martedì 20 ottobre 2015

#Campeche una #bomboniera sul #mare #colores #mexico #cathedral #loterìa #pirates


Riusciamo finalmente a lasciare Mèrida, non senza il dispiacere di non beneficiare più dell' allegria di Maria e dell' ospitalità di Leopoldo, ma siamo diretti a Campeche, senza sapere che ci attende una cittadina bomboniera, coloratissima e vitale anche se poco turistica. Lo testimoniano le risate imbarazzate che suscitiamo nei locals e le strambe richieste dei più giovani di scattarsi una foto insieme a noi, gli estranjeros venuti dall' Europa a visitare il loro centro storico.
Ce ne innamoriamo subito, con le sue stradine reticolate caratterizzate da palazzi a tinte pastello, i suoi caffè che sembrano rubati a cortili cubani, la sua piazza principale dove la bella cattedrale si affaccia su un grazioso giardino che ruota intorno al suo gazebo, mentre la filodiffusione trasmette le note di allegre melodie che allietano il pomeriggio.

Ci lasciamo incantare dai dettagli e dai contrasti, mentre saliamo e scendiamo dagli alti marciapiedi che tengono al sicuro dai "laghi" che si formano in strada dopo gli acquazzoni, che ormai sono una costante delle nostre giornate. Pranziamo all' ora di merenda alla parrocchia, una localino di comida regional che ci da modo di assaggiare qualche specialità del luogo, quale Queso relleno e Camarones empanisados al coco, accompagnati da agua de coco e agua de sandìa, i famosi refrescos a base di acqua e essenza di frutto, quale cocco, anguria, chaya, tamarindo, ananas, etc.

La sera ci vestiamo belli anche noi per assistere alla prima serata della festa campechana che prevede l' esibizione di diversi gruppi di ballerini in abiti bellissimi e colorati, ma purtroppo la pioggia rovina tutto. Il giorno seguente visitiamo il fortino dei pirati, facciamo una lunga passeggiata sul lungo mare, dove Terry da anche prova delle sue doti "palestroidiche", mentre io faccio finta di farmi impressionare dai suoi sollevamenti! Richiamiamo ancora l' attenzione di qualche locale che ci saluta caloroso passando in macchina e ritorniamo all' interno del Barrio San Francisco.
Nel tardo pomeriggio sfioriamo l' incidente diplomatico quando Terry mi lascia al parco pubblico per andare a ritirare qualche pesos al Banco Azteco, in vista del nostro prossimo spostamento. Mi avvicino incuriosita alle tavolate a ridosso del gazebo, dove le abuelitas del luogo stanno giocando a una specie di bingo con cartelle quadrate piene di figure di animali, piante e frutti, su cui ripongono delle pietruzze colorate che si sono portate da casa, mano a mano che la campechana al microfono chiama i numeri: veinte y cinco el arbol, dos paloma, noventa mundo, ochenta y cinco panzòn, sesenta y tres la bailarina..

Essendo che Terry ritarda, mi sono decisa a sedermi ad un tavolo, non mancando  di creare scompiglio, io, extraterrestre europea che si intromette nel gioco de la loterìa della domenica, chiedendo in prestito cartelle e qualche pietruzza ad una abuela e costringendo dirimpettaie e compagne di tavolo a controllare anche le mie 4 cartelle perchè non ci capisco un cavolo, oltre tutte le loro che sono decine e decine. Succede che Terry arriva e siccome non può estirparmi dal gioco, è costretto ad unirsi a me, ma non c'è spazio e in fretta e fuori cambiamo tavolo, portandoci dietro le cartelle, perchè la campechana mica aspetta, e comincia  ad estrarre i numeri, nella fretta mischio le pietruzze datemi in concessione con quelle di un altro tavolo e la abuelita me le richiede indietro con prontezza. Si crea quansi un caso di stato, con queste pietruzze che non tornano alla proprietaria legittima, la loterìa si ferma e i giocatori danno segni di fastidio..e ora spiegaglielo in spagnolo dove sono finite le pietruzze. Il gioco non attende più e per ora la questione è riinviata, ma alla fine della nostra performance, in cui io e Terry in 5 manches non guadagneremo niente mi toccherà fare la spola tre volte tra i due tavoli per mediare alla mia distrazione.

La sera mentre gironzoliamo assistiamo alla bellissima proiezione di un cortometraggio di animazione che racconta la storia di campeche dall'era Maya ai giorni nostri, proiettata direttamente sul porticato lungo circa 40 metri sotto il quale meno di mezz' ora prima stavamo scattando le nostre foto di romanticismo messicano. E' tutto un fiorire di frangipani e flores de Cempazuchitl, tra giaguari, fenicotteri rosa, pesci colorati e templi antichi. Le immancabili calaveras ballano allegre vestendo sombresi e spazzolandosi i teschi, i pirati campechani respingono i conquistadores, le vecchie costruzioni vengono sostituite dagli edifici colorati del Barrio San Francisco, tutto accompagnato da coinvolgenti melodie messicane. Rimaniamo incantati anche quando la pioggia tenta di rovinare ancora la festa. Poi dopo un fragoroso applauso andiamo a cena per l' ultima volta in questo meraviglioso borgo e raggiungiamo el estacionamento Ado per affrontare il viaggio notturno che ci consegnerà al mattino tra le braccia di Pakal, il signore di Palenque, per una nuova fantastica giornata immersi nella affascinante cultura maya.

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