sabato 27 ottobre 2018

La terra si muove, il Buddha vigila su Taiwan


13/10/2018
La notte non è trascorsa poi così male nella scatola, anzi, a parte una feroce scrollata alla porta del vicino che aveva cominciato una sinfonia di russate degne di una segheria, tutto è filato liscio. Quindi, quando questa mattina, scorrendo la porta ho visto che fuori c'era il sole mi sono rallegrata ancor di più! Cercando di interpretare le incomprensibili indicazioni della receptionist dai capelli rosa stinto, raggiungo quella che credo sia la stazione del bus che mi dovrà portare al Museo del Terremoto 921. L'autista non parla inglese e non sa dirmi quanto devo pagargli la corsa, mi fa cenno di levarmi dai piedi e fortunatamente interviene un signore gentile che fa da traduttore. Non ho i soldi contati e imparo a mie spese che il resto non è contemplato! Cerco di non rovinarmi la giornata già di prima mattina e i quindici km, intervallati da più di 30 fermate mi aiutano nella missione.
Il bus si svuota sempre di più e quando si ferma definitivamente in un grande parcheggio vuoto, nel mezzo del nulla, ho qualche dubbio sulla validità dell' oggetto del mio interesse. Mi guardo intorno e non c'è niente, oltre una lunga scala con ciuffi d'erba che vedo spuntare dal cemento. 



Mi arrampico interdetta, finchè appare sul terreno quella che sembra la riproduzione della rilevazione di un sismografo..i picchi misurati sono impressionanti, nonostante non sappia tradurli.
Mi ritrovo a costeggiare un prato circondato da una pista da corsa, finchè si palesa l' ingresso del museo, che sorge dove una volta si ergeva il Liceo Guangfu, crollato quasi interamente durante il Sisma del 21 Settembre 1999. Sulla mia sinistra un susseguirsi di interessanti informazioni sulle placche tettoniche e sulla loro sovrapposizione, movimento e scontro, che causano effetti devastanti come appunto i terremoti e gli tsunami. 
Un pannello racconta di come, circa 5 milioni di anni fa, grazie ai movimenti della placca Eurasica , spinta verso l' arco vulcanico della placca del Mar delle Filippine, sia nata l' Isola di Taiwan. Attualmente la placca del Mar delle Filippine, si sposta di circa 7-9 cm all' anno, il chè vuol dire che l' isola è in costante mutamento e che i terremoti non si fermeranno nel prossimo futuro. 
Sulla destra le vetrate permettono di uscire all' aperto ad osservare da vicino la parte di pista da corsa che si è sollevata in due punti di più di 2 metri , dove è stata attraversata dalla faglia creata dal sisma. Il percorso esterno conduce attorno ad alcuni edifici adibiti ad aule, dove si possono osservare da vicino i pilastri piegati su se stessi e dove regna un silenzio spettrale. Particolarmente impressionante è un serpentone di due piani, suddiviso in aule, completamente abbattutto, schiacciato, piegato e contorto, che rimane lì, nella sua inerme e sofferente staticità, ferito a morte a tradimento. Fortunatamente il Liceo era deserto durante il sisma, ma la stessa fortuna non hanno avuto i circa 2500 morti e gli oltre 8000 feriti, che hanno visto crollare case, ponti, aprirsi le montagne, alzare le strade. Tutta Taichung ricorda quel terribile avvenimento ancora così vicino. Per soppiantare la tristezza cerco la pace nell'espressione del Grande Budda di Chuangua, che domina la città dalla collina di Baguashan, con i suoi 22 metri di altezza.




Perdo un pò di tempo per decidermi a raggiungerlo perchè non ci sono autobus che salgono alla collina e mi vogliono a tutti costi far prendere un taxi, chiedo a diversi ragazzi qual' è la strada e quanto ci vuole ad arrivarci e sembrano tutti convinti che sia una lunga camminata, ma quando gli chiedo quanto ci vuole, mi rispondono 10 minuti. Per me dieci minuti sono poca strada, ma sicome parlano poco inglese i casi sono due, o ignorano il significato del numero dieci associato alla parola minuti, o sono poco abituati a camminare, se per loro è una lunga. Alla fine mi decido, ed effettivamente, dopo aver fiancheggiato qualche bottega cercando di non farmi stirare (non esistono i marciapiedi, o meglio, ci sarebbero anche, ma sono invasi dai motorini!), arrivo al belvedere sulla cittadina di Changua, sopra la fontana dei nove dragoni. Alle mie spalle il Buddha sta placido sul suo fiore di loto, le gambe incrociate, le mani in grembo, nel Mudra della meditazione, simbolo di saggezza. Gli occhi socchiusi. Alle sue spalle sta il suo Tempio a 3 piani, con le colonne rosse e pieno di lanterne che si illuminano al tramonto creando un bellissimo effetto. Il sole sta calando, la collina si accende di luci, il Grande Buddha veglia sulla città. E per me è tempo di rientrare a Taichung. Domani mi sposterò ancora. Prenderò un treno fino alla cittadina microscopica di Ershui e poi la linea a scartamento ridotto che attraversa la campagna finì a Jiji, città in cui fu localizzato l’epicento del terremoto 921 ( anche detto ChiChi dal nome appunto della città) e Checheng, porta d’ingresso per il Lago del Sole e della Luna.

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