mercoledì 30 luglio 2014

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Il gelato di Soia genera incubi notturni.
Ore 3:34, cuore della notte, mi sveglio di soprassalto e cerco di ricordare il mio incubo: ero in Australia, un pò brilla che cercavo di raggiungere il posto in cui alloggiavo, cercavo di ricompormi sbucando da una stradina e trovandomi a dover chiedere un' informazione ad uno pseudo sbirro, o addetto al transito - " il mio ostello, sta dietro a questa via, perchè non posso passare? " , un attimo dopo lui mi scorta lungo la strada verso la mia destinazione, al nostro fianco è comparso un genovese, alto, che però sembra tedesco. L' Australiano tiene in mano un pacco di trofie dono del genovese, blatera qualcosa, è anche un bel figliolo, ovviamente! Ci french kissiamo camminando.
Riemersa dal bacio mi ritrovo davanti ad una tribù indiana che non si sa cosa ci faccia nel bel mezzo di una aiuola australiana lunga e stretta, con tanto di coperte sulle spalle, piume in testa e capo indiano, che tramite il suo vice mi offre una specie di granetto del mulino bianco abbrustolito da cui dovrei tirare una energica boccata di fumo, lo faccio e allora lui rilancia con quella che sembra un' ocarina con una fessura a spicchio su cui sta scritto in italiano "servirsi di un pezzo di peyote ma senza aspirare"..ma cosa vuol dire?! Rimango un tempo interminabile a fissare l' oggetto portomi dal vice-capo indiano senza sapere cosa fare, conscia che non voglio fare esperienze ultrasensoriali, nè trovarmi semi-incosciente alla mercè di indiani che non capisco cosa ci facciano in australia, nè di addetti al traffico australiani anche se un momento prima ci siamo scambiati effusioni in pubblico. E' li che mi sveglio, con l'interrogativo del "cosa faccio?, il capo indiano sarà mica come i Calabresi, che se rifiuti quello che ti offrono si offendono? Rovinerò i rapporti di due diversi popoli dicendo "no grazie"?
E quel che è peggio è che ormai sono sveglia.
Mi tiro su, schiena appoggiata al cuscino e decido di finire il libro che mi fa compagnia tutte le sere per poche righe, prima di vedermi crollare nel sonno profondo, e leggendo la postfazione, quindi solo a pagina 497, mi rendo conto che questo libro parla di me!
" Forse è nel nostro sangue, forse è solo nella storia, certo è che andarsene da qualche altra parte quando il proprio paese diventa intollerabile, o anche solo quando la sponda remota dell' altrove ci sembra irresistibile, gli Americani ce l' hanno nelle vene." - Beh io non sono americana, ma a parte ciò, il resto mi ha fatto svegliare ancora di più - " nell' estate del 1978( toh, un' altra coincidenza..il mio anno di nascita ) seguendo non soltanto un bisogno di parecchi mesi prima ma anche, probabilmente, un' inclinazione ben più profonda che le passate generazioni dei nonni mi avevano istillato nelle vene, ho buttato all' aria quella che allora passava per la mia vita, una cosa che avevo incasinato notevolmente, per andare in cerca di giorni migliori. Virtualmente fallito sia in affari che in amore, ho preso il largo sulla strada aperta. Non c'è voluto nessun coraggio particolare, salvo resistere alle insistenze della famiglia e degli amici che mi pregavano di non "scappare". Partire è stata una delle più facili decisioni importanti che io abbia mai preso. Ma una volta partito, continuare il viaggio fino a fargli raggiungere o una qualche conclusione sensata o un' esaurimento definitivo, è stata una delle imprese più dure che abbia mai tentato.(..)E così(..) alzai i tacchi con l' unico desiderio che la strada mi portasse in qualche modo a una vita nuova, una vita che non mi promettesse ogni giorno ulteriori frutti dei miei fallimenti. Pur essendo partito con l' intenzione di registrare gli eventi nei quali il viaggio mi avrebbe fatto incappare, e con la speranza di scrivere qualche storiella che qualcuno avrebbe potuto pubblicare, prima di tutto volevo mettermi su una strada nuova per seguirla ovunque mi conducesse. (..)Vagando nelle campagne, tentai, inizialmente piuttosto a casaccio, di prendere appunti e scattare fotografie, tuttavia nei tre mesi di viaggio ( oh toh..stessa durata..) fu sempre in me preminente l' antico desiderio di lasciare un vecchio mondo per trovarne uno nuovo. Quando tornai a casa intorno al primo giorno d' estate (aridaje..sono rientrata il 18 maggio!) andai subito a cercare un lavoro che potesse mantenermi durante il tentativo di trasformare un guazzabuglio di note in un libro." Piccolo particolare degno di poca nota..forse.. Lo scrittore si firma William Least heat-moon, ed ha origini pellerosse.....
Di sicuro non mi riaddormento più, la mia testa inizia a pensare..cosa vuol dire questo? Che attinenza ha con me? C'è qualche messaggio nascosto dietro questa scoperta notturna, o piuttosto, dietro questo allineamento di esperienze? Cosa sta cercando di dirmi? Perchè io credo così, credo sempre che le cose non capitino mai per caso, e ogni cosa serva a portarmi da qualche parte, ad un livello successivo, anche le cose che li per li fanno male, o quelle che non vanno come vorrei. Sono solo un passaggio obbligato per arrivare a qualcosa di importante per me.
Forse qualcuno non sarà d' accordo con quello che sto per dire, qualcun altro penserà che è la spiegazione che mi do per accettare la situazione, ma io oggi penso che anche la fine del mio matrimonio fosse un passo obbligato che ho dovuto attraversare per poter trovare la mia strada: io sognavo e rimpiangevo l' Australia, e forse, anche se mi è costato sofferenza e dolore, il nostro allontanamento è servito a darmi quella chance che pensavo di non avere più. Converrete che se fosse davvero così, rinunciare è un concetto inaccettabile a questo punto, voglio dire, se la mia strada fosse quella, vivere la mia vita oltreoceano, visto cosa mi è costato in termini di lacrime, dolore, ansia, notti insonni, interrogativi senza risposta, non posso permettermi di non provarci fino in fondo. Anche perchè solo dopo allora capirò se il mio destino è quello oppure no, e comunque, se non lo fosse, sarei tranquilla perchè a quel punto non avrei più rimpianti, e sarei pronta a ripartire verso una nuova ricerca, finchè non avrò trovato la strada giusta da seguire.
A questo punto, è come se fossi arrivata ad un dunque, come se il cerchio si fosse chiuso, mi sono svegliata facendomi delle domande e ho trovato la mia risposta per stanotte..posso tornare a dormire.

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