domenica 24 aprile 2016

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Visto che ancora non mi è riuscito di trovare un lavoro, perchè a quanto pare siamo in stagione bassa, posso almeno dare qualche spunto ed indicazione a chi volesse scegliere Gran Canaria come possibile meta per una vacanza rigeneratrice. Specifico che comunque turisti ce ne sono, sia al nord dove ancora il tempo non è stabile ma che ci ha regalato bellissime giornate di sole con cieli azzurri e scogliere schiaffeggiate dalle onde, che al sud dove il clima è prevalentemente soleggiato tutto l' anno e non si soffrono gli sbalzi termici, se non si considerano le ustioni per la prolungata permanenza in spiaggia.

Il lavoro non si trova in questo periodo perchè gli organici sono più numerosi di quanto ce ne sarebbe bisogno, quindi assumere ora qualcun' altro sarebbe ingiustificato. Comunque, bando alle ciance e andiamo a vedere le zone da non perdere in questa isola a forma di conchiglia.

Oltrepassando Las Palmas, la autopista prosegue verso le coste del nordovest e i paesini del centro, uno dei più carini e caratteristici, parlando di entroterra è sicuramente Teror, noi l' abbiamo scelto perchè da buoni amanti dei film horror ci evocava thrilling e scene brutali, ma in realtà pare sia la capitale religiosa dell' isola..è sempre il contrario di quel che si immagina. Questo pare sia dovuto ad un' apparizione mariana tra le fronde del pino di quella che in seguito è diventata la piazza principale del paese, la Plaza de la Virgen del pino appunto, che ospita anche l' imponente cattedrale de Nuestra Senora del pino.

A parte i misticismi, il fulcro della cittadina, la zona pedonale che si dirama dalla piazza principale dove si consiglia un pranzetto a base di piatti tipici alla economicissima Bar Cafeteria la Plaza, è impreziosito da deliziose casette coloniali alcune anche risalenti al XVI secolo come da targhe su alcune facciate. E se siete fortunati almeno quanto noi, potrete incontrare un pò di folclore locale nei panni di uno pseudo Rocky Balboa sovrappeso, in scarpette gialle, occhiale da sole a mosca e mani fasciate da vero pugile, che accenna qualche tiro di boxe davanti alla cattedrale. La strada che da Teror porta ad Arucas è molto pittoresca e offre la possibilità di scorci impagabili sul mare.
 Se il tempo lo permette regala colori magici che prendono vita grazie alla luce del sole, il verde delle colline si sposerà con l' azzurro del cielo e del mare e qualche sprazzo di viola, rosso e arancione regalato dalle bouganville contribuiranno a fermare nella vostra mente questa discesa. Quello che invece vi ricorderete di Arucas sarà la sua imponente cattedrale gotica, ben visibile mentre ci si avvicina all' ingresso della cittadina e da ogni vicoletto da cui farete capolino scendendo a piedi verso la zona pedonale. Una San Francisco in miniatura per i suoi sali scendi con pendenze allucinanti, offre oltre alla cattedrale, un ombroso giardino dove gironzolare tra scaloni e statue. Spostandosi poi sulla costa e puntando la macchina verso ponente, si può raggiungere in breve tempo il paesino arroccato di El Roque, che in se non è così affascinante dal suo interno, quanto se lo osservate e immortalate dal vicino El pagador, un golfetto con spiagge di pietre e scogli che arginano la furia delle onde, cavalcate da impavidi surfisti.

Con un paio di scarpe da ginnastica si può agevolmente saltellare di scoglio in scoglio fino a raggiungere i flutti in sicurezza oppure costeggiare alcune piscine artificiali racchiuse tra cordoli di cemento su cui improvvisare doti da equilibristi. L' autopista prosegue, si allontana dalla costa e scende in una valle dominata dal Pico de Galdar, fino a concludere la sua corsa a Puerto de las Nieves, pittoresco porto di pescatori con case dai sentori greci, per il bianco immacolato e gli infissi azzurri.

Fermo nel porticciolo il traghetto per Tenerife, aspetta di ingurgitare passeggeri. Questo è un' altro posto dove è bene capitare all' ora di pranzo, grazie al buon numero di ristorantini che si susseguono alla fine della sua  bella passeggiata, il paseo de los poetas.
L' atmosfera rilassante e la quiete fanno di questo posto uno dei più ispiranti e contemplativi di tutta l' isola, soprattutto quando si raggiunge la sua estremità meridionale, sormontata dal Dedo de Dios, un pinnacolo che si innalzava dal mare di fronte alle scogliere, che nel 2005 è stato divelto da una tempesta tropicale come si evince da una raffigurazione del prima e del dopo sul muro di una casetta.
Il dito non è più al suo posto, ma la sua base conserva ancora il vecchio fascino e insieme alla scogliera che racchiude il porticciolo ricreano nel mio immaginario la chiara impressione di trovarmi all' interno di un fiordo, pur non avendone mai visitato uno di persona.



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