13 Marzo
Questa mattina sono tornata all' isola a fare colazione , in macchina, davanti all'oceano che si infrange sulle rocce nere, stanotte ho fatto una micro passeggiata intorno all' ostello e sentivo la furia del mare incazzato che rimbombava per le strade..
Oddio..sono seduta fuori dal mio cottage qui alle Grampians ed è appena passato un canguro davanti a me saltellando..ma chissene frega delle descrizioni, della terminologia, delle scelte stilistiche da adottare per descrivere tutto quello che vivo e mi passa accanto, la verità è che qui la natura vince, su tutto, o almeno lotta per rimanere quello che è sempre stata, selvaggia e imprevedibile. Da quando ho direzionato la macchina verso i monti non ho smesso di fare incontri, in questo momento sento il rumore di zampette e denti che strappano l'erba e ci divide solo una siepe..o sono zombies che si nutrono o sono canguri!
Mentre guidavo ieri, dicevo, su questa strada che passava in mezzo agli alberi mi sono sentita di procedere lentamente..poco più avanti sul lato destro della strada c'era un wallaby dritto sulle zampette che mi guardava..mi sono fermata, l'ho fotografato, poi con tre salti ha attraversato e me lo sono trovato sul lato sinistro della vettura, che mi guardava ancora..ho continuato con la meraviglia negli occhi finchè ne ho visto un' altro, continuando verso Dunkel ho scorto da lontano in mezzo alla strada una figura rossiccia a 4 zampe, ma stavolta non era un marsupiale, questo era un daino bellissimo che ha trottato veloce nel bosco..ho continuato a pensare se fosse stato possibile, finchèTim del Tim's place dove alloggio nel cottage n°6 insieme a Tina (Germania) mi ha detto che da quelle parti c'è una riserva quindi non ho sognato..mi sembrava di aver visto il dio cervo della principessa Mononoke!
Poi quasi arrivata ad Halls Gap sono stata costretta ad una sosta forzata da un gregge di pecore che sculettava in mezzo alla strada, finchè il Farmer Bob con il suo quad non è venuto a farle spostare, e loro mi hanno guardato ebeti come un gruppo di sbarbine mi guarderebbe entrare in un locale bypassando la fila!
Alle 4 mi sono inerpicata per il trail che dal centro della cittadina (un general store, una gelateria, un negozio di souvenir, un ristorante di hamburgher e gli immancabili cessi pubblici!) arriva fino ai Pinnacles, in 3.2 km di salita tra rocce e gradini di ferro..ho sudato tutti i liquidi che avevo in corpo, sono arrivata in cima, paonazza, con le chiappe sulle spalle e ho allargato le braccia alla vista dello strapiombo su tutto quel verde intorno.
La discesa è stata una goduria, anche perchè iniziava a tramontare il sole e sono usciti a salutarmi 2 pappagallini rossi e blu che mi hanno fatto penare per essere fotografati perchè continuavano a saltellare di ramo in ramo, e quasi in fondo..fruscìo tra le foglie..vedo un culetto scuro che si nasconde dietro ad una roccia..e due paia di orecchie lunghe appartenenti a una coppia di wallabies..sto iniziando a farci l' abitudine..o no?
Stamattina invece ho preso la macchina in direzione Horsham..dopo un pò che guidavo sono entrata nuovamente nell' incubo della devastazione..ho proseguito per 36km in mezzo ai tronchi carbonizzati di ettari infiniti di bosco su ogni lato, mentre alla radio di Ballarat (località che raggiungerò domani) una musica marziale accompagnava lo scempio..Dio..che silenzio...è incredibile come la natura violentata riesca a toccare l'anima delle persone, a cambiare gli umori, a ridurti in uno stato di sottomessa accettazione, qui l'uomo non c'entra, qua è il caldo che uccide, dando origine a roghi improvvisi, e in un attimo tutto si fa cenere.
Impossibile non pensare al piacere di guidare in una strada semi-deserta tra le fronde degli alberi, impossibile immaginare quanto brutto sia stato percorrerla sperando di vedere che avesse una fine..e ad un certo punto, come era cominciata è finita..di nuovo il verde. Quello che mi consola, è che ho visto nuove foglie verdi farsi spazio tra quel nero dei tronchi carbonizzati, il Victoria tornerà come era.
Ma basta con la tristezza, ho già detto che mentre andavo a fare la doccia oggi pomeriggio mi sono trovata davanti un giga Kangaroo? Bisogna che inizi a trovarmi altri animali sennò iniziate a farci l' abitudine anche voi!
Per riacquistare il buonumore decido di martoriarmi con qualche altra camminata sui tanti sentieri che queste montagne offrono e per non smentirmi arrivo al Wonderland carpark nell' orario più fresco, le 13! Ne affronto prima uno da 1.1 km e ritorno, e poi decido di scendere fino a Halls Gap, la cittadina dove è situato il Tim's place, ben cosciente che poi dovrò tornare indietro a prendere la macchina e guidare di nuovo fino a valle, praticamente un'idiozia! Parto, il cartello dice 3.2 km, belli belli belli, anche perchè all' andata, siccome parto dall' alto è quasi tutta in discesa, poi al ritorno, quando sarò già distrutta dal caldo e dal mal di piedi sarà tutta una fantastica scalata! Ora, mi rendo conto che una mosca sola sia ben poca cosa rispetto agli sciami che mi molestavano al King's canyon più di 3 anni orsono.. https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7981183700253708338#editor/target=post;postID=7249970357772865092;onPublishedMenu=allposts;onClosedMenu=allposts;postNum=2;src=link..ma giuro, non c'è possibilità di fuga, non mi molla un secondo, quasi portandomi alla follia, io tra l' altro sono nota per essere calma e razionale e difficilmente perdo la testa..si...inizio a imprecare e a parlare con la piccola maledetta che ci tiene a farmi sentire il suo fastidioso rumore nelle orecchie, dove cerca di entrare di continuo, fortunatamente non incontro nessuno e nessuno capirebbe la mia lingua perchè sono capace di esclamazioni piuttosto colorite all' occorrenza.
Quando arrivo in fondo, faccio coscientemente l' errore madornale di togliermi le scarpe, sapendo che poi non vorrò rimettermele, ma ahimè non c'è altra possibilità, mi vergogno anche solo a pensare di cercare un passaggio in auto per wonderland, quindi riinfilo gli scarponcini e riparto. Ora c'è da informarvi di un particolare che in pochi conoscono della sottoscritta, a meno che non abbiano avuto la sfortuna di viaggiare insieme, io, mi costa un grande sforzo ammetterlo, non ho il minimo senso dell' orientamento!
Dopo appena 5 minuti di pausa riparto per lo stesso sentiero a ritroso e dopo il primo passaggio che ricordo di aver fatto perchè trattasi di una scala con ringhiera, inizio a chiedermi se non abbia sbagliato strada, il fatto curioso è che è impossibile che sia così, perchè non c'è un' altra strada, eppure io non la riconosco! Addirittura torno un pezzo indietro per vedere se percorrendolo a scendere mi si muove qualcosa nei reconditi recessi della memoria, ma niente..allora risalgo con il terrore di trovarmi poi in mezzo ai monti mentre il sole tramonta e il freddo si fa pungente..per fortuna dopo un pò appare un cartello e mi rincuoro, con ritrovata fiducia trotterello fino al carpark come se niente fosse, ma vi prego di tenerlo a mente nel caso un giorno vi trovaste a chiedermi un informazione e decideste di credere che io sia attendibile, non è così, ignoratemi o quantomeno prendete la direzione opposta a quella che vi indico, e soprattutto, aggravante da non sottovalutare, siccome sfoggio anche una discreta presunzione nel sostenere di sapere dove mi trovo, non fate l'errore di ascoltarmi, assecondatemi magari, ma poi agite di testa vostra!
ovvero : preparativi ad una vita da immigrati per chi vuole trasferirsi all' estero anche dopo i 18 anni
martedì 18 marzo 2014
lunedì 17 marzo 2014
#MountGambier#PortMacDonnell#Portland#PortFairy
12 Marzo
Ultimamente ho adottato la tecnica di raggiungere la mia meta giornaliera verso metà pomeriggio per fotografare i luoghi di interesse al tramonto, con quella bella luce drammatica che accene i toni del verde e del rosso e la mattina, quando le ombre sono ancora lunghe e il fresco dell' aria rimane imprigionato nello scatto. questa ovviamente sarebbe la teoria..poi riuscire a farlo, è tutto un altro discorso..
Fatto sta, che appena mollato lo zaino in ostello ( stasera mi fermo a Port Fairy, solo perchè a Portland, no Oregon! non c'era posto), mi precipito al ponticello che mi permette di arrivare all' isola di Griffiths Island.
L' aria è frizzantina dopo la pioggia di ieri quindi una bella camminata fa piacere per accelerare un pò il metabolismo, e poi non c'è solo il lago blu da vedere ma anche il vicino leg of mutton e un' antica torre eretta da un qualche illustrissimo governatore del sud australia che è la scusa per arrampicarsi fino al punto più alto e godere della vista. Quando scendo a valle occasionalmente inbrocco senza volere la strada giusta per proseguire il mio viaggio verso il Victoria, di solito ogni mattina ci metto un pò a trovare la giusta direzione perchè gli Australiani coi cartelli stradali sono un pò avari. Dopo qualche km però ci ripenso..non so quando mi capiterà la prossima città degna del nome, il mio armadio è ridotto ai minimi termini quindi forse è meglio fare una lavatrice, nel frattempo potrei cercare qualche cartolina o qualche magnete..e alla fine esco da un negozio di home decor con pirottini da cupcakes, bottigliette e altre cagate che poi dovrò spedire a casa via nave come fatto in precedenza da Perth con i libri che ho finito di leggere..per ora non me ne preoccupo, stanno nel cofano della Lancer!
Riimbocco la strada per Port Macdonnel, indicato come il punto più a sud dello stato del South Australia, dove come ieri percorro una bellissima strada panoramica costiera tra scogliere sbocconcellate da vento e oceano e onde che farebbero la gioia di tanti surfisti se solo ce ne fossero..(anche la mia di gioia a quel punto!)
Mentre mi posiziono col cavalletto sulla sabbia sotto la scogliera vedo la mia ombra riflessa a terra..con decine di piccole ombre che mi svolazzano intorno, alzo gli occhi sui pantaloni, ahhhhhhhhhhh..le mosche col pungiglione, una mareaaaaaa..scappa scappaaaaa!! tiro calci in aria mentre risalgo sulla strada, apro la portiera lancio macchina e cavalletto e mi fiondo dentro, nessuna è riuscita ad entrare ma sono la fuori che sbattono contro il vetro assetate di Valentina..stavolta non mi avrete bastarde!
Sulla strada incontro un piccolo cimitero con vecchie tombe quadrate ricoperte di sassolini rossi o bianchi, alcune cintate da basse ringhiere ormai arrugginite, alcune da palizzate di legno che si sono aperte al suolo, gli epitaffi sono altamente descrittivi " Bruce beneamato marito di Mary, amato padre di Craig, Bobby, Kerry e Haydn, adorato nonno. Andava a pesca" oppure Stuart "Stu" 39 anni, passato a miglior vita in pace a casa dopo una dura battaglia (probabilmente cancro), amato e devoto marito di JO (che ha ancora la lapide intonsa nella tomba matrimoniale) eroico e adorato papà di Morgan. Il fatto di visitare cimiteri non venga visto come atto irrispettoso o morbosa fissazione per tutto ciò che riguarda la morte, essendo io una cultrice della rappresentazione del teschio in ogni sua forma; quanto un ulteriore avvicinamento alla cultura della gente che abita il luogo in cui mi trovo, senza giudizio alcuno.
Sulla strada per Nelson due aquile ispezionano dall' alto la campagna circostante in cerca di cibo, e il South Australia mi ringrazia per la visita perchè entro finalmente nello stato del Victoria, queste zone sono state scoperte nel 1800 dall' ammiraglio Nelson a bordo della sua Endevour che avevo già incontrato sulle coste del Queensland, nell' Est Australia.
La Princes Hwy scorre dritta in mezzo ad una foresta di abeti altissimi, è bellissimo essere su questa unica e sottile lingua di asfalto rubando lo stretto necessario al bosco che esplode di verde, quindi per continuare coi paragoni, il Victoria potrebbe essere un paesaggio montano, con le temperature e le meraviglie di un mondo costiero..sono li che mi riempio gli occhi di tanta magnificenza, quando ad un tratto il paesaggio cambia e mi ritrovo come in un brutto sogno a proseguire per la stessa strada di pochi minuti prima con intorno però solo devastazione e morte, quello che prima era alto, verde e rigoglioso ora non esiste più per lasciar spazio ad un grande vuoto, al grigio della cenere e tanti moncherini che si levano a pochi centimetri da terra..disboscamento? Non può essere di questa entità, è raccapricciante essere piombati in questa desolazione muta che echeggia decesso, devio in collina, con la mascella serrata, i denti stretti pensando allo scempio, poi vedo cenere e tronchi bruciati, corpi ammassati di alberi ormai defunti, mi arriva un' immagine del telegiornale, aerei sulle fiamme, il Victoria brucia, Mimmo che mi scrive di non partire perchè l' Australia è in fiamme per il troppo caldo..ecco qua..questo è il Victoria che bruciava in quelle immagini alla tv con i Canadair che tentavano invano di contenere le fiamme...
Anche la radio mi ha abbandonato ormai da tutto il giorno, nelle nuove stazioni parlano senza fine e mi annoio a sentire dibattere sulla prossima riunione dei rappresentanti di stato in cui si metterà al voto la possibilità di cambiare bandiera, come fece la Nuova Zelanda e abbandonare la vecchia Union Jack, secondo alcuni ormai lontana dall' attuale identità australiana. Penso a tutti gli uomini e ragazzi incontrati finora che portano tatuata addosso l' Australian flag..poi alcuni interventi telefonici mi fanno intendere che tanti australiani sono fieri di quello che invece rappresenta, della storia che c'è dietro a quel drappo di stoffa bianco rosso e blu..e che diamine, i miei Aussie pants sono ancora attuali!
Finalmente arrivo a Portland, ma ahimè, non ci sono sistemazioni a budget limitato disponibili, perciò mi toccano ancora 50 minuti di Highway per arrivare a Port Fairy, mai scelta più azzeccata..
Stanotte mi tocca il dorm 2b con 4 letti ma solo un' altro oltre il mio è occupato: c'è un casco integrale, una giacca da moto marca Matador e un paio di scarponcini da trekking n°41, penso ad un uomo piccolo, magari spagnolo, invece al momento di coricarmi entra un donnone australiano che mi racconta di girare il paese da 4 mesi su una moto postale ( si qui i postini hanno una specie di ciao con 4 bisacce per contenere la posta), partenza da Sydney ha attraversato l' outback fino ad Alice Springs, poi ha raggiunto la costa ovest fino a Perth e come me è scesa per il SouthAustralia, non credo abbia attraversato il Nullarbor Plain..come detto in precedenza 2000 km di nulla, sennò probabilmente non sarebbe qui a raccontarmelo ma a sfamare diversi avvoltoi, infine è entrata nel Victoria e da Melbourne chiuderà il cerchio rientrando a Sydney.
Mi informa che sta pianificando di venire in Europa il prossimo Marzo e fermarsi 18 mesi (spero non con i motorino), non riesco a non chiedermi che lavoro faccia ma poi penso che devo smetterla di guardarla in termini economici, ci sono altri modi per vivere che non lavorare per ammucchiare soldi e si iniziano ad eliminare tutte le cose superflue di cui ci circondiamo, i bisogni veri e propri si riducono al nutrimento, il riposo e la conoscenza...si imparano tante cose in un viaggio lowcost!
Clap along if you know like happiness is to you
sabato 15 marzo 2014
#Kingston#noJamaica#Robe#Beachport#Millicent#MountGambier#Bluelake
11 Marzo
Ore 8:30 del mattino, ho già lasciato la stanza numero 5 del pub-hotel-ristorante di Kingston e guido lungo l' oceano.. dalle nuvole si formano delle piccole trombe d'aria che non arrivano a toccare l' acqua..ha piovuto un pò stanotte, la strada è bagnata..
Guido fino a Robe, c'è una piccola passeggiata lungo la scogliera di terra rossa, che porta ad una spiaggia coperta di conchiglie e gusci di lumache che il sale ha lavato e lisciato e trasformato in strette spirali bianche e verdi come resti di strane mattonelle avvitate, la cittadina successiva è Beachport, tutte hanno un faro ma questa ha una scenic road di 8 km tra sali scendi e scorci meravigliosi, l' Australia è piena di queste baie di sabbia fine tra vegetazione e rocce, e onde che si infrangono contro le scogliere, mangiando, graffiando e sbocconcellando fino a creare punte, becchi, cavità che l' acqua accarezza e colma per pochi istanti prima di ritirarsi e lasciare spazio ad altra acqua.
E ogni posto che vengo a visitare è solo mio, senza nessun altro intorno, ho sempre la sensazione di avere un privilegio raro a guardare quello che incontro lungo il mio viaggio, come se nessun altro l' avesse visto prima o lo potesse vedere dopo di me. Inizia a piovigginare, affondo i piedi nella sabbia gialla di un' altra spiaggia che vede solo me, e mi mostra le sue piante strane che sventolano sulla rena, non ci sono altre impronte che quelle che lascio io, nessuno viene qui.
Oggi faccio poca strada, ho deciso di fermarmi a Mount Gambier a vedere il lago Blu, formatosi circa 5000 anni fa dopo l' eruzione del un vulcano che attualmente contiene le acque del lago. Ed ora un pò di nozionismo: il cratere del lago Blu è una struttura chiamata Maar che consiste in un bordo di basalto e cenere, rimasti in superficie dalle precedenti eruzioni.
Il cratere, formatosi in due ravvicinate ma differenti eruzioni, appartiene a uno dei più giovani vulcani d' Australia. In un periodo che va da 40 milioni e 15 milioni di anni fa (oh..così dice la legenda..non me lo sto inventando!) questa zona era coperta da un mare ricchissimo di forme di vita, i resti degli animali accumulati sul fondale hanno contribuito alla formazione di questo particolare tipo di calcare ( Gambier limestone). Circa 5000 anni fa la lava fuoriuscì in superficie attraverso alcune fratture nel calcare, colò e si solidificò formando uno strato di basalto scuro di circa 20 metri.
La falda acquifera filtrò attraverso la bocca del vulcano e si convertì in vapore incandescente quando entrò in contatto con la lava. La pressione sprigionò grandi volumi di gas che lanciarono rocce e lapilli contro lo strato di basalto, facendolo franare dentro la bocca del vulcano. L'esplosiva eruzione depositò strati di calcare e cenere e rocce fino a formare l' attuale cratere, dopodichè il livello dell' acqua si ripristinò dando così vita al lago Blue, che ogni anno, a seconda del periodo passa da una colorazione grigia intensa ad una gradazione incredibile di blu.
Dopo tutto questo sforzo scientifico, ci tengo a sottolineare che il blu è il mio colore preferito, e quindi rimango ore ad osservare la superficie dell' acqua, e tutti i contorni di questo cerchio ricco di vegetazione che lo contiene, ci giro intorno, come fanno quelli che abitano qui per tenersi in forma o portare a spasso il cane, poi faccio ritorno alla mia prigione..si perchè stanotte dormo in un ex carcere..pensare che all' inizio l' avevo scambiato per un ex convento..le cellette ci sono..poi forse ho trovato strano che i frati avessero il passa vivande tipo alcatraz e ho iniziato ad insospettirmi..davanti ad alcune celle poi c'era un piazzale spoglio di cemento e sollevando gli occhi al cielo, cosa che dovrei fare più spesso, mi sono accorta che c'era una rete, grata, struttura metallica che ne ricopriva la superficie..quindi quella dove cucino non è la ex cappella dove si riunivano i buoni fraticelli, ma la mensa della gattabuia..ottimo! Ah vedi che forse forse gaol significa che stò ar gabbio! Si imparano sempre parole nuove..forte sto inglese!
giovedì 13 marzo 2014
#VictorHarbor#PortElliot#Goolwa#Strathalbyn#Wellington#TailemBend#Meningie#Kingston S.E.#SouthAustralia
Il lunedì di festa della Adelaide Cup, gli Australiani agonistici di bowling, vengono a Victor Harbor a sfidarsi, in completo bianco su tappeto verde facendo rotolare delle bocce colorate che non sono proprio rotonde ma piu piatte ai lati, come delle specie di ruotine. Le regole sono uguali a quelle della bocciofila di Cartosio, o di Mura dello Zerbino, ma non ho visto nessuno tentare la "bocciata" per togliere il punto all' avversario, al massimo cercano la collisione tramite rotolamento, ma diciamo che quando una boccia è ben piazzata sul pallino, la partita è bella che decisa! Cosa fondamentale..non è un gioco per vecchi!
Rapita da cotanto sforzo sportivo mi incammino sul lungomare da cui parte un pontile lungo e curvo che porta direttamente a Granite Island, anche raggiungibile su un tram trainato da un cavallino, che però va a passo di lumaca perciò faccio prima a piedi e risparmio 7 dollari!
Sull' isola vive una colonia di pinguini che di giorno è in mare a pescare e al tramonto rientra sulla terra ferma a passare la notte, ma visto che sono le 11 del mattino non mi resta che fare il giro ad anello lungo la costa. Nell' antico nome aborigeno l' isola si chiama Kaiki ed è legata a storie risalenti al tempo del sogno che riguardano le balene australi, che dalle sue coste si possono osservare da giugno a ottobre, grazie al granito di cui è fatta, l' isola è riuscita a sopravvivere a centinaia di anni di erosioni ed eventi geologici, mentre tutto intorno il limestone si sgretolava e diventava parte della spiagge di Encounter Bay, così battezzata perchè qui l'8 Aprile 1802 si incontrarono la nave Le Geographè della flotta francese del Capitano Nicholas Bauden e la Investigator della flotta inglese capitanata da Matthew Flinders.
Come ogni isola che si rispetti è spazzata da forti venti che hanno contribuito a dare alle scogliere forme affascinanti, ogni angolo, assembramento di rocce, stelo d' erba e guizzo di blu mi appare così meraviglioso da farmi fermare in continuazione a scattare foto peggio di una nipponica e il sentiero completabile in 40 minuti diventa una marcia longa di quasi 2 ore!
Lo stomaco dice la sua e quindi parto spedita con il mio passo assetto running perso la Lancer che custodisce il mio pranzo. Magra scoperta quando apro la scatoletta di salmone, che costa più del tonno e appuro che lo confezionano con ancora la pelle e una miriade di spine..va dritto dritto nella rumenta..è ora di mettersi in marcia perciò risalgo la costa verso Port Elliot, Goolwa e torno all' interno passando da Strathalbyn, Wellington e Tailem Bend, ridiscendo verso il mare saltando a piè pari Meningie, e decido di raggiungere Kingston prima del tramonto, sperando sia un pò più grande delle cittadine passate finora, il fatto è che sulle cartine alcuni nomi sono scritti più grandi e mi da l' illusione che siano centri un pò più abitati, invece il più delle volte sono piccoli paesini con una pompa di benzina, un hotel che fa anche ristorante e un Iga (market) o quando mi va di lusso un Coles o un Woolworths che sono le catene più grosse, e l'immancabile ufficio postale..e i cessi pubblici! Questi ultimi 100 km sono stranissimi come paesaggio perchè la strada scorre lungo la costa ma direttamente a fianco non c'è l'oceano, bensì una massa di terra salata oltre la quale c'è della terra emersa e poi l'oceano.
Queste pozze, o laghi salati sono prevalentemente grigiastri a parte uno all' altezza di Tailem Bend che è rosa, e anche se adesso è solo sale e non acqua, ha la superficie increspata come una reminescenza di onde, immagino che poi in una stagione meno secca di quella attuale, sempre che ci sia, queste masse di sale diventino veri laghi..forse..comunque, tra varie considerazioni e la radio (mix 102.3) che mi accompagna da Adelaide con canzoni d' amore che mi fanno un pò piagnucolare, arrivo a Kingston..una pompa di benzina, un hotel che fa anche ristorante, e che per fortuna ha una singola ( capirai chi cacchio ci viene a Kingston, forse uno che voleva andare in Jamaica è ha sbagliato a prenotare il volo, ammesso che qui ci sia un aereoporto..) e un Iga,l'immancabile ufficio postale..e i cessi pubblici!
Mi mangio un cesto di gamberi, cappesante e affini fritti insieme alle patatine mentre il ricordo di un pezzo alla radio mi fa ancora lacrimare..una vecchia del tavolo a fianco si avvicina per chiedermi se è tutto ok, mi giro con la bocca piena, lo sguardo da vitello e le dico sputazzando pezzi di fritto :" si, è che è troppo buono!"
#Cleland#Wildlife#park#southaustralia#wallabies#koala#FleurieuPeninsula#VictorHarbor#Hanhdorf
10 Marzo
Il profumo della pancetta sale su per le scale dell' Anchorage hotel che mi ha ospitato stanotte, quando a sole già tramontato mi sono presentata alla cameriera chiedendo di un ostello per backpackers (viaggiatori zaino in spalla). Mi trovo a Victor Harbor, in fondo alla Fleurieu Peninsula, e l'unico ostello si trova a Port Elliot, 5 km più su, il fatto è che ho beccato un altro di quei weekend lunghi, stavolta la scusa per fare festa è la Adelaide cup, corsa di cavalli seguitissima per cui l'intera città si ferma e rimane col fiato sospeso. Anche se qui non siamo nella capitale si fa festa ugualmente perciò pare sia arduo trovare un letto, in effetti io non ho questo problema visto che mi viene proposta l' ultima singola al prezzo di 35 AUD invece che 55, solo perchè sono dannatamente figa!(in realtà è tutto merito della estrema disponibilità australiana..)
Come sono arrivata qui? Sono andata a ritirare la macchina noleggiata qualche post fa, che doveva essere mini e invece è una Mitzubishi Lancer, una berlina gigante amaranto fiammante! Senza aver studiato un particolare tragitto, ma sapendo solo che ho 13 giorni per arrivare a Melbourne che dista tra gli 800 e i 950 km a seconda della strada che deciderò di fare, inizio con il prendere la Glen Osmond road che mi porta alla freeway South Eastern M1, la prima vera autostrada degna di questo nome, (le altre già citate sono Highway, nostre strade regionali con però limite di 110 km\h). Le distanze sono umane e dopo appena 16 km esco già in direzione Cleland Wildlife Conservatory Park, ho letto che mi fanno abbracciare un koala e siccome nel 2010 nel Queensland non mi è riuscito perchè i cuccioli erano stressati da eccesso di affetto, non ci penso due volte.
Ovviamente anche questa volta mi va male, il cartello recita " to hot to handle " e così me ne sto, maledicendo i 34° di questo 9 marzo, in cui volevo mandare degli auguri speciali a mia sorella, costringendo un koala a dire in video "Buon compleanno Splaffy!".
Le emozioni non mancano comunque, perchè passo la maggior parte del pomeriggio tra una colonia di Swamp Wallabies, che dopo le prime titubanze vengono a vedere che razza di bestia sono. Questi piccoli canguri marroncini-rossicci hanno un musetto adorabile, gli occhietti scuri scuri e non so se sia la bocca o l'espressione ma sembra che sorridano; quando camminano si appoggiano sulle zampette anteriori, che sono proprio manine e portano avanti le posteriori, altrimenti saltano usando solo le zampe posteriori e la coda per bilanciarsi.
Mi siedo per terra ad osservarli, alcuni si alzano sulle zampe per guardarmi meglio, poi uno si avvicina, mi gira intorno e mi si ferma a fianco, mi volto piano per non spaventarlo e mi annusa i capelli, poi la guancia, sento il musetto che mi tocca la faccia e visto che abbiamo rotto il ghiaccio scatto qualche foto.
Lascio il parco e prendo la highway per passare in mezzo ai paesini, come Hanhdorf il più antico insediamento tedesco esistente in Australia, recita il cartello, in effetti oltre alle classiche costruzioni vittoriane che caratterizzano tutti i paesini, ci sono anche degli edifici più in stile bavarese e le vetrine sono piene di boccali, soldatini di legno colorati con baffi e barbette posticce e scritte di Schnizel e Hb e gelato che è italiano ma è comunque sempre più vicina alla Germania che non all' Australia!
La strada mi porta a sud fino a Strathlbyn passando per colline verdi e gialle con laghetti e mucche al pascolo, e se il panorama del Western Australia era caratterizzato da file di alberi lungo la carreggiata, ipoteticamente più paragonabile a certe strade nella campagna toscana (ovviamente è un' altra cosa, è solo che il cervello umano è abituato, DEVE fare paragoni!),terra più rossa o gialla, qui nel South gli spazi sono molto più aperti, verdeggiante e rigogliosa ha meno alberi ma distese di campi a perdita d'occhio, ondulati e morbidi come una campagna Piemontese.
Entrando a Victor Harbor mi accoglie la polizia, che alle 19 di domenica sera ferma le auto per testare il consumo di alcool o droga..alle 19..di domenica sera...vabbè...io risulto positiva..sono drogata d' Australia.
martedì 11 marzo 2014
#Adelaide#Artgallery#biennal of #australianArt#SouthAustralia#festivalState
Arrivo a Perth in serata e ritrovo Andy e James seduti a bordo piscina come sempre, non ci vuole molto a convincere un Irlandese e un Inglese ad andare al pub per qualche pinta, ne a trascinare un' italiana ad una sala biliardo anche se non ha mai preso una stecca in mano. Il giorno dopo per festeggiare, James mi mostra una parte di Perth che ancora non ho visto, mi fa bere la Dr. Pepper e fare colazione alla maniera anglosassone tra tentativi vani di farmi rimanere fino al weekend. Invece il giorno dopo, alle 4 del pomeriggio lascio i 38° di Perth in maglietta e calzoncini per arrivare ai 21° di Adelaide completamente inebetita dal freddo. Mi concedo un taxi perchè il cervello si rifiuta di collaborare nella ricerca di un autobus dall' aereoporto al centrocittà e comodamente scendo davanti al Backpackers Oz . Stavolta mi capita un dormitorio misto e i miei compagni di stanza sono due tedeschi, uno identico al mio amico Dastolone e un italiano che conoscerò la mattina dopo e con cui passerò i due giorni successivi in giro per spettacoli, si perchè come già detto in precedenza le botte di culo mi permettono di arrivare ad Adelaide nella settimana in cui ci sono i suoi eventi più importanti: il Fringe festival, il Womadelaide con spettacoli di musica, danza e teatro al femminile, l' Adelaide festival e l'Adelaide Cup.
Quindi la mattina del 7 Marzo scopro che il freddo era un bluff e la temperatura si avvicina ai 30°, raggiungendo i 34 di domenica quando scapperò dalla capitale dello stato del South Australia per rifugiarmi sulle Adelaide hills.
Ma veniamo alla città, bella, rilassata e culturalmente attiva, con musei ad ingresso libero e gallerie d' arte dove mi imbatto nella biennale di arte australiana che ha per tema "Dark Hearth", una visione noir in cui vari artisti si esprimono, chi trattando il tema spinoso degli aborigeni e della terra depredata, chi semplicemente reinventando orologi a cucù che osservati da lontano si mostrano come tnti teschi bianchi. Su un tavolo rettangolare è ricreata una bandiera australiana fatta di bossoli, proiettili e cartucce.
La mia giornata prosegue al giardino botanico per poi arrivare nel Rundle Mall, la via pedonale e assistere ad un divertentissimo spettacolo di una coppia di funamboli Israeliani Uri e Noa Weiss, con una pronuncia esilarante che ad un paio di metri di altezza mimano la loro storia d'amore tra piroette e prese mozzafiato, sulle note di Total eclipse of the heart di Bonnie Tyler, mentre lei gli schiaccia i maroni ogni volta che risale in posizione eretta e lui la tiene a penzoloni con i piedi sotto le ascelle. Alla fine dello spettacolo entra in scena una piccina di forse 2 anni che come la mamma rimane in perfetto equilibrio sulla mano del papà e quando il pubblico applaude si stringe nelle spalle e abbassa la testa con quella vergogna tipica dei bimbi, intenerendo l'intera platea.
Tornata in ostello Manuel viene a bussare alla mia camera invitandomi a condividere una pasta con salsiccia italiana comprata al mercato centrale, dopodichè usciamo a vivere la notte Adelaidense, tra pub, silent disco con cuffie wireless per lanciarti in balli sfrenati senza che gli altri sappiano su quale ritmo ti stai muovendo e un' occhio sconcertato sulla gioventù australiana e i palpeggiamenti del posteriore che pare siano usanza diffusa e tollerata. Ci tengo a specificare che non ne cado vittima, altrimenti sarei a scrivere le mie memorie su un rotolo di carta igienica della prigione di stato, ammesso che abbia diritto ad averlo un rotolo intero...
sabato 8 marzo 2014
Alla fermata del #bus
4 Marzo
Seduta nel gabbiotto della South West Coach line di Margaret River penso che vorrei scrivere e che non riesco a raccontare, perchè sogno che il mio non sia soltanto un viaggio fatto di passi ma anche un girovagare tra testa e cuore. Ma realmente è necessario fare tanta strada per stare soli con se stessi? Si se la strada è quella che vuoi percorrere, che significato ha per me guidare per km "inland" se non quello di entrare in questa terra nel profondo, di sentirla sotto la pelle, di respirarla, non voglio più girarmi alla prossima folata di vento, non voglio chiudere gli occhi, ma prenderla in faccia questa terra rossa d' Australia e portarmela in giro nel naso e nei capelli.
La pelle mi muore addosso, secca, cotta, e non mi lagno, non perchè non c'è nessuno che mi ascolti, sono seduta qui da 3h e 10 e mancano ancora 40 minuti al mio bus, una volta avrei considerato perso questo tempo, adesso no, è tutto tempo che dedico ai miei pensieri e loro sono capaci di andare avanti senza sosta, devo solo starli ad ascoltare, alcuni dicono cose buone, altri stupidaggini, ma siamo concordi sul fatto che ci sentiamo al sicuro qui.
Il pullman arancione scarica frotte di bimbette e ragazzini di ritorno da scuola, li invidio perchè vivono qui, ancora non mi abituo al fatto che alcuni vadano in giro senza scarpe, dicono sia la libertà, ma stò divagando..Cosa si fa quando non si è felici dove si stà ma si è felici dove si è?
Mentre ero al volante ogni giorno pensavo a grandi discorsi da fare a qualche eminente personalità del governo per convincere il paese a darmi la cittadinanza, con tanto di promesse sulla mia operosità, ma non c'è nessuno da convincere se non me stessa, e l' Australia non è fatta di parole ma di azioni e possibilità, basta volerle cogliere, loro sono disposti ad aiutarti per guadagnarti il tuo posto, nessuno da convincere se non i miei piedi a camminare su queste strade, il mio stomaco a mangiare da questi piatti, le mie mani a toccare questi animali, i miei occhi a vedere queste stelle, la mia lingua a parlare questa lingua, la mia voce a pronunciare queste parole, la mia pelle a bruciarsi ogni giorno per poi spellarci il giorno dopo.
Ascolto una canzone tutti i giorni che conosco da prima di nascere e che capisco solo adesso " How does it feel to be without a home like a complete unknown like a rolling stone?" ma è un' altra la frase che mi rimbomba in testa " when you got nothing you got nothing to lose". Perchè mi sento in colpa a pensarla così, a chi devo rendere conto con questa colpa? Famiglia?
Ma non è forse vero che i figli sono frecce e i genitori sono archi e che ad un certo punto queste frecce vanno scoccate in qualche direzione? Chi la sceglie la direzione? E chi tende l'arco per definire la distanza? Ce la farebbero gli archi a non spezzarsi se una delle frecce sfruttasse una corrente ascensionale e andasse ben oltre la distanza prevista? Il legno ha sentimenti? Gli alberi sono vivi, il salice piange, da quale albero è stata ricavata questa freccia? A volte la mia testa dice solo :" fallo e basta! ".
Foto: Dark heart - biennale di arte australiana in mostra presso Adelaide Art Gallery
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