giovedì 20 febbraio 2014

Last day in #Singapore - Botanic gardens


17 febbraio

Ultimo giorno a Singapore, domani pomeriggio sono in
volo alla volta di Perth-Western Australia, mi sveglio
con calma nel mio dormitorio da 8 diventato da 1, ed
esco in direzione Giardini Botanici ( le ex colonie
britanniche sono sempre fedelmente strutturate come la
regal madre patria! ). 
Colazione da passeggio a base di
croissant gigante e un' orribile bottiglietta di thè
freddo al ginseng che mi stronca le papille ad ogni
sorso. Mi guardo in giro perchè sia vietato mangiare e
bere in stazione, sui treni certamente, l'ho letto, poi
ci sono tante cose da evitare, pena multe salatissime,
eccone un' assaggio: sul suolo di Singapore è vietato
fumare se non nelle zone consentite, è vietato
importare, commerciare e masticare chewing-gum, questo
perchè al govrno costava troppo in fatto di pulizia
stradale, ma chiudono un occhio per i turisti, a patto
che il quantitativo in loro possesso sia molto
limitato, è vietato sputare per strada, raccogliere
fiori e dimenticare di tirare lo sciacquone dopo aver espletato i propri bisogni!
Dopo il regolario sono finalmente arrivata a
destinazione, il giardino ha tutta l' aria di essere
immensamente esagerato ed infatti non deluderà le mie aspettative, entro alle 11 e vi rimango fino alle 17:30, stremata, senza più la forza di camminare, con i piedi devastati dalle maledette infradito di Decathlon!
Inseguo con l'obiettivo che mi hanno regalato i miei amici del volley un merlo indiano nascosto tra i rami di un albero di bouganville, saltella da una parte all' altra sempre più su per sfuggire all' inquadratura nel groviglio di rami, poi si ferma a guardarmi, fischia, inclina la testa da un lato e guarda cosa faccio, nel frattempo arriva un coleottero nero che si abbraccia a un grosso stelo e sballonzola su e giù, fa frullare le ali per mantenere l' equilibrio mentre la corazza brilla al sole tra sfumature di blu. 

Mi addentro nel giardino tra sentieri di piante tropicali, passerelle di legno circondate da felci di ogni tipo e misura, viola, verdi, fiorite e sfrangiate, con foglie sottili come spade o larghe come lingue di dinosauri.
Dall' alto di un sentiero vedo un palco per spettacoli musicali
che si affaccia su una palude di ninfee e fiori di
loto, della circonferenza di un ombrello aperto, con
fiori rosa  bianchi grandi come teste e gambi più
grandi di un mio braccio, spettatori d'elite delle
serate sinfoniche, una tartaruga prende il sole su una
foglia galleggiante mentre carpe maculate nuotano nell'
acqua melmosa. circumnavigo un laghetto pieno di
tartarughe che sguazzano insieme ai loro piccoli, un
uccello dalle zampe a bastoncino e il becco a spillo
scende in acqua a farsi fotografare.






Torno tra la vegetazione, tra piante di zenzero di ogni qualità provenienti dalla parte sud dell' emisfero, dall' america latina all'oriente, entro nel regno delle orchidee, io che in due settimane sono riuscita a far fuori quella lasciatami in custodia dalla Bitossi, mentre ignara faceva il pieno di pollo e riso in Indonesia, non penso ad altro guardando queste "parenti" rigogliose con senso di colpa, poi in pieno delirio da disidratazione un' orchidea ridens mi convince della mia innocenza, imputando ogni colpa all' ambiente malsano del vecchio posto di lavoro che ho lasciato a luglio, liberandomi da ogni responsabilità..cerco un distributore di bibite, è meglio! Raggiungo un secondo lago e un vecchio Sampei mi indica un lucertolone nell'acqua a caccia di uccelli, sarei già abbondantemente soddisfatta ma il giardino ha in serbo per me altre sorprese, un varano al sole sopra un muretto di mattoni, un uccellino         
giallo che torna a sfamare la sua prole in un nido a bozzolo che pende da una pianta grassa, tante farfalle colorate che mi svolazzano davanti, cigni, scoiattoli e gallerie di piante che sembrano capelli. 









Distrutta mi trascino verso l'ingresso della metropolitana, ma ogni passo c'è qualche nuovo sentiero che mi fa deviare e mi allontana dall' uscita per mostrarmi ora una foresta
pluviale, ora una selva di rampicanti. Mi impongo di
mantenere la via dell' uscita e miracolosamente riesco
a raggiungere il mio ostello sulle mie gambe..domani
Australia..ancora una volta..tanto aspettata e quasi
raggiunta..a tra poco Perth..

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