martedì 27 ottobre 2015

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22 de Octubre llegada a TGZ (Tuxtla Gutierrez)
y viaje con destino al Pacìfico


Felici del ritorno dell' amato sole che ha lavato via la tristezza dai nostri animi, decidiamo che ci siamo meritati un pò di relax, quindi passeremo la notte non lontano dal Canon, a Tutzla Gutierrez, capitale dello stato del Chiapas che ci stà ospitando da Palenque e che si merita un pò di attenzione in più. Tuztla in effetti non è la capitale che ci si aspetta, non è moderna, non è curata, ma non si può dire che manchi di vitalità. Oltre che di traffico. Per nostra fortuna abbiamo localizzato un hotel che pare un' oasi felice in mezzo ad un marasma confuso e infetto. Per la prima volta mi sento infastidita da quello che mi circonda. Forse devo solo sfogare un pò di frustrazione accumulata finora.
Varcata la soglia del San Miguel il rumore si attutisce e sono pronta a sorridere anche al cicciollo della reception che cerca di incularci col cambio sul prezzo della camera, che comunque non riesce nell' intento. Questa cosa di modificare i prezzi a seconda della nazionalità degli ospiti deve finire, fortuna che l' arma booking.com è seconda solo al Napalm.

Lavati e profumati ci avventuriamo per l 'Avenida Central che col favore delle tenebre prende sicuramente qualche punto in più, diventando persino affascinante nei pressi dei giardini, dove nel gazebo centrale si suonano melodie locali con l' immancabile xilofono gigante. I ciudadanos ballano, altri osservano seduti in file come a teatro.
Per stasera facciamo i turisti, così andiamo a testare il folclore locale in un ristorantino atto proprio allo scopo di far conoscere e conservare le tradizioni chiapaneche attraverso uno spettacolo colorato di danze e suoni, mentre viene servita la cena a base di piatti tipici. La star della serata è il pumpo, un cocktail a base di ananas, cocco, lime e vodka, servito attraverso una zucca a borraccia tra urla e scampanellii, che informano tutto il locale che anche al tuo tavolo si spendono 150 pesos per qualche minuto di notorietà.
Parte dal bancone la prima scampanellata, i campanelli sono attaccati al soffitto e il camarero agita la cordicella gridando "sale el pumpooooo!" , gli altri camareros gli fanno il coro da ogni lato della sala, qualsiasi cosa stiano facendo, sia sparecchiando, sia portando i piatti, sia rifacendo un tavolo. Poi il camarero con il nostro vassoio con sopra la zucca e due bicchieri guadagna il centro della sala, sulla pista dove si esibiscono i ballerini, e suona il campanello chiamando a gran voce "el pumpo", ancora echi, finche arriva al nostro tavolo urlando "llega el pumpo", scampanella, versa dalla zucca nei nostri bicchieri la bevanda e ci gira le spalle urlando "se va il pumpo".
Ora tutte le volte che ne vogliamo ancora non ci resta che tirare la cordicella sopra il nostro tavolo e scampanellare. Lo xilofono inizia a suonare e i ballerini ci mostrano il Chiapas nei colori dei loro costumi.
La mattina successiva il sole con i suoi 31 gradi ci accompagna ancora.
Prima di addormentarci abbiamo saputo che la perturbazione che ci segue da Tulum si è trasformata in uragano e raggiungerà terra nelle prossime ore. Inizio a fare le congetture inutili che si fanno in questi momenti : ecco perchè il sito non mi faceva comprare i biglietti aerei due mesi fa... ecco il perchè di quella sensazione dell' ultimo minuto di dover cambiare meta, e con questa sono due, l' anno scorso in australia l' ho scampata per 1200 km, stavolta non la scampo..devo saperne di più. Appena mi collego all' ansa scopro che ci si aspetta una catastrofe di proporzioni bibliche, uragano di categoria 5, il più potente e devastante mai registrato, si abbatterà sul Jalisco, a circa 1500 km da dove prevediamo di essere in serata, penso all' anno passato, 1200 km di distanza sono stati sufficienti. Si muove di 20 km all' ora, prevedono venti ai 380 km orari e onde di 120 mt..ci siamo..siamo in un film di fantascienza!
Che questo sole sia la famosa calma prima della tempesta? Eppure mi sembra assurdo. Dicono che si sfogherà nelle prossime ore prima di dirigersi verso il Texas. Non siamo minimamente minacciati, al massimo percepiremo un pò di vento e qualche rovescio. Gli esperti di uragani hanno deciso. Si parte per Salina Cruz, ormai crediamo nel sole perciò abbiamo bisogno di associarci il mare, la tabella di marcia deve essere rispettata! Avremo il nostro epilogo caraibico, pur avendo abbandonato il Caribe ormai da tempo, uragano del cacchio!
Il viaggio è lentissimo, ma alla fine arriviamo alle 8 di sera a Salina Cruz, ci facciamo consigliare un hotel per il nostro budget che rispetti almeno i nostri canoni di pulizia e decoro, visto che questa volta internet non ci ha aiutato, invece ci mandano in una stamberga agghiacciante cupa e sinistra. Terry è sempre imbarazzato quando si tratta di rifiutare qualcosa, che si tratti di ristoranti che non ci convincono o di cianfrusaglie che provino a venderci. Il fatto è che non amiamo molto il tentativo di vendita aggressiva che dilaga da queste parti. E io invece non sono capace a nascondere la delusione che mi si dipinge in volto quando qualcosa non corrisponde alle mie aspettative..però in qualche modo bisogna dirglielo a questo disgraziato che se non rinfresca un pò la situazione qui la gente non ci viene, mi basta conoscere il prezzo attribuito al tugurio per farmi passare ogni delicatezza nel rifiutare l' offerta! Ringraziamo e andiamo oltre. Sosta riflessiva in un cafè italiano (pseudo..)con wifi (per le nostre ricerche) dopo aver visto cosa offre la cittadina...dunque..è deciso, prenderemo un autobus che ci porterà a Huatulco, dove siamo sicuri di quello che ci aspetta! Io cerco il bus, Terry cerca un letto a destinazione..spippoliamo coi nostri cellulari come due invasati, poi solleviamo le capocce trionfanti: abbiamo 3 ore di tempo prima del bus, al nostro arrivo ci presenteremo all' hotel che abbiamo prenotato dove pare troveremo un' ospitalità eccellente e camere confortevoli e abbiamo anche localizzato un ristorantino niente male poco distante da dove siamo seduti. Soddisfatti ci andiamo a rimpinzare di Camarones a la plancha y Camarones rellenos bevendo agua de Sandìa. Poi, zaino in spalla saliamo sull' Ado diretto a Huatulco. Il viaggio comincia e ci assopiamo nelle nostre poltroncine reclinabili in fondo all' autobus. Nel dormiveglia ci sentiamo sballottati un pò più del previsto, rimbalziamo uno contro l' altro, poi Terry apre un occhio proprio nel bel mezzo di una curva a gomito in salita e tra gli spiragli della tenda vede fogliame a non finire. Gli passa il sonno istantaneamente, mi prende la mano e lo sento dire.."ma qua..come ci vogliamo arrivare a Huatulco?". Apro gli occhi e mi ritrovo immersa nel buio dell' autobus sprofondato nel sonno, guardo fuori e anche la strada che stiamo percorrendo ad alta velocità, tra strattoni e sterzate è completamente buia e immersa nella vegetazione.
Curve a non finire, Terry aggiunge "sembra di essere sul Raptor a Gardalan...eravamo a Salina Cruz, abbiamo preso il Raptor e siamo arrivati a Huatulco!" iniziamo a soffocare le risate mentre il bus continua la sua folle corsa, ma si sa che lacrime e risate, più si cerca di trattenerle, più spingono per uscire..sghignazziamo senza riuscire a fermarci e ogni volta che sembra passata Terry tira fuori qualche altra cagata sul Raptor e io riprendo a soffocarmi..poi tocca all' autista, il rally dell' Ado, i passeggeri che dormono di lungo, i sorpassi dei camion al buio..sto per morire e lui non accenna a smettere, poi alla fine arriviamo. Il pavimento del bus sembra quello di una discoteca dopo uno schiuma party! Qualcuno deve aver perso il bagnoschiuma nel tragitto..mentre ci avviciniamo alla discesa Terry mi molesta ancora " Guardilo li Colin " alzando il mento a indicare l' autista che con la faccia da mezza età e gli occhiali sul naso, tutto ci sarebbe sembrato fuorchè il pilota isterico che si è rivelato. Recuperiamo gli zaini e ci facciamo portare all' hotel.

Ci accoglie una stanza bianca e blu, con letto king size e accesso diretto alla piscina..sono le 4 del mattino..sprofondiamo in un sonno profondo fino a mezzogiorno. C'è ancora il sole..tempo di spiaggia, mentre ci avventuriamo fuori nel cortile bianco e azzurro del Delphinus, ci viene incontro Roberto, gambe secche, faccia buona, capelli ricci rossi. Ci chiede se vogliamo un giretto ricognitivo per le baie, ci porta lui, solo che ha un cane morto nel bagagliaio..sta andando a sotterrarlo..ooook..lui e la sua compagna Blanca fanno parte di una associazione chiamata Palmas unidas e cercano di prendersi cura dei cani calleros di Huatulco e di educare la gente alla cura dei propri animali, offrendo servizi veterinari a proprie spese.
Saliamo sul carro, io e Terry davanti, l' odore acre del perro dietro. Roberto ci porta a vedere le baie di Huatulco: la Chahue, di fronte all' hotel, bella, ecologica, selvaggia. Le correnti sono forti qui, può essere pericoloso. Poco distante c'è la baia di Santa Cruz, la vediamo dall' alto e non ci sfugge il colore azzurro e verde del mare pulito, oltrepassiamo la baia della Marina militare, ci mostra una spiaggetta segreta, el Violin, ma in questi giorni gli effetti dell' Uragano hanno reso le calette come questa un pò troppo esposte alla violenza delle onde. Scendiamo a la Entrega, dove Pancho Villa è stato fregato da un nostro connazionale e venduto agli Spagnoli.

Facce di circostanza, Roberto ridacchia, " no hay problema, yo soy italiano tambièn..mi abuelo..era de Bolsano!". Ci scatta una foto con la scogliera alle spalle, e mentre regrezamos al carro, lo miro y le digo que ahora que lo veo su cara es como la de la gente de norte y este de Italia, lui sembra divertito. "Si?" mi chiede pimpante, e io glielo dico che si, che ha quel naso e quegli occhi e quella forma del viso, "y como son" mi chiede, "los mejores de la peninsula" gli dico io, e lui sorride ancora di più. Per accedere alla spiaggia bisogna passare da uno dei tanti ristorantini che si appoggiano alla sabbia con capanne e tavoli di plastica, ognuno con la tovaglia differente dal ristorante accanto. Non si paga l' ingresso ma si ha l' obbligo della consumazione minima. A noi sta bene, è quasi l' ora di pranzo e l' aria è pervasa da profumi invitanti di mariscos. Ma Roberto è scrupoloso, dice che c'è troppa gente, lui vuole che stiamo bene e si offre di portarci a Maguey, poco distante ma molto più grande come spiaggia.
Ci fidiamo di lui e ci piace la sua ospitalità. Maguey è bellissima, accediamo alla playa tramite il ristorante di Sandra e ci sediamo affamati ad un tavolino a pochi metri dalla' acqua, i piedi immersi nella sabbia gialla. Sandra ci porta un piatto di ostriche per tappare il buco. Terry le studia incuriosito, poi decreta che non gli dispiacciono. Pollice su per le nuove scoperte. Mentre aspettiamo i Camarones a la Veracruzana y Camarones con mantequilla y mojo de ajo, ci andiamo a fare un tuffo rinfrescante nelle tiepide acque della baia. qui onde non ce ne sono, siamo protetti all' interno dell' insenatura. Stiamo tutto il giorno in acqua, a rilassarci sospinti dai flutti, guardando i pesci con la maschera intorno alla piccola barriera di coralli blu e bianchi.
Se resto immobile sulla superficie e tendo le mani davanti a me i pesci neri panciuti incuriositi si avvicinano e riesco a toccarne due. Mai successo prima. Ho accarezzato un pesce. No il delfino non lo è, è un mammifero. Poco prima del tramonto salutiamo Sandra e saliamo su un taxi collettivo che ci porta a casa. Dietro io, Terry e una donna giovane, lasciamo il posto davanti alla vecchia pensando di farle un piacere, anche se non ne sembra molto entusiasta. Dopo due curve il taxista rallenta per raccogliere un altro passeggero con valigetta ventiquattrore. Io e Terry ci guardiamo come a chiederci dove potrà mai sedersi..la risposta non tarda arrivare, quello apre al portiera anteriore e si siede in braccio alla vecchia!
Ecco perchè non era contenta! Passeggiamo con la manina lungo il marciapiedi che ci riporta all' hotel, realizzando di quanta tranquillità e silenzio goda questa posto. Non c'è un rumore, solo silenzio, sento le orecchie fischiare. La mattina dopo ci mettiamo in testa di andare a la Entrega a piedi. Sudiamo come porcelli mentre ci arrampichiamo al mirador, a picco sulla baia che ospita la baia della marina militare e da cui si vede il porticciolo di Santa Cruz per le imbarcazioni che portano alle altre baie. Siamo stoici, e un pò abelinati e arriviamo alla spiaggia spossati. Ci facciamo un cocco per riprenderci, il tempo si è guastato un pò. E' il momento giusto per un pulpo a la mexicana y uno encebollado..quanto ci piace mangiare!!
Ho un pò di remore a ordinare una cerveza per paura della maledizione della Negra Modelo, così ripiego sulla Modelo Especial. Sazi di mare e playa ci rimettiamo in cammino para regrezar a nuestra habitaciòn, ma l' ultimo pezzo di discesa che ora si è convertito in salita mi fa pentire di aver rifiutato il taxi facendo la stoica con Terry. Vedo passare le macchine dei Messicani e quasi mi infastidisco perchè a nessuno gli viene in mente di darci un passaggio, Terry mi fa notare che noi non lo faremmo, sento arrivare un carro, cerco di incrociare lo sguardo dell' autista, poi provo ad alzare un braccio, lui ci supera e si ferma a bordo strada, mi giro a guardare Terry " ci da un passaggio!!!" gli dico, "no non ce lo da!" mi dice lui, mi rendo conto che lo sto guardando come se gli stessi chiedendo " possiamo? dai Terry possiamo prendere il passaggio?", lui non dice niente, io mi giro, il carro è sempre li fermo, inizio a camminare più veloce, gridando "ce lo da, ce lo da!", mi giro a guardare Terry che prosegue alla stessa andatura, ma di fatto non mi sta dicendo di fermarmi.
Per me è sufficiente per iniziare a correre un pò di più, finchè raggiungo il finestrino e ci trovo dentro un ragazzo messicano con la divisa dell' hotel Las Palmas che mi saluta gentimente e si offre di portarci fino al centrocittà, chiamo Terry per incitarlo a raggiungerci e saliamo insieme sul sedile davanti. Il pickup riparte e dopo pochi minuti raccoglie un altro ragazzo che incredulo si accomoda nel cassone. Il nostro benefattore fa il concierge, stà andando a prendere servizio e ci racconta che stà lavorando per mettere da parte i soldi per il suo prossimo viaggio. Vuole venire in Europa, vedere Castelli e città medievali, come Bruges e andare in Germania a vedere i luoghi della seconda guerra mondiale, gli dico che deve assolutamente andare in Normandia sulle Route de la guerre, dove troverà testimonianze a non finire. Rientriamo in hotel giusto in tempo per farci reclutare da Roberto ad aiutarlo a portare l' acqua ai perritos che vivono al basurero municipal.
La scenario è avvilente. Rumenta, cani pelle e ossa e avvoltoi neri che aspettano il loro turno per banchettare. C'è anche gente che vive qui, come Fidel, che dà una mano a Roberto a riempire le mezze taniche che usa come abbeveratoi. Un groviglio di rami a terra fa da tana ad una perra che ha partorito 5 cuccioli e li ripara dagli artigli degli avvoltoi. Roberto ci racconta della campagna di sensibilizzazione che stanno facendo per educare la gente alla sterilizzazione. Al basurero vivono circa 900 cani, la maggior parte dei quali si nasconde nel bosco che lo delimita, cibandosi della fauna che lo popola, contribuendo alla sua quasi totale estinzione, il governo non se ne interessa ed è per questo che è nata l' associazione Palmas Unidas. Roberto ci invita a casa sua e finalmente conosciamo Blanca, la sua esposa. L' ampio soggiorno è un museo della musica inglese degli anni 60-70-80. Alle pareti poster dei Beatles, degli Who, Rolling Stones e di Bowie. Ci presenta i suoi pappagallini, Peter Gabriel e Freddy Mercury, il primo fischia fortissimo quando sente Roberto chiamare il cane Emilio.
Poi ci porta sul tetto, dove c'è la cupola blu che si vede dalla strada, il cielo è rosso che ci colora la pelle, quella di Roberto si confonde con il colore dei suoi capelli, mi permette di salire sulla cupola, Terry mi segue con le mani, ci scattiamo una foto tutti e tre, ci sentiamo vicini. Roberto ci parla del suo progetto artistico per ora abbandonato di trasformare los cuartos che si affacciano sul giardino in laboratori-abitazioni per scrittori e pittori. Ce la farà, lui agarra la buena honda. Ci invita a unirsi a lui e Blanca per la cena in un piccolo localino dove servono la parillada argentina, è il suo ultimo giorno di carne, da domani forse sarà vegetariano, forse si depurerà solo per un pò. Accettiamo senza neanche consultarci, onorati della proposta. Sappiamo già che ci mancherà Roberto, la sua naturalezza nel coinvolgerci e nell' offrirci la sua conoscenza, i viaggi sul suo carro io e Terry seduti uno in braccio all' altro su un unico sedile, stretti e abbracciati e sorridenti, l' energia, l' universo, il karma e le buone persone.
I casi della vita, le situazioni, le seconde chance e gli incontri fortunati. A metà strada verso casa ci facciamo lasciare a terra, abbiamo bisogno di camminare noi, di somatizzare e far scorrere dentro e fuori tutte queste emozioni che si agitano dentro, senza parlare, senza dircelo che ci sentiamo ricolmi e traboccanti.
Buena suerte amigo y gracias por todo.


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