martedì 3 gennaio 2017

Del secondo giorno a Lima tra croci, catacombe e scherzi da prete #Lima #cerrosancristobal #sancristobal #perù #mirador #view #landscape #barriochino #chifa #cebiche #pescado #travel #backpackers #adventure #travelblog #tripforlife #inka #Rìmac #suburbio #paseodelosenamorados #amor #poesied'amore #paseo #micaelavillega #sanfrancisco #catacombe #ossa #skull&bones #bones


Signori, ho perso gli occhiali. Neanche un giorno e già mi arrendo a guardare il mondo carente di diottrie. Un paio perso a Melbourne, uno a Lima, potrei quasi iniziare a pensare di farlo consciamente, tipo " io coleziono farfalle e tu? - Io perdo occhiali all' estero!". Comunque..Durante il nostro secondo giorno limeno, dopo un' interessante visita al mercato centrale, ci concediamo un ottimo pranzo nel barrio Chino. Di per se il quartiere non si differenzia da un qualsiasi altro Chinatown del mondo, ma qui la cucina ha subìto più che un influsso dal paese ospitante, infatti i Ristoranti Chifa propongono piatti della cultura peruviana.

Ecco che allora andare a cena al cinese sarà come accomodarsi in una comida casera peruviana, che offre menù misti per poter assaporare più proposte allo stesso tempo. Attraversata Avenida Abancay, arteria trafficata del centro storico di Lima, saltiamo fuori fermata su un autobus a "cielo aperto" diretti al Cerro de San Cristobal, un mirador sulla città da cui svetta una grande croce bianca, postavi la prima volta a metà circa del 1500 da Francisco Pizarro come simbolo di protezione cristiana. Fu oggetto e memoria dei grandi scontri tra spagnoli e indigeni per la riappropriazione di Lima e fu sostituita e rimpiazzata ancora e ancora e ancora del corso della storia.

Per arrivare al cerro si attraversa il fatiscente ma tradizionale quartiere di Rìmac, sulla ala destra dell' omonimo fiume, un tempo il principale quartiere cittadino, con l' imponente Alameda de los descalzos. In epoca coloniale pare che questo giardino al suo stato originale, fosse adorno di fontane e alberi che servivano non solo a donare un pò di frescura ai passeggiatori, ma anche ad occultare scappatelle, amoreggiamenti e inciuci proibiti. Le tresche della città de los Reyes venivano consumate qui tra cui anche la più famosa tra il Vice Re Manuel Amat y Juniet e la fascinosa Micaela Villega. La storia narra che la donzella, attrice e ballerina molto in voga sul finire del 1700, sebbene pratica delle arti seduttive e conscia del suo ascendente sull' altro sesso, si fece turlupinare come una fessa dallo scherzo della luna nel pozzo.

 Mi spiego meglio: il Vice Re astuto volpone navigato, per ingraziarsi la capricciosa donzella e farla cedere alle sue lusinghe, aveva fatto costruire un paseo con fontane e vasche e l' aveva invitata a fare una passeggiata. Durante il corteggiamento la giovane, che nonostante il presumin aveva un terzo dell' età del Vice Re, tronfia del suo fascino e dell' ingenuità tipica della sua età la spara grossa e promette la sua mano all' uomo solo se questi le metterà la luna ai suoi piedi. Niente di più facile per un sessantenne consumato dal desiderio: riflesso della luna nell' acqua della vasca, avvicina i palmi delle mani alla sfera e hop..la gnucca vicino al bordo vede la luna ai suoi piedi.

Dalla base della collina il pullman inizia a salire tra case abbarbicate una sull' altra in un dedalo di viuzze strette, sulla destra si avvista la prima delle 14 croci di questa via crucis estenuante che porta alla sommità del cerro. Man mano che saliamo ci rendiamo conto di quanto sia enorme, infinita, a perdita d' occhio la città di Lima. Una distesa di costruzioni monotono tra cui spicca un' arena, un grande ponte, qualche altra costruzione di notevoli dimensioni. Il sole è ustionante. Si può dire che in questa giornata siamo passati dalla vetta più alta della cristianità al fondo più oscuro dell' interramento religioso, visitando le catacombe di San Francisco, grande ossario risalente a quando il Perù non contemplava i cimiteri come luoghi di sepoltura.
Erano le chiese e i conventi infatti, i siti adibiti alla tumulazione dei corpi e chi vi dice che siamo tutti uguali di fronte alla morte mente, perchè anche nel lutto ci si divide in classi sociali, perciò alla medioalta veniva riservata una zona, alla quale il ceto più basso non poteva ambire. Sgattaioliamo dalla visita guidata per soffermarci da soli nelle catacombe, trovando anche una certa arte e simmetria nella disposizione delle ossa o di un teschio forse volutamente posizionato come guardasse verso di noi. Rapida visita al ristorante in cui abbiamo pranzato ieri alla ricerca degli occhiali smarriti ma niente. Si prosegue in bus verso Barranco, una lunga passeggiata costeggiando il Pacifico ci conduce dopo svariati chilometri al paseo de los enamorados di Miraflores mentre il sole tramonta in acqua e diffonde una tiepida luce arancione.

E parte il paragone-cazziatone: impossibile non notare la calma che pervade il parco e i suoi occupanti, lontano dal traffico e dai taxi che suonano ad ogni forma umana che vedeno muoversi su un marciapiedi, impossibile non accorgersi che i bambini, anche di età diverse giocano tutti insieme, pattinano, vanno in bici, si arrampicano sui giochi, si rincorrono, rotolano giù dalle collinette erbose, nessuno piange, nessuno fa il prepotente, una gioia mai molesta e chiassosa. nello stesso ambito e tempo i cagnolini giocano coi cagnoni, nessuno ringhia, nessuno abbaia, nessun padrone urla o insegue o sgrida o strattona.
Padri a spasso con figli piccoli per mano in pace, parlano calmi e si divertono delle ingenuità dei bimbi, nessuna madre iperprotettiva, frustrata, distrutta o isterica. Così, al parco, così sugli autobus stipati come carri bestiame, così per strada. Centinaia di donne con bebè al seguito, nessun vagito, nessun pianto a dirotto, dai più piccoli ai più grandi...perchè? Qual' è il segreto di questa calma? Come si impara questa accettazione pacifica? Il sudamerica insegna più che la storia delle antiche civiltà, mostra più che il degrado e la vita guadagnata fino all' ultimo soles dei vecchi che caricano pesi enormi con le facce cotte dal sole e le mani che non si chiudono più dall' artrite. E siamo a Lima, non ancora in mezzo alle Ande dove la vita è dura davvero...

1 commento: