lunedì 14 maggio 2018

Da Venezia a Barcellona, prima tappa del viaggio in Spagna alla scoperta di Jeronimous Bosch #barcelona #spain #espana #gaudì #parcguell #casabattlò #sagradafamilia #cataluna #barceloneta #tapas #tortillas #si #independencia


Riprendo il racconto del mio tour alla scoperta delle opere di Bosch tra Venezia e Spagna bruscamente interrotto e abbandonato per troppo tempo a diversi mesi di distanza, quindi per comodità apporrò le date all' inizio di ogni nuovo capitolo.


11-15 Ottobre 2017
Termina la mia sete di musei veneziani, biennale e sotoporteghi pittoreschi in concomitanza con una nuova partenza. Dall' aereoporto Marco Polo della Serenissima si libra in volo il mio Ryanair da 9,99 euro diretto a Barcellona, capitale castillana in grande fermento in questi giorni per l' avvicinamento, poi sfumato, alla tanta agognata indipendenza.
Ebbene atterro all' aereoporto El Prat a metà pomeriggio dell' 11 Ottobre e contrariamente alle aspettative fa molto più caldo del previsto; il termometro adiacente a Plaza Catalunya segna ben 25° alle 9:30 della tarde!



Appena emersa dalla metropolitana che dal sottosuolo mi ha portato a Paseig de Gracia, mi colpisce subito la sontuosità dei palazzi. Sono in una zona centralissima, la via su cui si affaccia la famosa Casa Battlò di Gaudì che mi osserva dai suoi strani finestroni.


Il mio ostello stà qualche isolato più in là, in Calle Roger de Lluvia 41, si chiama Barcelona Central Garden ed è al primo piano di una palazzina molto tranquilla. Il posto è bellissimo, mi accoglie Maria, una ragazza argentina molto giovane e minuta con la frangetta corta e dei bellissimi occhi che sorridono. Mi sento già a mio agio. Faccio un bucato e inizio a cambiare l' ordine dei vestiti in valigia per affrontare le nuove temperature.

Esco a perlustrare la zona. La città è chiaramente grande ma non mi da l'impressione di caoticità metropolitana che mi ero immaginata, quindi posso mettere a tacere quella sensazione che mi fa sentire fuori posto che ogni tanto mi assale nelle grandi capitali. Quel che è certo è che dovrò fare attenzione, in quanto appena scesa dall'aereo e salita sulla metro diretta in centro, assisto all' infruttuoso tentativo di furto ai danni di un signore col borsello per mano di una banda di 3 malintenzionati.
Plaza Catalunya è molto carina, con le statue tutte intorno alla fontana illuminata. L'indomani sarà sede di una manifestazione pro indipendenza molto più pacifica di quello che vogliono far credere i media che tentano di terrorizzare il resto dell' Europa. La proprietaria dell' ostello mi racconta, la sera stessa, cosa stà succedendo.

Da quel che apprendo sono moltissimi anni che la Catalogna ambisce a rendersi indipendente dalla Spagna e nonostante il desiderio non sia totalitario, nelle scuole vengono fatte pressioni sui bambini affinchè crescano con un'ideologia distorta e ben lontana dal libero arbitrio. Apprendo con orrore che proprio i più piccoli, più innocenti e manipolabili, vengono spinti a sentimenti di superiorità e insofferenza nei confronti degli abitanti del resto del paese. Mi racconta della nipotina di 6 anni che innocentemente le confida di odiare la sua compagna di banco, perchè la sua famiglia non è catalana, ma di non capire realmente cosa significhi.


La mia interlocutrice mi racconta di come alle ultime elezioni, per raggiungere la percentuale di voti necessaria a far prendere in considerazione la richiesta di indipendenza, si siano unite tre forze politiche in contrasto tra loro: una di sinistra, una di centro-destra e una di estrema destra, la quale ha compiuto atti riprovevoli e minacciato fazioni opposte ed esponenti della legge  per intimidirli e garantirsi un appoggio dettato dalla paura. Pare abbiano anche scoperto che le elezioni siano state effettivamente truccate e la guardia civil risulti implicata.
Questo ha portato comunque ad una situazione di stallo e attualmente, chi vive e lavora nel settore turistico, come i miei ospiti, teme per il peggio e apprende con sgomento la notizia delle oltre 40 grandi aziende che stanno portando via i loro uffici dalla regione.


L'indomani continuo la mia scoperta della città lasciando il centro per raggiungere il Parc Guell, anch'esso partorito dalla geniale mente di Anton Gaudì. In realtà non riesco ad apprezzarlo appieno a causa dell'afflusso eccessivo di turisti e dei numerosi lavori di restauro.

In sostanza è un parco articolato su diversi livelli: quello superiore, da cui parto io è un percorso dal selciato terroso, dal quale si dipanano sentieri e scalette che salgono lungo la collina a cui è adagiato il parco, e formano spiazzi e anfratti riparati da alberi di vario tipo, all' ombra del quale si esibiscono musicisti e pittori. Oppure, da cui si scende sulla grande terrazza decorata con la tecnica del Trecandis, che si compone di cocci di ceramiche diverse negli stili e nei soggetti, tra cui si riconoscono anche pezzi di piattini da the.

La terrazza che attualmente è per metà in ristrutturazione, quindi non calpestabile, offre una bella visuale sui livelli sottostanti a cui si accede tramite uno scalone anch'esso decorato con cocci di ceramica e linee sinuose create da Gaudì per armonizzarsi con la natura e l'ambiente circostante. Precisamente sotto la terrazza si trova una sala di ispirazione greca nel quale sono presenti una "folla" di ben 86 colonne doriche che reggono un soffitto minuziosamente decorato da un infinito mosaico di cocci bianchi, intervallati da rosoni colorati raffiguranti forse scene marine e grandi soli dai raggi triangolari di tutti i colori.


Poi si scende ancora verso l'ingresso inferiore del parco, dove stà una casetta che sembra quella di marzapane con un tetto a punte tutto decorato e il muro esterno di pietra che mi ricorda la pelle squamosa di un drago di argilla.

Sono ufficialmente nell' orario del pranzo quindi scendo a fare un giro al mercato della Boqueria dove si trova un pò di tutto ma non proprio a buon prezzi concorrenziali: i banchi di frutta vendono macedonia da passeggio, le salumerie conetti di jamon serrano e queso, le frutterie di mare cucinano al momento calamari e  spiedini di gamberi.


Verso sera, quando la calca si è dileguata, visito la Casa Battlò, molto bella e riccamente decorata. Certo per l'esorbitante prezzo di 28,50 euro è preferibile vederla di giorno, quando il sole la colpisce per poter godere di tutti i colori e i riflessi creati dalle piastrelle e dalle vetrate. In quel caso però sarà satura di visitatori e non si riusciranno ad apprezzare tutti i particolari.



All' indomani c'è spazio anche per il mare nel pomeriggio di Barcellona, quindi con la Metro mi avvicino quanto più possibile al lungomare per fare una passeggiata e godere del caldo sole che ancora riscalda questa Spagna di metà Ottobre. In realtà sono obbligata a tagliare lungo un quartiere abbastanza anonimo per raggiungere il mare, ma la cosa non  mi disturba più di tanto.



La Sagrada Familia resta fra tutte l'opera che ho apprezzato di più. E' colossale fuori e monumentale dentro. Ricca di particolari, di luci e colori, è una vera cattedrale.


L'afflusso di gente è immenso, nonostante la prenotazione oraria col biglietto viene il pensiero che forse non si riuscirà ad entrare rapidamente, invece l'organizzazione si dimostra efficiente e possiamo in breve rimanere a bocca aperta davanti ad uno spettacolo che non può essere preparato da nessuna immagine bidimensionale vista in precedenza.


Ci si può tranquillamente perdere per ore a vagare a naso in su, tanta è la ricchezza di forme e dettagli e chicche da scoprire disseminate per la grande cattedrale. Tutto è particolare, ricercatezza, luce e maestosità. Uno spettacolo che davvero lascia a bocca aperta per l' immenso prodigio e l' immaginazione creativa e architettonica del grande genio di Anton Gaudì. Qui si entra e si lascia all' esterno tutto il resto: il fatto di essere atei, o più o meno credenti, qui non contano più, qui vince la dedizione di un uomo e la sua idea di fede, la sua visione dell' immenso amore di Dio celebrato con altrettanta magnificenza.


Poi all'esterno, nel giorno della mia visita, c'è un concerto rock molto coinvolgente di brani cult degli anni 80, in assoluto il mio periodo musicale preferito, un bellissimo regalo per il mio ultimo giorno di permanenza, oltre alla piacevole cena organizzata in ostello a base di tortillas (una frittata di uova e patate) e piattini di prosciutto, insalata di pomodori e salmone e altre cosine da spizzicare per entrare in confidenza con il mondo delle tapas.


Ho fatto amicizia con Josè, una ragazzo argentino molto simpatico e dolce che dorme nel letto di fronte al mio. Lui lavora per le ferrovie a Buenos Ayres e stà viaggiando per l'Europa in Interrail. Io invece proseguo il mio viaggio alla volta di Valencia, riservando un posto su un bus della compagnia Alsa che in poche ore mi porterà a casa di Matteo, conosciuto un pomeriggio di Agosto a fine turno, nel ristorante dove lavoro, perchè amico del mio chef.

Nessun commento:

Posta un commento