venerdì 22 febbraio 2019

I tropici birmani: NGWE SAUNG, paradiso ancora per quanto a lungo?


16-20 febbraio 2019

Raggiungere la Birmania via mare dovrebbe essere l' unica soluzione possibile per entrare nel paese. Questo pensavo stamattina mentre correvo sul bagnasciuga della kilometrica spiaggia di Ngwe Saung. Se io fossi il Ministro del turismo, dicevo tra me e me, non permetterei che si perdesse l' opportunitá di avere l' impressione di approdare in una terra inesplorata, accolti da una lunga lingua di sabbia dorata, delimitata da una fitta foresta di palme da cocco. La Birmania ricalca ancora, chissá per quanto a lungo, l' idea di tropico che abbiamo noi occidentali, e che altri paesi hanno ormai perduto: solitario, silenzioso, paradisiaco.


Per rovinare tutta questa bella e promettente prefazione, diró che arrivarci é un mezzo incubo e in più di un' occasione, mi sono chiesta se fossi davvero salita sul bus giusto. Comunque, giusto per dare due dritte: il bus da Yangon a Ngwe Saung parte dalla bus station piu piccola e vicino al centro, che porta il nome di Dagon Ayar. Il tassista probabilmente vi porterá nel piazzale principale, da una compagnia con autobus abbastanza malandati, che vi chiederá 10.000kyats, ma se girate l' angolo troverete la Aircon Express, che fornisce un servizio migliore e a prezzi piu contenuti, 6.000 Kyats, anzi un cartello informa che stranieri e locali pagano uguale!
Adesso posso continuare a fare la guastafeste e spendere parole per descrivere l' ultima ora tortuosa di sali e scendi in mezzo ad una foresta fitta di alberi e capanne, dove il mare non si palesa mai una volta, neanche in lontananza!


Oltre a questo, voglio portare l' attenzione sul supplizio inflitto dal conducente, nel propinarci 6 ore di canzoni melense birmane, accompagnate da video sdolcinati, dove lui e lei si incontrano, lei fa la difficile, ma poi finalmente poggia la testa sulla spalla di lui! ..Oddio questo capitolo ho rischiato di non finirlo..una enorme noce di cocco é passata a fianco al mio lettino alla velocitá della luce e si é tuffata in piscina!
Dicevo..nonostante l' orrore delle latrine birmane resterá comunque impresso nella mia mente, cercheró di dimenticare, con l'aiuto del canto degli uccellini sui rami degli alberi, le onde perfette e il bagnasciuga kilometrico e compatto, su cui fare lunghe passeggiate al tramonto.


C'é di piu. É che in posti come questo, ancora poco interessati dal turismo, alcuni resort sono sorti nelle vicinanze della spiaggia, circondati da improbabili ma efficaci prati all' inglese, palme da cocco e appartamenti con il tetto di paglia. Qui gli Occidentali tornano ad essere quello che sono, dismettono gli abiti coprenti che fino a ieri indossavano per poter accedere ai templi e non urtare la sensibilitá dei locali, smettono di volersi mischiare alla gente del luogo e non hanno piú tutta quella voglia e gioia di salutare i birmani con l' onnipresente Mingalabar.


Qui gli Occidentali tornano ad essere i bianchi in vacanza, con le noci di cocco da bere a fianco al lettino, con i bikini e i prendisole trasparenti per andare a far colazione a bordo piscina. I locali invece stanno raggruppati in una tendopoli di ombrelloni scoloriti, tra cani, motorini sulla spiaggia e costumi integrali dalle caviglie al collo. La loro parte di spiaggia é un tripudio di bottigliette di plastica, lattine, immondizia varia. E loro ci stanno in mezzo, incuranti.
Questo avviene molto molto distante dai resort. E fa storcere il naso agli occidentali, che si avventurano lungo la spiaggia, in cerca di poetica passeggiate.


Perché fa paura questo disinteresse, perché fa immaginare un altro regalo meraviglioso della natura che viene deturpato e distrutto dalla scelleratezza dell' uomo. Comunque, non voglio tediare con l' ennesima analisi dell' ovvio. A tutti rompe le palle che non si abbia cura di ció che di bello abbiamo, come giustamente mi fa notare Marco, che ho trovato qui ad attendermi in spiaggia, anche la Sicilia non era tanto diversa fino a qualche hanno fa, ( lui é di Messina), poi cambiano le coscienze, cambiano anche i fondi che i governi stanziano per queste cose, cambia il senso civico. Non resta che sperare e nel frattempo goderne il piú possibile, visto che noi ci siamo capitati ora che é ancora un bel posto.


Le giornate trascorrono nel relax e nella quiete. Dopo il girare frenetico su autobus, motorini, strade polverose e centinaia di pagode, ci si sveglia all' alba, quando l' occidente dorme sotto la sua zanzariera e si va a correre in spiaggia, al fresco del mattino, mentre il sole cerca di irradiarsi da dietro agli alberi.


Gli asiatici sono giá schierati per le foto del mattino, alcuni in pigiama, prima di ritirarsi come vampiri quando il sole conquista il cielo. Il bagnasciuga é solido e compatto, le falcate si allungano e i resti di piccole meduse blu con i capelli, si asciugano sulla sabbia. Piccole lumachine, intrappolate dentro le loro conchiglie oblunghe, svaniscono nella rena, un momento prima che l' acqua si ritiri. Quando dopo la colazione ritorno in spiaggia, le capannine con i lettini sono deserte, e lo resteranno fino al pomeriggio, regna il silenzio, le ciambelle di gomma ricavate da vere camere d' aria di grosse ruote, restano abbandonate sotto il sole, con i loro beccucci arrugginiti che nessuno vuole rischiare di piantarsi nella schiena.


Il cielo é terso, si sente solo il mare. Una sfilata di venditrici, con i loro piatti ricolmi di cibo sulla testa, si dirige verso est, dove troveranno i locali a cui vendere le loro pietanze. Durante il giorno il mare si allontana, la spiaggia, che al mattino misurava circa 40 metri di estensione prima di venir toccata dall' acqua, nel pomeriggio misura ben oltre il centinaio di metri. Si legge, si fa il bagno, si passeggia, si gode di quella sana noia che tanto si disdegnava da bambini e che adesso, troppo impegnati, rimpiangiamo. Intanto dall' Italia arrivano notizie variegate: Virginia Raffaele accusata di Satanismo, Patty Pravo come Predator, la demolizione del Ponte Morandi2..


La sera io e Marco raggiungiamo il vicino villaggio a piedi, talvolta passando dalla spiaggia, oppure camminando lungo l' asfalto, nella quasi completa oscuritá. La luna in questi giorni é grande e piena e quando rientriamo illumina i nostri passi. Ogni sera cambiamo ristorante, anche se i menú offrono pressocché le stesse proposte: polpi, calamari, gamberi, molluschi e 2 o 3 qualitá di pesce fresco, Red Snapper, Kyoko e Barracuda. Marco si intestardisce a farsi grigliare il pesce, da buon siciliano lo vuole vedere, constatare che sia fresco, poi si incazza quando arriva in tavola eccessivamente cotto e con tagli lungo il corpo.


Una mattina si mette d' accordo con un ristoratore di nome Myu Myu e si fa portare al mercato, per scoprire se esistono altre qualitá di pesce. Compra uno sgombro, che lui identifica piu come un palamito e un kyoko. La sera Myu Myu ci serve il primo grigliato e il secondo al vapore, il tutto accompagnato da insalata di foglie di té e da verdure saltate.


Dopo 5 giorni di relax, nulla facenza, sole, mare e buon cibo, sento che arrivato il momento di rimettermi in viaggio, quantomeno per sfruttare i miei ultimi giorni birmani, cosí lascio Marco alla spiaggia e mi faccio portare al villaggio da un mototaxi per 1000 kyats, mi lascia all' ufficeto Aircon Express e con altri 6.000 kyats torno a Yangon, da cui, con la stessa agenzia prenderó un nightbus per Mawlamyine (o Moulmein) per 6500 kyats.

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