mercoledì 26 settembre 2018

Zaragoza, giornate limpide e ultime riflessioni su 40 giorni di Spagna #zaragoza #spain #espana #spagna #caballito #lonja #nuestrasenoradelpilar #goya #augusto #ottaviano #emperioromano #eltubo #aljaferia #murales



Arrivo a Saragozza in una fredda giornata di sole, l' aria è pungente e taglia la faccia. Ormai è Novembre inoltrato e devo iniziare ad accettare che  il caldo non tornerà indietro. Ho l'indirizzo della mia prossima camera al The Bridge dove dormirò nell' ennesima matrimoniale tutta per me, ma forse, in realtà sarò anche l'unica ospite dello stabile per i prossimi due giorni.


Il proprietario è molto simpatico e chiacchieriamo amabilmente prima che inizi la visita alla città, imparo un sacco di palabrotas (parolacce) , perchè lui, nonostante si scusi, dice che ormai è troppo abituato a parlare male e spesso non se ne accorge.
Parto per la mia visita quando mancano un paio d'ore al tramonto con una mappa che segnerò nuovamente col pennarello rosso di Venezia, al fine di non ripercorrere per quanto possibile, più volte gli stessi tragitti, ma anzi, trovarne sempre di nuovi e alternativi e così scoprire tutto della città che mi ospita.




La prima tappa, raggiungibile a piedi dal mio ottimamente posizionato ricovero per la notte, è la piazza della Cattedrale, molto ampia e spaziosa che ospita il maggior capolavoro della città: la Basilica di Nostra Signora del Pilar, che è stupenda da fotografare a qualsiasi ora del giorno, ma soprattutto adesso, quando il sole esplode prima di tramontare e l' accende di luce divina. Aspetto le tenebre per visitarla perchè come mi ha detto il mio host, dalla cupola il panorama sulla città illuminata è impagabile. Quindi giro intorno alle statue dislocate lungo la piazza, tra cui trovo anche quella di Goya, che ha contribuito a lavorare all' interno della Basilica affrescandone la Volta del Coreto e successivamente di una cupola nella navata nord.


In fondo alla piazza una moderna e bizzarra fontana con cascata, nasconde in parte il campanile della chiesa di San Juan. Ovviamente aggiro la fontana per vedere cosa si cela dietro e scopro che Zaragoza conserva ancora molto del suo passato da colonia romana fondata da Augusto. I resti infatti delle mura di quella che fu Caesaraugusta, fondata nel 25 a.c. sono ancora presenti e ben visibili. Per ingannare il tempo, torno sui miei passi ed entro nella vicina Lonja, palazzo tipico e unico nel suo genere in Spagna, molto amato dai cittadini anche per la presenza sul suo retro del famoso Caballito, una scultura di bronzo che ricorda il fotografo Angel Cordero Grazia, che rimase ogni giorno in questa piazza dal 1925 al 1978 con un cavallino di cartongesso, su cui ritrasse centinaia di bimbi e adulti e a cui la statua dà oggi eterna memoria.


E'arrivato il momento della visita alla Cattedrale, quindi abbandono i bei soffitti della Lonja che ospita un' interessante mostra pittorica e mi precipito dentro la chiesa. Qui, oltre agli affreschi di Goya, sono interessanti da scovare le due bombe inesplose che furono sganciate da un trimotore durante la guerra civile spagnola dai repubblicani della Catalogna e che misteriosamente non ottennero il disastro desiderato, ma solo un foro da cui penetrarono, ancora oggi visibile.
L'addetta all' ascensore che mi porterà in cima alla cupola è molto sorridente e disponibile, ci sono solo io interessata a raggiungere il punto panoramico, quindi, terminata la salita, mi dice dim stare quanto voglio e di bussare sul vetro quando voglio che mi torni a prendere.



Non ho tanta fretta, la vista è davvero bellissima, il cielo si è appena colorato di tonalità infuocate all' orizzonte in contrasto con il blu del cielo e in perfetta armonia con l' illuminazione del ponte che attraversa l' Ebro. Il vento soffia e l' aria è gelida, mi fa un pò impressione essere così in alto senza protezioni. mi guardo intorno dopo diversi scatti, infine busso sul vetro per scendere.


Studio una strada alternativa per tornare in camera, passando a fianco alla SEO, l' altra Cattedrale di Zaragoza, poi mi fermo ad un supermercato per comprarmi qualcosa che mi faccia da cena.
La mattina dopo c'è ancora il sole, quindi percorro una zona pedonale lungo il fiume che passa sotto il Ponte di Pietra coi suoi leoni e di fronte alla Basilica del Pilar che posso ammirare dall' acqua, sono ben vestita e solo la faccia patisce il ghiaccio di questa giornata tersa.




Passeggio fino al parco dell' Esposizione Internazionale del 2008, il cui tema era Agua y Desarrollo, tra i padiglioni deserti e le sculture abbandonate, da qui passo sotto il ponte del terzo millennio e tornando verso il centro mi fermo a visitare il Castillo del Aljaferìa, costruito dai Mori, divenuto poi residenza dei Reali d' Aragona e infine sede dell' Inquisizione.






E' l' ora di fermarsi a mettere qualcosa sotto i denti, quindi percorro le strade del Tubo, un quartiere molto centrale pieno di localini e ristorantini dove si può assaggiare cose tipiche e le immancabili tapas. Io scelgo sempre la modalità Osteria alla buona dal nome "Casa Pascualillo" e anche questa volta non posso esserne delusa, in quanto mangio uno stufato molto gustoso che mi ridà energia per continuare a camminare.


L' ultima parte della giornata la passo alla scoperta dei numerosissimi murales sparsi in giro per la città che non possono che destare ammirazione. Il popolo latino ha una propensione particolare per l' arte figurativa, ma gli ispanici, e con questo intendo anche i messicani e gli andini, per quel che ho potuto personalmente constatare, sono maestri della pittura muraria.








 Anche le giornate si sono accorciate, quindi non vedo l' ora di rientrare in camera per mettermi sotto le coperte e addormentarmi davanti ad una qualche serie tv spagnola, cullata dalla sensualità di questa lingua così affascinante. Domani mi aspetta la tappa conclusiva di questo bel viaggio lungo la Spagna, che mi ha portato alla scoperta di un paese che non conoscevo e forse sottovalutavo. Da Barcellona, mi ha portato tra amici al caldo piacevole di Valencia, ( che spero di ritrovare domani per scrollarmi di dosso l' intorpidimento del nord, quando saluterò per l' ultima volta gli amici, prima di volare verso Torino e poi sferragliare lungo le rotaie fino a Genova ), sfidando la pioggia mi ha concesso di passeggiare tra i giardini della Alhambra di Granada e fare l' ultimo tuffo della stagione a Malaga. Mi ha accompagnato tra le ceramiche della incredibile Plaza de Espana di Sevilla, fino alle mura e alle stradine di Cordoba, mi ha fatto girare tutto intorno a Toledo e correre, emozionarmi e sorridere a Madrid. Mi ha portato lungo le nostre radici di latini, tra le pietre antiche di Segovia e le Università di Salamanca, mi ha mostrato il carattere orgoglioso del nord a Burgos e  il meglio della tradizione culinaria  a Bilbao con i Pinchos e a Donostia nei ristoranti rinomati.



Ci sono ancora tanti posti che mancano all' appello e che sicuramente vorrò scoprire di questa fantastica penisola, tante regioni che per motivi climatici ho preferito tralasciare, ma che non mancherò di visitare nella prossima occasione. Arrivederci Spagna..adesso è ora di tornare a casa..

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