mercoledì 14 ottobre 2015

Laguna de Bacalar - colores y sonrisas



Trece de Octubre
LLevado de Bacalar, Quintana Roo
La laguna de los 7 colores

El camiòn ADO, che tutti pronunciano ADeo, lascia Tulum alle 14:30, diretto a sud, per depositarci circa 3 ore dopo a Bacalar, dove pare ci sia una laguna con l' acqua di 7 diverse tonalità di blu. Il viaggio è noioso e monotono, sulla Ruta 307 che corre dritta come un fuso da Cancun a Chetumal, in mezzo alla selva Yucateca.
Incontriamo pochi villaggi..Limones,Andres..Sale poca gente.

La fermata più significativa è quella a Felipe Carrillo Puerto, in una quasi vera stazione dei bus, dove due donne attendono l' arrivo dei passeggeri per salire a bordo con due cesti ricolmi di tortillas già farcite con insalata, cipolle e salse a piacere. Con un braccio reggono tutto il peso del cestino, con l'altra mano riempiono i vassoietti di tacos.. e poi trick, ricoprono tutto con un telo di nylon trasparente per proteggerlo dalle mosche. Sull' avambraccio, all'occorrenza sta appeso un secchio con dentro bebidas e refrescos a base di manzana (mela), tamarindo, coco y pina (ananas). Tutto con l' espressione più fiera e una padronanza dei movimenti degne dei migliori professionisti.

Le guardo rapita dal finestrino, mentre continuano il loro servizio anche a terra, prendono i soldi, li infilano nella tasca del grembiule, danno i resti, tutto con quella unica mano libera e con quella che spunta da sotto il cesto riescono pure a sventagliarsi con i vassoi, se non sono intente a riempirli. Quanta eleganza nella loro fisicità tozza. Non riesco a non trovare le donne messicane di un fascino incommensurabile. Proprio vero che l' estetica non conta un cazzo! Puoi avere il musetto da gattina, le curve modellate, i vestiti migliori e le movenze da gran seduttrice, ma non vali niente a confronto di chi si sente bene nel corpo che abita, di qualunque fattezza esso sia.

Le donne messicane sono belle di quella bellezza senza storie, tipica dei luoghi che non possono permettersi il lusso di torturarsi il cervello con le stronzate dei paesi sviluppati. Le donne messicane hanno sorrisi sinceri, perchè non si domandano cosa pensi di loro mentre le guardi, hanno capelli neri come la pece, lucidi e corposi e denti bianchissimi che mostrano ad ogni occasione. Le donne messicane non risparmiano sui sorrisi e gli uomini messicani hanno occhi buoni e paterni, la pelle color della giada o del caramello. Alcuni sono chiaramente figli di antiche etnie, con nasi curvi e zigomi sporgenti, altri sembrano orientali e hanno il volto piatto, altri ancora non sembrano neanche messicani, che sono bellissimi ugualmente.

Stamattina quando cercavo la "parada del Ado", la fermata del bus, ho chiesto indicazioni ad un omino sulla sessantina con la pelle di caffelatte e gli occhi azzurri come l' acqua della Laguna...ah già la Laguna, quello era il tema del post, prima che mi perdessi in dissertazioni sulla bellezza messicana..la Laguna è il tesoro di Bacalar, che altrimenti rimane un pueblo modesto e ostico a diventare turistico. Non ci sono avenidas con negozi di souvenir, nè ristorantini esotici. Solo casupole con il tetto di paglia annerita dal sole, o quadrati di cemento, colorati con tinte sgargianti che si stagliano in eccezionali contrasti cromatici contro un cielo azzurro da far male agli occhi.

 Insegne scritte a pennello, delicate, squadrate, con contorni e ombreggiature, da gente che lavora come Dio comanda. Niente murales. La avenida uno, il lungolago, è un susseguirsi di cancelli che delimitano l' accesso all' acqua per garantirlo agli avventori delle posadas che hanno la fortuna di stare sull' acqua, ognuna con il suo prato verde e il suo pontile che affonda nella sabbia bianca della laguna. Questa mattina dopo el desajuno, finalmente troviamo l' acesso municipal e allora anche noi possiamo tuffarci dal nostro pontile tra le acque turchesi del Bacalar.


 L'acqua è calda, e limpidissima, di un colore incredibile. Sembra di essere immersi in un' enorme piscina col fondo sabbioso, vedo chiaramente decine di pesciolini trasparenti che mi nuotano intorno alle caviglie. Io e Terry non ci stiamo credendo a tutta questa bellezza, e a questo cielo indaco, e a questi tronchi d' albero spogli e bianchi che si affacciano sulle acque turchine per immergerci le dita, e a questo verde della vegetazione che contiene le sponde che sembra esplodere di brillantezza e di luce. E questo turchese, e quell' azzurro, seguito da altro turchese e poi dal blu. Contiamo 4 colori dalla nostra prospettiva, più in là non riusciamo a vedere.
Due falchi color cioccolato sorvolano l'acqua. Nel cielo una miriade di nuvolette pannose e soffici aumentano, se possibile il senso di vastità e imperturbabilità della laguna, sogno di stare qui per giorni in contemplazione a vederle passare. Due coppie di ragazzini con le divise scolastiche vengono a cercare un pò di refrigerio, un bagnante singolo immerso fino al collo ride degli autoscatti stupidi che ci facciamo io e Terry, il pontile scricchiola sotto i nostri salti.
E' tempo di lasciare la Riviera Maya, scrivo le mie impressioni dal sedile lungo, in fondo al Meyez per Valladolid, Terry sonnecchia accanto al finestrino dopo aver sgranocchiato platanos fritos, la strada è piena di buche, la sua testa dondola appoggiata allo schienale, faccio fatica a tenere il notebook fermo sulle gambe. Il sole accompagna il nostro viaggio.



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