mercoledì 6 marzo 2019

Hiroshima mon❤️Amour..molto più che il ricordo di una tragedia #hiroshima #japan #giappone #


05 marzo 2019

Il Giappone è caro. Quante volte parlando con amici a proposito di viaggi, si è finiti a desiderare di aggiungere questa meta al nostro album dei ricordi, per poi rinunciare e perdersi d’animo perché è risaputo, che per venire in Giappone ci vogliono tanti soldi. Beh, voglio sfatare un mito, e con ció non intendo dire che il Giappone è economico, ma solamente che non è più caro di quanto lo sia la vita a casa nostra, o in Europa in generale.


Chiaramente dipende un po’ da che tipo di viaggiatori/Turisti siete, ma siccome il paese ha degli standard di pulizia e decoro molto alti, si trovano situazioni molto confortevoli e moderne a prezzi davvero interessanti, senza bisogno di spendere capitali per non avete spiacevoli sorprese...cosa che non è sempre scontata neanche da noi!
Per lo stesso motivo, mangiare può essere molto economico..dipende sempre da cosa cercate.
La cosa che peserà di più sul budget sono i trasporti, per questo il Giappone, per favorire il turismo estero, permette l’acquisto del Japan railpass, che dà accesso alla linea ferroviaria senza limitazioni (o quasi), fornendo una rete pulita, capillare ed efficiente.


Unico particolare, il pass non può essere acquistato in Giappone, ma dovete farvelo recapitare a casa con corriere Fedex..no, non potete prenotarlo e ve lo stampano arrivati in stazione..funziona così..sono giapponesi, quindi è inutile questionare su cosa sarebbe più logico! Siccome ho scelto di venire in Giappone trovandomi in Myanmar, mi sono fatta spedire il Pass a Kuala Lumpur e in 4 giorni era già lì che mi aspettava! Oggi finalmente sono andata alla stazione ad attivarlo, e sono partita alla volta di Hiroshima a bordo del Sakura 553, super express che in 1h e 16 ha coperto la distanza di 330 km circa.



Prima di salire a bordo, gli omini delle pulizie salgono sul treno dal lungo muso aereodinamico, fanno girare su se stesse le file di sedili verso la direzione in cui viaggeremo e puliscono ogni superficie, finestra, seduta, pavimento. Cambiano tutti i poggiatesta, sostituendoli con altri nuovi e ci fanno accomodare. Tutti portano i guanti bianchi: inservienti, capostazione, capotreno, macchinista.
Le rotaie seguono un percorso sopraelevato rispetto alla strada, quindi si gode di bei panorami, senza essere limitati nella visuale da case o alberi.


Scendo alla stazione di Hiroshima con un bel sole caldo che mi accompagnerà tutto il giorno, per 180¥ il tram mi porta vicino al mio ostello, ma il check in sarà tra 3 ore quindi mollo tutto e corro al memoriale delle vittime del 6 agosto 1945, che è proprio lungo la via principale. Con il Japan rail pass si ha diritto a viaggiare gratuitamente sulle tre linee Sighseeing loop bus, che fermano davanti alle attrazioni principali della città. La fermata per l’edificio distrutto dalla bomba si chiama The Atomic Bomb Dome, quella del Memoriale si chiama The Peace Memorial Park.


La mattina del 06 Agosto 2019, ad Hiroshima, fu sganciata la prima bomba nucleare della storia, soprannominata “little boy”, che lasció il corpo dell’Enola Gay per detonare a 580 metri dal suolo, con uno scoppio pari a 16 kilotoni. Morirono sul colpo circa 80.000 persone, tra cui tanti bambini che si trovavano nei pressi della scuola, convertita in fabbrica durante la guerra. Nei giorni e mesi successivi il numero salì a 300.000. Il memoriale racconta le conseguenze dell’ esplosione, dalle testimonianze di alcuni superstiti, che hanno soccorso e perso fratelli e figlie, appena adolescenti, o dai racconti delle stesse vittime, riportati ai genitori prima di spirare. Le narrazioni di quell’orrore, dei corpi senza vita nel fiume, delle conseguenze sulla pelle, della pioggia nera, sono accompagnati da disegni di bambini,  semplici eppure molto esplicativi. Una scelta delicata in quello stile tipicamente  giapponese, che ben si rispecchia nelle parole di una giovane alla sua sorellina, separate  durante la guerra: “anche nella morte abbiamo la grazia nel cadere. come petali di fiori di ciliegio”.


Ma Hiroshima non vuole essere solo questo. È una bella cittadina con tante bellezze da scoprire, come i templi su per la collina, raggiungibili tra sentieri che si inerpicano tra il bosco, disseminato di porte rosse e statue di kitsune, le volpi, che dall’antichità hanno sempre avuto uno stretto legame con gli esseri umani. La volpe nella mitologia shintoista è messaggera, considerata un animale di grande intelligenza, in grado di vivere a lungo e detentrice di poteri sovrannaturali.


Dalla collina si gode di bellissimi panorami e inoltrandosi tra gli alberi si sbuca vicino ad una zona ricca di luoghi sacri, così curati e perfetti da farmi dubitare di essere nel mondo reale. Non posso fare a meno di pensare ai cartoni animati che guardavo da piccola, a quanto fossero fedeli al Giappone che sto visitando oggi, con i muretti che delimitano le case, i templi con le iscrizioni, i ristoranti con le lanterne di carta di riso e gli ideogrammi sulla porta, i cuochi con gli strofinacci legati intorno alla testa. Persino le persone che incontro riesco ad immaginarmele trasposte in caricature.


Il nonno coi baffoni grigi e gli occhiali tondi che oggi inseguiva a rilento il nipotino, il ragazzo grasso sul tram, la ragazza della tavola calda sul treno, con i capelli raccolti e la frangetta e la sua divisa a righe, le ragazzine con la gonna a pieghe e i mocassini uscite da scuola, l’orologio della scuola che davvero fa quei rintocchi melodici quando è ora di abbandonare le aule. È tutto perfetto, solo che dal vivo è ancora più bello!
Siccome è ancora presto vado a visitare il Castello, che come quello di Osaka è molto bello, questo peró è tutto scuro e le pareti esterne ricorderebbero le scaglie delle carpe, quindi è chiamato il Castello delle Carpe.


Vedremo nei prossimi giorni altri castelli, ognuno col suo soprannome o con una  storia particolare che lo vede protagonista. Purtroppo, come altri siti storici in Giappone il castello è una riproduzione in quanto l’originale fu raso al suolo insieme a tutta la città nel modo che ben sappiamo. Ciò che non sapevamo e che mi ha detto Keiko, è che gli edifici storici in Giappone sono quasi tutte copie degli originali, in quanto costruendo prevalentemente in legno, le strutture non sono arrivate fino a noi.


Il castello di Hiroshima, come quello di Osaka si trova all’interno di due cinte murarie e due fossati, ma non è ubicato su un terreno rialzato rispetto al resto della città. Gironzolando nei giardini noto delle grosse uova sparse un po’ ovunque..sotto gli alberi, dentro uno stagno, lungo le aiuole..con mia gioia scopro che quando fa buio, dalle 18:30 alle 21:30, per 1000¥ si puó visitare i giardini e le uova saranno illuminate.


Sono le 17, ho tutto il tempo per tornare in ostello, fare il check in, mangiare qualcosa e tornare a vedere lo spettacolo. E sarà davvero uno spettacolo! Una musica d’atmosfera darà quel tocco un po’ spettrale, un po’ magico al giardino completamente immerso nel buio, ad eccezione delle uova, che cambieranno colore e creeranno uno scenario ipnotico, riflettendosi nell’acqua o diventando una foresta multicolore ondeggiante tra gli alberi.


Giro rapita per quasi due ore, scattando centinaia di foto, affascinata dalla poesia della luce e dalla danza dei colori, poi torno al mio loculino in fondo ad Hiroshima. Il rudere è ancora in piedi mentre attraverso il ponte, a ricordarmi di non dimenticare.


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