venerdì 19 ottobre 2018

Taipei giorno 1 : antico e moderno a confronto

11/10/2018 Mi sveglio alle 8 che fuori piove, quindi la cosa migliore che mi riesce di fare è girarmi sull’altro fianco e andare avanti fino alle 11, poi decreto giunto l’orario consono per colazione e scoperta della città. Tuttavia Non me la sento di avvicinarmi ancora alla cultura del luogo e declino brodi e zuppe con parti animali che galleggiano, per un più classico fagottino con würstel ed erbette. Per prima cosa cerco di capire le distanze e mi reco a piedi, non senza difficolta, al tempio più vicino, quello di Xiahai o del Dio della città. Non è semplicissimo capire come orientarsi: sui semafori alcuni cartelli indicano la via che corre longitudinalmente e altri quella laterale, poi però le stradine più piccole possono essere “lane” della stessa strada principale, ovvero portano lo stesso nome, quindi, per cercare un civico, bisogna conoscere il nome della via principale, indicare il numero del negozio più prossimo all’incrocio con la strada che taglia, localizzato il negozio si svolta nella strada indicata e si prosegue cercando il numero del civico, detta così appare logica e lineare, ma in pratica è abbastanza complicato..almeno per chi come me non ha il senso dell’ orientamento! Dicevo il tempio di Xiahai; è piccolo, rispetto ai successivi che visiterò, ma qui c’è una divinità particolare, un’insolito cupido, una statuetta di 43cm, vecchio e con la barba lunga, che viene venerato da chi intende trovare la sua anima gemella. Garantendo il risultato nel giro di 6 mesi, il volontario sorridente di allungarmi un manuale per eseguire l’offerta nel modo corretto, ma io declino elegantemente e fuggo lontano da Yue Lao, tra gli incensi fumanti. 



Il successivo tempio di Cisheng è molto più grande e frequentato, in quanto è dedicato a Mazu, la divinità locale nonché femmina e dea del mare, il tempio è decisamente più imponente e articolato, con più stanze, più tetti dalle punte in sù, decorati con dragoni, più lanterne, incensi e statuette. 



Comprendo che se voglio ottimizzare tempi e visite mi occorre un 24h.pass per la metro e così vado, in zero tempo e super comoda, al memoriale di Chiang Kei-shek, amato/odiato generalissimo che più di chiunque altro si impegnó nella modernizzazione di Taiwan e che ora siede in bronzo all’interno del suo mausoleo, in formato gigante. 



Pioviggina ma la temperatura è gradevole perciò va tutto bene. Oltre il portale ad archi bianchi e piastrelle blu, si apre una grande piazza con due costruzioni identiche ai lati, una di fronte all’altra, hanno i tetti come i templi ma sono una la biblioteca e l’altro un teatro. 



A chiudere la piazza, un corridoio di aiuole e la scalinata che porta al mausoleo. In questa occasione il corridoio è occupato da tanti carri allegorici graziosi e colorati. Sono in mostra dopo la parata di ieri, giorno del doppio 10, (10 ottobre), in cui si festeggia la liberazione di Taiwan dalla dinastia Qing. 



La tappa successiva è il Tempio di Longshan. Per arrivarci attraverso un parco con una zona coperta dove i vecchi giocano a mahjong. 



Al tempo è in corso una funzione molto coinvolgente tra canti, il rintocco di una pesante campana e i colpi ripetuti di un grande tamburo fissati al soffitto. Il tempio è prevalentemente buddista, ma ospita anche divinità taoiste perciò è frequentato da entrambi. 




Mi aggiro e osservo le persone che pregano, alcuni in piedi, altri si inginocchiano con la faccia che tocca quasi il suolo, le mani giunte e gli occhi chiusi. L’incenso brucia le narici e si spande nell’aria. 



Gli ultimi rintocchi concludono la funzione, la gente fa il giro del tempio per rendere omaggio alle divinità preferite. Un bimbo guidato dalla voce della mamma ripete i gesti che gli hanno insegnato per muovere i primi passi nel mondo della religione, strappando risate e versetti inteneriti. 



Mentre mi avvio verso un mercato serale per conquistarmi la cena, mi imbatto nell’ennesimo tempio, stavolta pieno di lanterne rosse illuminate e una bella vista dei tetti in stile cinese che si incastrano tra le costruzioni squadrate e moderne dei brutti palazzi che lo circondano. L’urbanizzazione rapida in Asia ha creato città di palazzoni brutti e anonimi che urtano la vista, in totale contrapposizione con l’armonia creata dagli edifici antichi. 



La modernizzazione cambia ulteriormente faccia alle città, facendo sorgere sempre nuovi e più alti grattacieli, in quella folle corsa al primato d’altezza che tanto entusiasma tutto l’Oriente (e non solo..hello USA!!). Non fa eccezione Taipei, che nel 2003 regala a Taiwan il Taipei 101 (508 mt.), detenendo il primato fino al 2009, quando verrà surclassato dal Burj Khalifa di Dubai (828 mt.) che ancora detiene il titolo, in attesa che venga ultimato lo Sky City di Tokyo, che si prevede dovrà misurare 1000 metri!



La cima lassù è avvolta dalla foschia quindi la visibilità non si preannuncia delle migliori..rimanderò la visita alla fine del viaggio, sperando di avere più fortuna. È ora di strafogarsi di dumpling fatti a mano, cotti al vapore e infilati in una busta di plastica, da consumare rigorosamente camminando e sbrodolandosi il mento! Wân’ ān!




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