lunedì 12 ottobre 2015

Dìa cuatro: aventura en la cueva


Sabato diez de Octubre,
por la noche
Directamente da la tienda de los flores
in Tulum.
Sucesivamiente de la amaca en el Jardin

Abbandonata a malincuore la nostra stanza al Playa Natural, salutiamo il vecchio Isidro, che abbiamo fantasticato essere alla stregua del maestro Miyagi, all' apparenza un vecchio rincoglionito che si rivela un fine conoscitore delle arti marziali e ci piazziamo sulla strada principale in attesa del primo taxi che ci raccolga e ci porti al deposito dei combi per continuare la nostra discesa verso il sud del paese.

Essendo gli ultimi avventori ci guadagniamo i posti d'onore vicino all'autista così Terry può fotografare tutti cartelli stradali che ci vengono incontro, mentre io fingo di leggere il giornale.
Il combi ci lascia davanti all' ingresso del Cenote dos Ojos, a meno di 20 km dalla nostra destinazione finale di questa giornata, Tulum.

C' è prima da spiegare cos'è un Cenote: diversi opuscoli parlano di pozze d' acqua createsi dal cedimento del suolo e in effetti alcuni sono proprio laghetti in cui immergersi, ma nel concreto pare si tratti di fiumi sotterranei, che in alcuni punti, erodendo la superficie della terra escono allo scoperto palesandosi in tutta la loro cristallina bellezza, tra grotte, anfratti, stalattiti e colonne sommerse.
All' ingresso dell' area ci accolgono Miguel y Juan, due piccinissimi hermanos con la faccia sorridente, talmente piccoli da farci sentire dei giganti, Juan ci accompagna in auto per i 2 km di parco che ci separano dal cenote, raccontandoci della riserva che stiamo attraversando dove vivono giaguari e altri animali in libertà, uno scoiattolo ci attraversa la strada.

Ci immergiamo nel primo occhio, che visto da fuori  sembra semplicemente una pozza d' acqua statica sovrastata da un tetto di roccia scura e irregolare, mentre sotto nasconde un regno profondissimo e misterioso. Dove la roccia sembra creare un limite invalicabile, appena sotto il pelo dell' acqua si aprono invece spazi infiniti da esplorare..i divers sul fondo, con le torce illuminano gli anfratti e io li seguo da sopra, nuotando tra le bolle sprigionate dai loro respiratori, mi faccio solleticare la pancia dalle bolle mentre mi sembra di essere l' occhio di una telecamera che riprende un' avventura nelle profondità della terra.
E' bellissimo quello che sento. Piccoli banchi di pesci sfilano davanti alla mia maschera, tutti insieme, un gruppo compatto e ordinato, quindi mi lancio all' inseguimento, per nuotargli in mezzo e vederli aprirsi a ventaglio per poi ricomporsi una volta che sono passata. E' ora di esplorare il secondo occhio e prepararsi a rimanere a bocca aperta..(metaforicamente, chiaro!)
Anche qui, sembra di trovarsi in un semplice laghetto coperto, ma appena sotto il pelo dell' acqua, un mondo sommerso e immobile, fatto di stalattiti che dal soffitto si tuffano in acqua, intorno alle quali puoi nuotare, stanze infinite si aprono per metri, impreziosite da concrezioni che dal suolo puntano verso l' alto e tu ti immergi guidato da quella curiosità e dal desiderio di scoperta, sempre più giù, con la torcia in dotazione scandagliamo i fondali, illuminando piccoli organismi e tesori di roccia, gruppi di pinnacoli come una famiglia di barbapapà ci guardano dal fondo, colonne bianche e sinuose si allungano sott' acqua, custodi di questo magico tempio eterno e quasi inviolato.


Ci infiliamo in un immaginario corridoio di stalattiti fino alla grotta del murcielago, si sta al pelo dell' acqua, il soffitto è troppo basso per alzare la testa, quindi si respira col boccaglio, vado sotto per avere più visibilità ma mi accorgo che tra sopra e sotto è tutto diverso, sopra il pelo dell' acqua lo spazio è ristretto e bisogna limitare i movimenti, sotto invece ci sarebbe spazio per un capodoglio, riemergo un pò troppo ottimista e cozzo contro il soffitto, pareti intorno, panico, bevo. Adesso so come si può facilmente perdere la calma nelle grotte marine. Terry mi soccorre e riemergiamo in una stanza pseudo circolare, quasi completamente buia ad eccezione della luce che filtra attraverso un foro sul soffitto.
A naso in su, contempliamo una volta costellata di piccoli candelotti di roccia chiara da cui pendono e a cui si aggrappano decine di piccoli pipistrelli neri..ed è qui che vi presentiamo la Stephanie, si perchè la poesia è bella, suscita emozioni, ma il gossip..il gossip è irrinunciabile. Come spesso accade, ad ogni attività di gruppo, escursione o visita guidata si prenda parte, corrisponde un partecipante idiota, è proprio un' equazione imprescindibile. Ma, quando la demenza si presenta in coppia allora si è di fronte all'esperienza delle esperienze, una sorta di incontro ravvicinato del massimo tipo. Stephanie e il suo compagno, già sono di nazionalità differenti, quindi è bene sottolineare che già tra di loro NON si capiscono, questo naturalmente spiega come sia possibile che due esseri del genere possano relazionarsi in un rapporto di coppia che non sia quello che giornalmente abbiano con i calzini, gli occhiali da sole o il proprio telefono cellulare. Lei parla spagnolo, quindi dovrebbe essere avvantaggiata in questo contesto, ma darà prova del contrario abbastanza presto, lui è americano, quindi per diritto di nascita (chissà quale!?) il Cenote è suo!
Stefanie fuori dall' acqua cammina come una papera con le infradito, e dentro l' acqua nuota alzando schizzi con i piedi talmente alti che se la Cagnotto ne alzasse la metà dopo un tuffo da 10 metri, i giudici, all' unanimità, la squalificherebbero a vita dalle competizioni. Con sdegno pure. Bollata a vita, marchiata a fuoco con il divieto assoluto di avvicinarsi a qualsiasi piscina, fiume o pozzanghera, pena la gogna nella pubblica piazza. Oltre a questo, ha la vista di un cavallo coi paraocchi. Se ti nuota a fianco può travolgerti senza batter ciglio, passa come un caterpillar, ti smembra le braccia con le pinne e prosegue indisturbata verso la sua meta. All' occorrenza si trasforma in luccio di mare perdendo cosi la vista frontale e travolgendoti nuovamente, sempre senza proferire scuse. al terzo contatto ravvicinato, mi giro a guardare Terry e lo interrogo a tal proposito : "Ma..ma non mi vede? Ma non ce l' ha la maschera?" Lui attraverso il boccaglio mi risponde "Si ma lei ha quella di carnevale"..stò per soffocare! La grotta riecheggia, gli altri Snorkies riemergono per guardarci.
Finita l' avventura nel Cenote, Stephanie è dispersa, incrociamo Lui che la cerca tra i cessi e il banco delle mute, ma di lei non c'è traccia..l' ultima sua frase, che verrà usata come epitaffio sulla tomba che conterrà una maschera e due pinne sarà quella proferita nella grotta del Pipistrello "andiamo via di qui, ci sono troppi animali". Il sacrificio dei Maya assicurerà il buon raccolto per un altro anno.


Nessun commento:

Posta un commento