lunedì 23 settembre 2019

Inizia il vero viaggio: il Kent da Ramsgate a Canterbury ( al genio di Dickens porto il mio omaggio )


20/09/19

Il mio primo risveglio in terra d'Albione. Porto lo zaino giu nell' ingresso e a piedi mi dirigo verso la Viking bay, c'é ancora un bellissimo sole caldo che fa luccicare l' oceano e si riflette sulle vetrate dei ricchi edifici alle mie spalle. Il mare visto dall' alto, le baiette perfette dove qualcuno passeggia, le cabinette colorate tanto caratteristiche del beach style britannico.


Mi addentro nel piccolo villaggio di Broadstairs, dove alcuni localini servono la colazione, troneggia la casa museo di Charles Dickens nella sua architettura cosi tipicamente local. Raggiungo la passeggiata che punta verso le scogliere di gesso che splendono al sole, passo in mezzo a casette di mattoni, verdi prati spazzati dalla brezza marina e sorvolati dai gabbiani.


Il panorama é perfetto, ordinato, verde, brillante. Il Kent è un posto magnifico dove ambientare romanzi, lo sapeva bene Sir Dickens. Vedo in lontananza il Castello di Kingsgate, che troneggia sul mare, mia meta prima di fare un salto a Margate e infine salire sul treno per Canterbury, dove alloggio in un ostello, fuori dal centro. Quando arrivo il sole é ancora alto in cielo e le stradine piene di pub fioriti e case a graticcio attirano le passeggiate a naso in su.



Adoro questa meravigliosa architettura inglese, le finestrone che vengono in fuori, prismatiche, tutto questo vetro piuttosto che pareti di legno e mattoni ad oscurare la luce e la vista, i ricchi tendaggi, il ferro battuto che decora ogni cosa, le tappezzerie antiche, i pavimenti di legno che suonano e cantano sotto le scarpe. Bisogna per forza farne parte, bisogna entrare e mangiare a questi tavoli, bere appoggiati ai divani impunturati, mentre i cucú degli orologi fanno risuonare le stanze ancora vuote dei vecchi pub. Un piccolo canale trasporta barchini e turisti sdraiati sui cuscini, come se fossimo a Venezia.


Visito la Cattedrale, coi suoi delitti, i suoi segreti, i passaggi nascosti e le porte che si aprono da sole. C'è un gran fermento di abiti talari, durante la mia visita, fugaci e rapidi si insinuano dietro angoli di pietra, si infilano dietro porticine misteriore, scompaiono e riappaiono tra la cripta e il chiostro, come sottili anime erranti.


Quando gli ultimi scampoli di sole illuminano le mura intorno ai giardini, faccio ritorno al mio antico maniero, per pianificare le prossime tappe. La grande vecchia casa che mi ospita é tutta scale, moquette e porticine di misure irregolari, il massimo per addormentarsi tra i lamenti delle pareti di legno e fantasmi di arcivescovi assassinati per ordine del re.


Nessun commento:

Posta un commento