sabato 15 febbraio 2014

Jeddah-Ryhad-Singapore e primi contatti locali

 L' attesa  a Jeddah è stata infinita,  mano a mano che passavano le ore sempre piu gente si riversava nella sala d' aspetto, sempre meno poltroncine disponibili, sempre più gente seduta per terra,  mentre mangio, alla tv danno una cerimonia religiosa di proporzioni bibliche dalla Mecca, affollatissima, genuflessa, accompagnata da una voce fuori campo che da noi verrebbe usata forse solo per doppiare Freddie Krueger o Scream.
Gironzolo, nuovamente al Duty free, tra cammelli di pezza colorati, vari formati del corano e il tappetino da preghiera con bussola incorporata, così sai sempre in che direzione ti devi prostrare.

Mentre passo tra le poltroncine conto tantissimi tipi di copricapo differenti, papaline, kefie fermate con la corda intorno alla testa, turbanti, coppolette, le donne indossano i veli, sembra che appartengano a diversi ordini religiosi, alcune lo portano fucsia con scritte nere, bianco, nero, verde, bordeaux con ricamo in fondo, bianco con bordo smerlato, ci sono donne in total black , altre in total white, altre con velo e veste scozzese come l' interno dei trench.

Finalmente arriva mezzanotte e il volo è pronto a partire, aspetto solo il decollo per potermi addormentare, sono nuovamente nella fila 30, sempre lato finestrino, con le gambe distese, ma stavolta accanto a me c'è Ghalib, un uomo indonesiano con una barbetta bianca lunga, da maestro di arti marziali, che non vuole stare al suo posto, ma neanche nella fila centrale da 4 posti perchè l' ultima poltroncina è occupata da un' altra donna e dice che è una condizione sbilanciata, arrivano due ragazze giapponesi e occupano altri 2 posti della stessa fila, Ghalib è agitato, è l' unico uomo in una sequenza di donna donna donna, lui e io, poi all' ultimo, arrivano due ragazzi e occupano le ultime due poltroncine, ora la sequenza è bilanciata, donna donna donna uomo uomo uomo donna, Ghlib può rilassarsi, e tenermi compagnia per tutto il viaggio raccontandomi del suo paese, che ha lasciato per vivere a Singapore. Da subito si offre di accompagnarmi in auto fino al mio ostello e di farmi da guida per i prossimi 3 giorni, perchè ha paura che non riesca a vedere granchè in così poco tempo, in realtà lui non conosce i miei ritmi, ma mi fa piacere ascoltare cosa non devo assolutamente perdermi della città . Più ci avviciniamo al momento di atterrare meno è sicuro che ci sarà una delle sue figlie ad attenderlo, perchè oggi è sabato, mi dice, ed è probabile che siano in Malesia a fare benzina. Ora dal mio finestrino mi mi indica Sumatra, dopo un' ora mi offre di dormire a casa sua, mi racconta che come tutte le altre persone che ho visto a Jeddah, stà tornando dalla Mecca, dove va ogni anno, forse c'era anche lui tra la folla ripresa dalle telecamere alla tv. Mi accorgo di non sapere un granchè sulla sua religione e lui mi sembra molto disponibile a dipanare i miei dubbi, mi parla della chiesa della natività di Betlemme, del fatto che loro non abbiano rappresentazioni visive di Allah, ma solo di Maometto, anche se conoscono il modo in cui noi raffiguriamo Gesù, per farmi capire la distinzione tra la figura di Dio e del profeta tira in ballo anche Abramo e per fortuna ricordo i nomi della moglie e del figlio così dò una parvenza di rettitudine anch'io dopo tante domande che tradiscono la mia ignoranza in materia! Mi spiega che tutte le donne che ho visto in aereoporto indossare veli diversi si distinguono a seconda del paese di provenienza, ma è un' usanza mantenuta solo in circostanze religiose come questo pellegrinaggio alla Mecca. Una volta, mi dice , sul finire degli anni ottanta era bella, ma adesso è piena di Mc Donald's e Starbucks e non gli piace più.
Finalmente atterriamo a Singapore, Ghalib mi è sempre accanto, vuole sapere qual'è la mia prima impressione, poi alla dogana ci perdiamo, io nel frattempo cambio qualche soldo e mi faccio spiegare come raggiungere il mio ostello dal centro informazioni, onestamente non avrei accettato il passaggio come l' ospitalità a casa sua, la diffidenza genovese è una caratteristica che non si perde, e probabilmente va bene così, certo che entrare in dormitorio puzzando come Franchino di Fantozzi..

#Milano - Jedda comincia l' avventura

La mia ultima visione italiana è il bianco delle alpi alle spalle del complesso aeroportuale di Malpensa che incornicia la campagna verde, il cielo terso e un' ansa d'acqua azzurra che curva a zoccolo di cavallo.
Sono seduta nella prima fila di poltroncine della economy, la 30, una fila di 3 di cui una sola occupata, la mia, posto finestrino. In effetti quale altro modo per cominciare un viaggio in solitaria se non viaggiare ... in solitaria ?! L'aereo è più vuoto che pieno, check in rapido, imbarco ancora di più, davanti a me la paratia che divide le due classi, il che significa almeno un metro di comodo spazio sgombro per allungare le gambe...infilo le calzette SAUDIA, di un bel beige ittero, per un pò gli scarponcini staranno alloggiati under my seat.
Mi guardo intorno, che altro? Il simbolo della compagnia: una palma in alto al centro, due scimitarre incrociate sotto, uno spicchio di luna da sinistra a sotto...non mi piaccione le armi sulle bandiere, penso a cosa troverò atterrata a Jeddah, nelle 5h1\2 di stopover. Il sito web del paese o della compagnia aerea informava le signore di vestirsi con abiti scuri e lunghi, di non uscire dall' aeroporto se non in presenza di un coniuge o familiare di sesso maschile e possibilmente di coprire il capo, in queste settimane di preparazione dello zaino ho scelto il foulard più pacchiano che ho trovato (ovviamente non era mio, io non ho foulard trash!), un misto maculato-animalier a metà strada tra zebra,leopardo,giraffa e un qualcosa a strisce con aggiunta di pelo (sembrerebbe facocero!) su sfondo bianco, me lo invidieranno a bomba!
La prima ora è andata, ne mancano 4 ma va bene, c'è il sole, ho un divano da 3 vista mare, un paio di libri, un quaderno su cui scrivere e un sacco di luoghi da immaginare.

Aereoporto di Jeddah
la città dall' alto è un delirio di palazzi tutti uguali, tutti bianchi, qualche spiazzo con più respiro solo intorno ai luoghi di culto, sennò l' idea è claustrofobica e impersonale, quando l' aereo gira a cercare la pista, mi trovo controluce e l' effetto di costruzioni oblunghe fronte all' acqua è l'unica visione romantica di questo tramonto tra la sabbia, mentre raggiungo il terminal il sole è una palla arancione ad altezza asfalto.
In coda per scendere dall' aereo le donne si sono trasformate in fantasmi neri, ora tutte coperte salgono sullo shuttle bus.
Si entra, pochi addetti, pochi viaggiatori, capisco che è un piccolo aeroporto e 5 ore saranno molto lunghe, salgo le scale che mi portano al piano superiore dove c'è un controllo per gli uomini e uno per le donne, loro passano solo il bagaglio allo scanner, noi invece dobbiamo entrare in una stanza e farci scandagliare con il rilevatore di metalli che usano nelle prigioni, una donna si scazza, urla, lancia una tessera perchè la fanno entrare e uscire dalla stanza due volte e ha un bimbo in braccio, la guardia non si scompone, due tuniche nere mi sgattaiolano avanti approfittando della mia titubanza, poi arriva il mio turno. E' l'ora della preghiera, gli altoparlanti diffondono il richiamo. Attraverso il duty free, arrivo nella sala principale e ribadisco tra me e me che saranno 5 ore moooolto lunghe!
Che faccio che faccio..una smoking area? Ma figurati! Ok non si fuma, allora, una wi-fi zone? Naaaaa...pfffffff...e vabbè, vado in bagno..qui trovo solo fantasmi bianchi, donne asiatiche che sedute per terra nell' antibagno vestono calzini e infradito, poi entrano e fanno un bagno collettivo ai lavabi, il pavimento è coperto di acqua e loro veloci come insettini chiari con zampette rapide mi passano sotto le braccia mentre spingo la porta per entrare e tirano su le facce guardandomi dal basso..hanno i volti imperlati di gocce, mi guardano un pò interrogative, il flusso continua e io sola occidentale gigante sono sempre ferma nella stessa posa che tengo aperta la porta mentre loro approfittano ed entrano ed escono sfilandomi sotto le braccia...non vedo l'ora di andare in Giappone, penso.

mercoledì 12 febbraio 2014

#convenzione sanitaria #Italia-Australia

Mancano due giorni alla partenza, e gironzolando sul web scopro che esiste una convenzione medico-sanitaria tra il nostro paese e la mia prossima nuova casa, ecco il link da cui ho attinto le prime info, prima di recarmi alla Asl del mio distretto di appartenenza:

http://www.ass1.sanita.fvg.it/servlet/page?_pageid=71&_dad=pass1&_schema=PASS1&act=2&id=1224

basta recarsi allo sportello anagrafico dell' Asl con tessera sanitaria e libretto sanitario e ti rilasciano un modulo in cui vengono riportate le date di inizio e fine della copertura, in ogni caso non vanno oltre  mesi, almeno riferito al visto turistico, anche perchè in caso di lavoro, è già prevista dall' azienda che assume la copertura medica.
Cosa importante, la copertura oltre i 60 giorni prevede chre venga a decadere il nostro legame con l' attuale medico della mutua che ci segue, ma nel mio caso non è un dramma visto che avrei dovuto già sospenderlo io stessa avendo cambiato zona di residenza da circa 1 anno.
Una volta arrivati in Australia occorre recarsi come prima cosa ad uno degli uffici del Medical care centre con l' attestazione rilasciata dall' Asl per ricevere una tessera sanitaria australiana.
E comunque, speriamo di non averne bisogno!
Domani si parla di Assicurazione infortuni all' estero..meglio farla e non usarla che non farla e pentirsene amaramente!
http://www.ass1.sanita.fvg.it/servlet/page?_pageid=71&_dad=pass1&_schema=PASS1&act=2&id=1224

venerdì 7 febbraio 2014

ULTIMA SETTIMANA


Manca una settimana alla partenza, organizzazione poca, pensieri tanti, qualche preoccupazione, un paio di scarponcini da trekking nuovi nuovi per percorrere tanta strada, uno zaino ancora da riempire con non so bene ancora cosa, difficile capire cosa portare quando le stagioni saranno più di una da affrontare, un' assicurazione medico-infortunistica da pensare, un pò di beghe e imprevisti saltati fuori all' ultimo, assicurazioni di mezzi meccanici da fermare, chiavi di casa da distribuire, amici da salutare con una grande festa da organizzare, sorelle da a e fratelli da abbracciare, genitori da rassicurare...dura la vita di chi parte e non sa per quanto starà via, anche se mi è stato riferito, è già partito il toto scommesse su quanto impiegherò prima di tornare indietro, qualcuno pare non mi da più di 20 giorni..staremo a vedere, per ora pensiamo ad andare!

domenica 19 gennaio 2014

Patente internazionale


Quello che so sulla patente internazionale, avendola fatta ultimamente per la seconda volta, è che bisogna recarsi presso gli uffici della motorizzazione civile.
Ci sono due differenti tipi di documentazioni, una valevole per Stati Uniti, Giappone e Thailandia (per quest'ultima in vigore solo recentemente) di cui non so nulla, e quella di cui vi posso parlare, che vale per tutti gli altri paesi extraeuropei, il documento richiesto da me ha validità di 3 anni e va sempre e comunque accompagnato alla patente di guida italiana:

allo sportello ci viene fornito un foglio da compilare conosciuto come modello TT786 con i propri dati e il paese che intendiamo visitare per cui ci occorre la licenza di guida, in aggiunta dobbiamo avere con noi 2 fototessere, una marca da bollo da 16€, un' attestazione di versamento da 9€ sul c/c 9001 e un' altra da 16€ sul c/c 4028, che potente tranquillamente reperire sempre allo sportello della motorizzazione, inoltre serve fotocopia fronte e retro della vostra patente,che naturalmente deve essere valida al momento della richiesta del documento di guida internazionale , ma anche entro i 3 anni della validità della stessa.
I tempi di attesa potrebbero variare a seconda della quantità di richieste, forse in alcune stagioni potreste dover aspettare un pò più, ma generalmente 4 giorni lavorativi sono sufficienti.

Può anche essere che non mi capiti di doverla usare, ma la spesa non è folgorante, e considerandone la durata e tutti i paesi che avrei voglia di visitare con un viaggio on the road, penso che sia stata una scelta molto utile, vedremo se sarà così....intanto mentre scrivo mancano esattamente 25 giorni alla partenza e lo stato del Victoria sta andando a fuoco per il caldo eccessivo, le mie finanze si assottigliano e il terrore mi attanaglia sempre più spesso..amo questa sensazione che mi assale nei momenti più strani, quando guardo la scena di un film che non c'entra assolutamente niente o magari mentre taglio le cipolle per fare un soffritto, mi piglia un brivido tra capo e collo e mi si fissa lo sguardo con occhi da bovino smarrito mentre mi domando?Ma cosa sto facendo?Ma dove vado! Poi però passa e penso a quello che vedrò...

venerdì 13 dicembre 2013

L' indispensabile sull' acquisto dei biglietti aerei

Allora, siamo ormai a Dicembre inoltrato, la data si avvicina sempre di più, quindi è l' ora di organizzarsi e iniziare a fare le cose seriamente.
Partiamo dalle mie " scoperte": innanzi tutto, se si vuole andare dall' altra parte del mondo e si pensa di poterlo fare senza troppa organizzazione, probabilmente ci si troverà a vedersi negata la possibilità già solo di imbarcarsi! Mi spiego meglio: non si può partire con il solo biglietto di andata pensando che poi si deciderà strada facendo che giro fare per rientrare, perchè dall' altra parte c'è qualcuno che vuole avere la certezza che tu, in tempi concordati precedentemente, te ne vada! Quindi ricordatevi sempre che
1) comprare un biglietto di andata e ritorno è fondamentale per potersi imbarcare, altrimenti è matematico che ci lascino a terra, e inoltre è più conveniente che acquistare biglietti separati!
2) assicuratevi che il biglietto in questione sia aperto, in modo da permettervi cambi data, qualora decidiate di modificare il vostro rientro, che potrebbe essere posticipato, nel migliore dei casi ( io ve lo auguro), ma magari anche anticipato, non si può mai sapere!
3) controllate a quanto ammonta la penale per eventuali cambi rotta o per il rimborso del biglietto, qualora voleste proprio cancellarlo.
4) Una cosa carina secondo me, quando si fanno viaggi di tante ore è lo stopover, dpotutto già che si fa scalo vale la pena dare un' occhiata ad un posto che non è la nostra meta finale, per esempio, io all' andata faccio scalo a Singapore, che mi ha sempre incuriosito, perciò ho deciso di fermarmi circa 3 giorni in città siccome non necessita di visti o restrizioni. Al ritorno invece faccio scalo a Shanghai, il governo cinese è un pò più scrupoloso, però fino a 72 posso fermarmi senza bisogno di visto, ho solo l' obbligo di non uscire dai confini della città, cosa di cui non ho assolutamente intenzione visto che comunque quello che riuscirò a fare in 72 ore sarà relativamente poco rispetto a quello che immagino ci sarà da vedere!
Detto questo vi lascio alla pianificazione dei vostri biglietti e ci riaggiorniamo alla prossima in cui saremo alle prese con la patente internazionale!

sabato 16 novembre 2013

FUORI TEMA

Oggi sono un pò malinconica, ieri pomeriggio mi sono persa dietro un pensiero sull' amore, questo quantomeno era il principio del pensiero, che poi si è evoluto e trasformato in perchè gli uomini di adesso hanno perso la loro identità maschile? Questa potrà sembrare una lagna sterile ma in realtà è solo grande dispiacere per come si stanno mescolando e confondendo i ruoli negli ultimi decenni..si lo so che questo non c'entra niente con il mio viaggio, ma perchè invece non portare alla luce una possibile differenza o somiglianza tra il popolo italiano e quello di un' altro emisfero? Quindi, visto che tutto è utile alla ricerca nel mio percorso, ora che ho trovato anche questa giustificazione, posso tranquillamente continuare con la mia dissertazione!

Dicevamo, nel grande gioco della seduzione pare si sia smarrito un giocatore, la cosa è preoccupante visto che essendone previsti 2, in mancanza di uno, va da sè che il tutto risulti un pò grottesco..la donna quindi si reinventa cacciatrice e più aggressiva per mostrare all' uomo quello che vuole, abbandonando i trucchetti usati in precedenza che consistevano in "no" che volevano dire "si", passi avanti e passi indietro per resistere ma non far desistere, lanci di lenze a lunga gittata, piano piano ritirati una volta che il maschio era preso all'amo. Adesso no, perchè se la donna riavvolge il mulinello, attaccato all' amo non c'è proprio un bel niente perchè l'uomo non vuole più giocare, carico com'è di troppe sofferenze e insicurezze causate da batoste precedenti, che difficilmente riesce a elaborare, dall'ondata di separazioni violente vissute in famiglia dove la figura del padre non è più quella dell' esempio da emulare ma di un essere cattivo, spesso violento, che terrorizza, che perseguita, che rende la vita un inferno, e in cui lui non vuole rispecchiarsi o d cui imparerà ad emulare la ferocia. La donna non può più permettersi di giocare, perchè in un caso si troverà a partecipare da sola, nell' altro potrebbe rischiare di trovarsi sottoterra...
Tutta questa elucubrazione mi ha portato a credere che l' amore non esisterà, non sarà possibile per le donne della mia e delle prossime generazioni, quantomeno non nel paese in cui sono nata...