martedì 26 marzo 2019

La mia Tokyo..pensieri e valutazioni sulla capitale del Giappone #tokyo #japan #giappone #odaiba #gundam #


16-21 marzo 2019

Per capire, o quantomeno provare, a capire Tokyo, ci vuole un po’ di tempo e forse neanche basta..non tanto perché le cose da fare e scoprire siano tante (si, è immensa e quindi bisogna dedicargli tempo), ma perché è diversa da tutto ciò che ho visto e ho imparato ad amare finora sul Giappone. Persino Osaka, la patria dello shopping, e Yokohama, la seconda città più popolosa del paese, non hanno niente a che vedere con Tokyo. È diversa. Non c’è altro modo per descriverla, e forse non bisogna neanche provarci a capirla, perché tanto non ci si riesce!


Nei cinque giorni che gli ho dedicato, ho girato in lungo e in largo, con conseguente peggioramento delle condizioni dei miei già afflitti piedi, tutti i quartieri che secondo le mie fonti avessero luoghi di interesse, fossero questi anche solo parchi, strade o persone da incontrare (mi riferisco alle Gothic Lolita di Harajuku e ai Rockabilly di Omotesando). E questo è ciò che ne ho dedotto. Non per forza veritiero, ma solo la mia esperienza.
Tokyo è un grande centro commerciale: in ogni quartiere, stazione, luogo di attrazione ci buttano sempre dentro una marea di negozi. Ma Tokyo è anche stradine secondarie, deserte e silenziose, dove si respira ancora l’aria della vecchia Edo, come si chiamava un tempo.


Tokyo è strade principali enormi, eppure il traffico non si nota. Una cosa che mi lascia perplessa è che continuamente, lasciando la strada maestra per seguire qualche passaggio secondario, si ha l’impressione di aver passato un portale magico, dove macchine e persone sono state risucchiate via. Quando la mattina esco dalla porta dell’ostello e cammino sotto il sole, beandomi del bel calduccio che inizia a fare, mi stranisco di non sentire volare una mosca..anche se sono le 9:30, quindi non molto presto.
A Tokyo, come ovunque in Giappone, il traffico non è determinante, è un dettaglio e non si nota! Inoltre pare che gli automobilisti percorrano solo le strade principali e le secondarie non le considerino, lasciandole alla tranquillità del silenzio e ai camminatori instancabili come me.


Inutile fare i mattinieri a Tokyo, se si va in cerca di colazione ( gli ostelli non la offrono, mai, da nessuna parte in Giappone!!)  perché apre tutto dopo le 9:30..alcuni, i ristoranti o i cafè nei centri commerciali, addirittura alle 11:00, quando aprono le porte dell’edificio. Giusto Starbucks apre alle 9, ma non ha davvero senso la pessima qualità del brand americano, quando il Giappone offre dei Gateau degni di Parigi! La mia pasticceria preferita? Cozy Corner, coi suoi giganti bignè alla panna e crema pasticciera...mmmm!


Tokyo è modernità e stile, afflitta dal consumismo e dai canoni dettati dall’occidente, ma è anche vecchie signore, che la mattina escono a fare la spesa in kimono, e le senti arrivare dal suono degli zoccoletti in legno sull’asfalto..clac..clac..clac..clac..


Tokyo è le visite ai templi la mattina, prima di andare al lavoro, la monetina lanciata nel contenitore di legno dopo l’inchino. È la preghiera scritta sulla tavoletta di legno da appendere alla bacheca, insieme alle altre centinaia di richieste che Cannon deve esaudire, è il capo chino e l’educazione estrema. Tokyo è un robot per il sesso, da chiudere nell’armadio di casa, a soli 300€ il modello base, con la lingua rivestita di tessuto vellutato, perché assomigli a quella umana, è un bar vietato ai turisti, in cui si paga per salire su un finto treno e palpeggiare una figurante, vestita da studentessa. Tokyo è la bambola componibile per soli uomini, per creare la lolita perfetta.



Tokyo è Akihabara, un quartiere di luci e musica, con palazzi pieni di storie e figure racchiuse nei manga, è Shibuya, un quartiere solo per giovani dove si idolatrano gruppi di ragazzine cantanti e si va a fare merenda nei cafè serviti dalle Maid, adolescenti vestite da servette e colf in stile ‘800 inglese, che per mezz’ora sono solo al tuo servizio. Tokyo è l’attraversamento pedonale più trafficato del mondo. È Harajuku, il grande baraccone di Crêpes da passeggio, vestiti assurdi e musicisti stonati sui marciapiedi. È Omote-sando, con le boutique super chic in salita e i vestiti di seconda mano nella Cat Street.



Tokyo è il mercato del pesce di Tsukiji, dove si mangia il sushi più fresco mai assaggiato prima, a prezzi decisamente onesti. È Odaiba, la zona commerciale sulla baia, al cospetto della grande ruota panoramica, di un Gundam di 20 metri per 50 tonnellate e di una piccola statua della libertà di 18 metri, regalo della Francia, come celebrazione degli scambi commerciali tra i due paesi.


Tokyo è grandi parchi, con alberi di ciliegio in fiore, uccellini che saltano di ramo in ramo, facendo piovere petali rosa sulla tua testa, Tokyo é una jungla..di grattacieli e caffetterie.
Tokyo é gente di tutte le etá in visibilio per i personaggi Disney, una intera cittá riversata in un parco a tema. Tutti, nessuno escluso, vestono berretti, orecchie, cerchietti con attaccati Winnie Pooh, Topolino, Peter Pan, maschi e femmine, ragazzi e ragazze, uomini e donne.


Si vestono in gruppo e sono pronti per affrontare la loro giornata in coda: in coda per le attrazioni, in coda per i pop corn, in coda per il bagno. Sono talmente serafici che spesso non si accorgono che quelli davanti a loro si sono mossi, sono andati avanti, e le attese si allungano..ma loro non si scompongono..neanche quando dopo 170 minuti di coda, un ragazzetto arriva al tornello senza essersi preparato il biglietto, cosí inizia a cercare e gli altri dietro aspettano, diligentemente, senza nemmeno un sospetto di scocciatura in volto!


I giapponesi, cosí tranquilli e silenziosi abitualmente, a Tokyo Disneyland si trasformano e si sfogano e urlano e cianciano su tutte le attrazioni, anche le più insulse, come la foresta di biancaneve: una monorotaia per bambini, senza il minimo accenno brivido.
Ma loro non fanno eccezioni, i giochi li fanno tutti, anche se hanno 200 anni..e vestono la camicia di Pippo in coppia con la propria moglie. Io che sono abituata a scocciarmi presto e soffro di queste eterne attese, riesco a fare solo 3 giochi in 8 ore!


E non é perche non voglia mettermi in coda, tanto alternative non ce ne sono..no..é che loro sono troppi. E anche affrontarli diventa frustrante, perché loro, che dovrebbero essere ordinati, a piedi vanno in sciami in tutte le direzioni e tu non sai mai se devi tenere la sinistra o la destra. Quando tenti il sorpasso, perche loro, chiaramente, quando ti stanno davanti camminano piano e si distraggono, stai sicuro che inizieranno ad andare in diagonale, e tu cristerai e maledirai di trovarti in mezzo a tanta gente.


Quando finalmente troverai strada libera e aumenterai il passo, ti punteranno da lontano e dovrai fermare la tua corsa, perche inevitabilmente non sapranno schivarti, perché abituati a non cedere il passo, o distratti dal cellulare, o semplicemente perche loro si muovono in branco e tu sei solo!
La metropolitana di Tokyo é 13 linee infinite, piú svariati treni della Japan Rail che si muovono intorno e dentro la cittá, piú altre svariate linee di compagnie private, senza contare le periferiche. Ingurgita e sputa gente a tutte le ore, tutte in giacca e cravatta e valigetta, tutte in gonna e trench, tutte in divisa scolastica e cappellino. Le attivitá previste sono due: dormire o infilare la faccia dentro il cellulare, che tu abbia 10, 50 o 90 anni.


Sono tutti tecnologici, anche i vecchi, non ne vedo di 60enni che scorrono foto dei gatti come da noi, li probabilmente stanno ordinando alla loro lavatrice a casa di mettersi in moto con il programma delicati per seta. Sui mezzi socializzare poco, il telefono solo in modalitá silenziosa e niente telefonate..l'altro giorno ho visto uno impegnato in una conversazione telefonica, bisbigliava in maniera impercettibile e si copriva la bocca con la mano per non dare fastidio...quasi quasi lo denunciavo!


A Tokyo tutte le commesse ti salutano e ti danno il benvenuto, una dopo l' altra, di continuo, peró non ti parla nessuno. A Tokyo puoi provare a fingerti sperduto, cosicché si sentano in dovere di aiutarti e potrai scambiare due parole con qualche autoctono o con il suo traduttore elettronico.
Tokyo è una marea di musei e centinaia di persone accalcate in una stanza, per vedere la mostra di Hokusai, tutti a ridosso delle pareti, incollati alle cornici, con le audioguide nelle orecchie, si scorre lentamente, ancora una volta in coda, con il latte alle ginocchia e la rabbia per lo scempio di osservare l’arte in maniera così barbara!


Tokyo è cibo, tanto cibo, tutto il cibo, tutto buono, fresco, profumato e gustoso, è l’acquolina in bocca dal mattino alla sera, è il piano ristorante in ogni centro commerciale, più gli svariati chioschi agli altri piani, per non lasciarti mai affamato.


È un’immensa moltitudine di banchi di appetitose pietanze finemente confezionate, da riporre nel cestino della spesa e portarsi a casa. È scatolette di dolciumi e biscotti da comprare ad ogni stazione del treno, come regalo per chi ti aspetta a casa, o da mangiare mentre si viaggia, attività primaria insieme al sonno e al cellulare.


Sono i Mochi glutinosi che ti impastano la bocca, sono la torta dolce al formaggio LeTao di Hokkaido che non ci credi quanto è buona, i biscotti al gorgonzola, le fragole essicate Franz ricoperte di cioccolato bianco, le lingue di gatto al Tè Matcha, le mandorle Meiji ricoperte di cioccolato.
Tokyo è ostelli con camerate da 24 letti su 7 piani dove non vola una mosca, con un tempio scintoista
sul tetto e la città illuminata a 360 gradi, una torre Eiffel rossa e uno Sky Tree luccicante di luci intermittenti.


Tokyo è la mia porta di uscita dal Giappone, un’uscita felice, perché presto mi riaccoglierà per la porta di ingresso! Questa è la mia esperienza, il mio viaggio, la mia visione. Grazie a tutti di avermi seguito fin qui..è tempo di sorvolare le inospitali terre siberiane prima di far ritorno a casa, dove spero mi accolgano il sole caldo e cieli limpidi della riviera ligure ❤️







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