venerdì 9 ottobre 2015

Tappa Dos: Playa del Carmen


Manana numero 2:
Io e Terry decidiamo di spostarci lungo la costa un pò per volta, quindi ricomponiamo gli zaini e dopo aver salutato Alicia, la nostra hotellera e la sua bimba bellissima Isadora, ci incamminiamo sotto il peso degli zaini e un sole infuocato verso la parada del bus R6, che non troveremo e a cui preferiremo il passaggio di Gregorio il tassista.
Una volta sul combi (bus locali a buon mercato) diretto a Playa del Carmen ci godiamo il tragitto tra i sali e scendi degli autoctoni, le frenate al limite, dell' autista che se non ci fossero i sedili davanti a fermarti saresti di lungo spiaccicato contro il vetro e i mille cartelli stradali che si susseguono senza posa per ricordarti di visitare questa o quella attrazione, naturalistica o artificiale.


A Playa fa un caldo disumano, il nostro cuarto è situato in una palazzina non troppo lontano dalla Avenida cinco, ulteriore zona turistica da americani che amano farsi svuotare le tasche con divertimenti posticci. Facciamo un giro per renderci conto ma diventiamo subito critici e preferiamo allontanarci..i nostri discorsi, per citarne uno sono di questo stampo: "guarda quello lì, che faccia da coglione..si un coglione da 5000 pesos a notte..che schifo..che poi,  dormirai anche in hotel super sfarzoso, ma sei sempre un coglione!" . Ecco, io lo so che quando si prende questa piega qua, è meglio tornare alle Avenidas limitrofe, quelle con i localini caratteristici, con le proposte tipiche dove gli avventori sono principalmente messicani e dove oltre a mangiare bene e bere meglio, puoi assaggiare anche la miglior tipicità del luogo: sorrisi inclusi nel servizio e la curiosità di scambiarsi informazioni come sanno fare ancora i veri esseri umani. E allora Tequila!!


 Vista la "sbranda" della sera precedente, sono titubante nel constatare che Terry desidera ordinare un Margarita, non credo che il suo corpo da oggi abbia deciso di reggere meglio l' alcol  rispetto a ieri, ma sembra così convinto che non me la sento di fare l' avvocato del diavolo. "Senor, dos Margaritas", ordina al camarero che torna entro pochi minuti con due coppe ricolme.... e un immaginario biglietto per la "cama" che di li a poco verrà il povero Terry riverso sulle lenzuola da cui non si alzerà più fino alle 6:3o della mattina dopo!

Naturalmente non prima di aver collezionato un pò di figure de mierda al supermercato, dove tocchiamo e maneggiamo ogni assurdo frutto che ci capita per le mani, mentre un commesso con cuffietta in testa e microfono si aggira lungo i corridoi informando attraverso le casse (esatto..non gli altoparlanti, la filodiffusione o altre diavolerie moderne..ma casse da concerto, appoggiate ad altezza orecchio su bancali colmi di prodotti) del quantitativo di offerte e promozioni di oggi! Molto anni 80!
Successivamente, da buona psicopatica in vacanza, indosso il mio completo da crossfit e mi lancio in una corsa tra le strade sconnesse che si estendono intorno al nostro appartamento, durata totale della pratica: 15 minuti. Quando al mio rientro, marcia di sudore, Terry apre un occhio per sincerarsi che non sia Isidro il vecchio proprietario della posada, mi chiede sbiascicando "ma sei già tornata? Quanto è passato..dieci minuti?". Io punta nell' orgoglio e ancora ansimante per lo sforzo appena sostenuto rispondo falsissima " ehm..stava venendo buio, non volevo che ti preoccupassi!", il naso mi si allunga talmente tanto che quando faccio per voltarmi per raggiungere la terrazza dove mi concederò un fresco stretching tra le zanzare, per poco non buco l'armadio.
Terry ritorna riverso a faccia in giù, per nulla preoccupato, ancora tronfio di Margarita.


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