita, facendo sobbalzare anche me, a causa di un rattone che sbuca da una mattonella bucata. La prendo per mano, attraversiamo la strada semi buia e raggiungiamo in fretta l' hostello.


 Ora che siamo al sicuro possiamo conversare amabilmente con gli altri ospiti senza sentirci lo stomaco aggrovigliato dalla vista della fauna locale.
Per oggi é tutto..domani, con la luce del giorno sarà tutto nuovamente interessante.

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