lunedì 29 ottobre 2018

La Storia Infinita dell' infinito viaggio per Alishan..ma alla fine il mare di nuvole!


16-17/10/2018
Ci sono solo due autobus che collegano il lago del sole e della luna con la foresta di Alishan, uno alle 8 e l’altro alle 9 del mattino, siccome ieri ero troppo stanca dopo i 33 km di pedalata, mi sono scordata di fermarmi al visitor center e comprare il biglietto, perciò per avere più chance mi sveglio alle 7 per conquistare un posto alla fermata del bus. Ovviamente arrivo con largo anticipo e anche se il bus è molto piccolo rimangono alcuni posti vuoti. 
Mi godo il viaggio sotto il sole, mentre piano piano cominciamo a salire di quota e ad addentrarci nella foresta. Un macaco sulla strada scappa rapido tra gli alberi vedendoci arrivare. Alle 10:30 siamo ad Alishan. Scopro con sgomento che la prima e ultima coincidenza per Fenqihu è alle 14:10! Non ci credo che devo aspettare così tanto. Provo a comunicare con le inservienti del 7-Eleven che ospita la stazione bus, ma non parlano inglese. Con l’aiuto di Google translate riesco a chiedere di poter contattare il mio hotel, ma all’altro capo rispondono solo in cinese, perciò sono spacciata. Ora c’è da spiegare perché non ho optato per il pernottamento ad Alishan, visto che è la porta per molte escursioni nella foresta e per andare a vedere l’alba sul picco del Zhushan: le sistemazioni sono molto costose e questo potrebbe non essere un problema per una notte, il fatto è che pare, dalle recensioni dei viaggiatori, che siano particolarmente sporche e il personale sgradevole. Io preferisco esperienze più piacevoli da ricordare, e immagino che se l’attrazione principale del luogo è vedere l’alba sul mare di nuvole, ci sarà sicuramente il modo per farlo anche alloggiando fuori da Alishan town. Supposizione sbagliata! Ma lo scoprirò solo arrivata a Fenqihu. Con lentezza si fanno le 14:10 e il bus verde, guidato da un taiwanese con tutte le unghie lunghissime ad esclusione dei pollici, parte verso Fenqihu. Mastica di continuo noci di betel, un seme di palma che viene avvolto nella sua foglia e spruzzato di idrossido di calcio. La bocca si macchia di rosso, i denti si scuriscono e procura il cancro a bocca e gola (Taiwan ha il primato in Asia grazie al Betel). Eppure è un must tra autisti, tassisti e uomini in genere. Dopo un’ora abbondante arriviamo a destinazione, il che mi fa già presagire che sarà dura vedere l’alba. Mi informo subito alla stazione del trenino della la foresta che porta ad Alishan, ma la prima corsa è alle 9 ( il sole sorge alle 6:15!), chiedo se c’è un bus, ma il primo è alle 11:30.. sono basita. Posso in alternativa prendere un taxi per 1500 TWD..il bus mi è costato 98! 
Inoltre poi devo pagare la tassa di ingresso al parco 300TWD e il biglietto del Trenino dell’alba (non ho neanche voluto sapere il prezzo). Per fortuna la vecchiuccia host del mio hotel è proprio carina e dolce. 




Con il suo google translate ce la caviamo alla grande, mi fa lo sconto, mi sistema in una stanza con due letti matrimoniali attaccati, quindi ho un enorme letto in cui rotolarmi 4 volte prima di cadere a terra o sbattere contro il muro!



Cerco sulla mia guida un’alternativa perché non mi rassegno a non vedere il mare di nuvole, chiedo alla ragazza che vende cibi inscatolati sotto il 7-Eleven (l’unica che parla inglese) e alla fine decido il mio programma per l’indomani. Mi alzerò dopo l’alba e percorrerò i 4 km che mi separano dal Trail del Monte Datong (1956 mt.), li vedrò comunque il mare di nuvole, anche se da più distante! In realtà poi dei 4 km percorrerò circa 500mt. perché facendo l’autostop arriveró comodamente all’imbocco del sentiero, mi cospargerò di repellente anti zanzare e mi inerpicherò fino alla cima, con il mio passo svelto e la paura che le nuvole di siamo già diradate arriverò a destinazione in 47 minuti; il sole splende, la giornata è tersa, il mare di nuvole è ancora la che aspetta! Lo spettacolo è fantastico!



 E sono qui da sola ad osservarlo dalla foresta, con il silenzio rotto solo dallo strano verso di un uccello nascosto tra le fronde. Fa un verso continuo e stridulo, come un fischio strozzato, un ultrasuono che trapana il cervello. Gli alberi hanno lunghe radici affioranti che pervadono il sentiero, in alcuni casi facilitano la scalata fungendo da gradini, in altri la rendono difficoltosa perche sono ricoperte di muschio e mi fanno scivolare. 



Cambio sentiero, cammino circondata da giganti bambù che arrivano al cielo, qui gli uccelli trapana cervello non ci sono.




 Un bambù inizia a gorgheggiare, sembra che qualcosa si stia abbeverando da un tronco, resto immobile, Orso, cervo Sika, macaco taiwanese..mi allontano senza scoprirlo. Torno in hotel, mi lavo, mi cambio e aspetto l’autobus delle 15:10 per Chiayi, sosta pernottamento prima di ripartire l’indomani per Kaoshiung. La strada lungo la foresta è ancora splendida, appena iniziamo a scendere da Fenqihu le colline si riempiono di piante di tè; siepi, ordinate e perfette lungo le curve della statale, digradanti come i gradoni di un’arena o un vecchio teatro greco. Fantocci colorati proteggono le foglioline da assalti aerei. Un lungo ponte sospeso, come quelli pericolanti che si vedono sempre nei film di avventura in oriente, unisce le due sponde tra gli alberi.
La stanchezza si fa strada a colpi di fitte tra collo e tempie..desidero solo arrivare in ostello e buttarmi sul letto per riaprire gli occhi l’indomani senza il suono della sveglia.

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