mercoledì 31 ottobre 2018

Il monastero di Foguangshang


19/10/2018
Oggi delle tante attrazioni di Kaoshiung non me ne piace una: vado al molo trasformato in distretto artistico, con i capannoni adibiti a esposizioni di arte contemporanea, ma non mi va di pagare il biglietto, per strada fa caldo e sono insofferente. Prendo un trenino a scrocco perchè ho ancora il daily pass della metro e per me, questa, a tutti gli effetti è una metro, perciò mi rifiuto di fare il biglietto. Il trenino non è sotterraneo, quindi gira intorno alla zona portuale che si sta trasformando in un museo avveniristico a cielo aperto e mi permette di osservare le immense strutture in lavorazione. 
Faccio qualche foto ma non sono soddisfatta, così decido di andare al Monastero di Foguangshan, a 25 km dalla citta.


 Mi accorgo da subito che è più una cittadella che un luogo di culto. Il primo settore comprende una salita cosparsa da centinaia di piccoli Buddha dorati, tutti in piedi che con la mano destra stringono un lungo scettro e tengono la sinistra avanti con le dita rivolte verso il cielo, il secondo settore è un terrazzamento dove i piccoli Buddha tengono la mano alzata col palmo rivolto verso lo spettatore e la sinistra in basso con il palmo verso l’alto, nel gesto di ricevere.


 In fondo alla terrazza, il Grande Buddha dorato, dall’alto dei suoi 36 metri, sovrasta tutti gli altri, col suo sguardo gaudente e pacifico, anch’egli con la sinistra rivolta verso il basso mostrando il palmo e la destra in alto verso chi lo guarda. 
Cesare è in visibilio da selfie.



Mi sposto sul lato destro della statua e percorro una strada fiancheggiata da diverse statue di piccoli bonzi di pietra,  ognuno impegnato in una pratica o attività diversa, oppure che mostra una sua singolare caratteristica. Trovo quello che mi si addice di più, con il fagotto sulle spalle da viaggiatore. Intanto ho raggiunto un grande tempio a due piani con le tipiche colonne rosse del porticato. Al suo interno nasconde tre grandi statue in bronzo di Buddha alte 8 metri e 14.800 ( le ha contate Cesare ) statuette dello stesso soggetto in diverse pose, lungo tutte le pareti.


Nel tempio si entra dopo essersi tolti le scarpe, il pavimento è costantemente lucidato da un’inserviente dedita solo a questo, mentre le monache, che sono identiche nel vestiario e nella testa rasata ai monaci, si occupano di offrire colorati fiori di loto di plastica a chi vuole donarli in offerta ai Buddha.

Dietro al tempio una scala porta a degli edifici con statue incastonate e un’apertura tra i palazzi, porta ad un sentiero tra i giardini. Sono molto curati e ospitano tantissime statue, di bonzi, di pagode e animali. 


Supero un’altro grande edificio, forse amministrativo, forse una specie di campus, finché la strada mi porta verso una visuale mozzafiato: sulla sinistra, in fondo ad un lungo corridoio a cielo aperto, tra pagode imponenti e motivi geometrici, un’ancor più grande Buddha dorato, seduto e sorridente ai vertici di quella che sembra un’elaborata piramide. 


Per paura che la strada che percorro fiancheggi solo l’enorme complesso e mi porti fuori mano (ho il tempo contato per arrivare a prendere l’ultimo bus del rientro a Kaoshiung), prendo una deviazione e mi ritrovo nel lungo corridoio a cielo aperto con tutti gli altri visitatori. Il flusso mi conduce dentro quello che credo sia il passaggio obbligato per sbucare al cospetto del Big Buddha, ma invece mi ritrovo a togliermi le scarpe con decine di orientali, per scendere ripidi scalini, dove la gente si accalca per accaparrarsi un fiore di loto da offrire al Buddha di Giada, sdraiato e pure molto piccolo, in confronto a quello che voglio vedere io! 


Driblo le monache, tiro dritta davanti al dormiente con le mani  in preghiera e mi arrampico sulla scala opposta per recuperare le scarpe velocemente, chi mi ha dato il benvenuto pochi secondi fa, mi da l’arrivederci un po’ interdetto e io proseguo verso l’esterno a capo chino. 


Trovo la scala che mi porta sulla piramide, il Grande Buddha mi sorride dalla sua piattaforma alta più di 100 metri, quando egli ne misura almeno 50, dentro il suo memoriale pare sia conservato un dente di Buddha, ma non ho il tempo di andare a controllare. 


Torno a Kaoshiung, in tempo per andare a fare mambassa di cibi variegati al night market di Sinsing, dove assaggio un involtino di carne di maiale e verdure cotto sulla piastra e mezza aragosta all’aglio grigliata.


 Torno in ostello satolla e soddisfatta, domani si parte per il mare!

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