sabato 10 ottobre 2015

Isola di Cozumel - scassoni, murales e mar dei caraibi

Sabato diez de Octubre
Playa del Carmen
Horas :Siete de la manana


E anche questa mattina, nel silenzio del salottino di Playa Natural, fronte a la ventana cerco ispirazione. Terry mi chiama "piccola Hemingway", non è difficile avere lo sguardo perso in queste albe messicane, rincorrendo immagini e pensieri per cercare di raccontarli come li si è vissuti. Ci si prova. La traduzione non sempre è all' altezza delle emozioni. Quasi mai.
Cozumel non ci aveva attratto particolarmente, ma in qualche modo ci siamo ritrovati a percorrere tutta la Avenida cinco hasta el tope per imbarcarci sul ferry che ci ha rigurgitato sull' isola, insieme ad uno sparuto numero di curiosi.

Se possibile la giornata è ancora più calda delle precedenti. Non so se è per evitare il panico o per arretratezza, ma in giro termometri o pannelli che indicano la temperatura non se ne vedono, e forse è meglio così. Cerchiamo l'ombra lungo la strada principale che è completamente esposta al sole, non fosse per le folate di aria condizionata che fuoriescono dai negozi uno in fila all' altro saremmo sciolti, ci infiliamo nella rentadora e noleggiamo il nostro primo mezzo di quest' avventura: un motorino scassone che dopo 300 metri è già morto! Torniamo indietro a spinta, più infiammati per la rabbia che per il caldo, aumento il passo perchè voglio essere io a mangiare la faccia a quel cerdo di Antonio che ce l' ha appena consegnato. Entro nel tugurio spoglio che fa da garage e sbatto l' elmetto sul banco mentre stà facendo firmare il contratto numero 1002 ad altri due fiduciosi clienti e gli intimo " cambiami subito sto motorino prima che mi incazzi! ". Lo guardo brutto. Lui poco si scompone e chiama Miguel che tira fuori dal garage un altro scassone da portare in strada. Ripartiamo.
Inizialmente in silenzio. Facce lunghe, non vedo quella di Terry che è intento a guidare ma la immagino, visto che tra i due io sono quella calma..e ho detto tutto! Arieti..fuoco..e ci dispiace per gli altri!
Io stò maledicendo di essere su quest' isola, lui forse anche, fatto sta che continuiamo ad andare avanti alla ricerca di non so che, ma qui ci sono tutti questi beach club e mi sento condannata a uniformarmi all' idea di vacanza consumistica, ma non può essere tutto così. Continuiamo ad andare avanti, la mappa indica che sul lato opposto dell' isola ci sono anche spiagge " naturali ".
La Punta Sur, la curva fricchettona è la nostra prima fermata, qui un baretto con tetto di paglia da il benvenuto ad avventori rasta e non. Proseguiamo finchè Terry localizza quello di cui abbiamo bisogno: un cocco da bere e poi da mangiare a pezzi, mentre sprofondo i piedi nella sabbia morbida e fine in riva al mare. Quando ha queste iniziative segrete mi riempie il cuore quel Terry li! E finalmente sorridiamo!

Il sole picchia verticale, qualche nuvola ci da sollievo lungo il viaggio su questa unica strada che percorre l' isola; sulla nostra destra il mare e ormai neanche più l' ombra di un beach club, per la mia soddisfazione, sulla sinistra acquitrini dove si bagnano pseudo cormorani e affini o selve fittissime di un verde rigoglio. Di tanto in tanto, su qualche palo bianco, stà appollaiato un avvoltoio nero..il contrasto è ineccepibile. Su un lungo spiaggione di sabbia d' oro troviamo gli ombrelloni di legno e paglia già visti a Cancun e finalmente ci scolliamo dalla sella dello scassone, l' acqua è più calda che fresca, la sabbia soffice sul fondale basso ci invita a camminare tra le onde verdi, stiamo dentro l' acqua due ore, sbeffegiando i turisti che arrivano, parcheggiano i Maggioloni colorati a bordo strada, si mettono in posa sulla palafitta di legno con il mare alle spalle e se ne vanno, senza godere in pieno della frescura rigenerante del mar dei caraibi.


 Il sole inizia ad abbassarsi e la luce si fa più morbida e languida, mentre montiamo in sella ancora impanati di sabbia d' oro e raggiungiamo un chioschetto lungo la strada per rifocillarci a zumo de manzana (mela) e thè verde al mango, sgranocchinado botanas (eh, lo so...).
Mentre ci riavviciniamo alla civiltà iniziano a ricomparire sulle case i meravigliosi murales che decorano tutti i luoghi visitati finora...se c'è qualcosa che non manca in Messico è l' espressione, l' arte, i colori e la poesia, di immagini e parole fissate eternamente sui muri delle sue strade. Abbiamo deciso di impiegare quest' ultima ora a scovarli tutti, perciò molliamo lo scassone alla rentadora, non senza un ringhio da parte mia per ribadire il concetto e ci tuffiamo tra i vicoli di Cozumel.

Cellulari alla mano, macchina fotografica, bottigliette di manzana fresca e succo di cocco e ananas, cioccolatini fatti a mano al lime, tequila e cocco, o al mezcal e peperoncino..e il sole si abbassa e avvolge tutto, arrotonda gli spigoli, ammorbidisce i contrasti. Il mare diventa grigio e la luce si arrossa sull' orizzonte, perde d' intensità fino a sparire dentro l' acqua mentre con gli ultimi raggi infiamma le nuvole e colora i contorni. Pace. Animo quieto. E l' umano giusto con cui condividerlo.


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