sabato 17 novembre 2018

Il Drago sputa fuoco di Da Nang


11/11/2018
Ancora incredula della precedente giornata trascorsa, tento di bissare la fortuna, raggiungendo Da Nang e il suo ponte del Drago che ogni fine settimana alle 21 sputa fuoco e acqua dalla bocca.
In realtà la città non offre molto, anche se pare che stia diventando il punto di riferimento centrale del paese, tra Hanoi al nord e Saigon a sud. Mi sveglio quindi presto, abbandonando a malincuore il letto nel dormitorio deserto, dove ho goduto di sonni tranquilli e mi imbarco sul bus delle 8, che per me non ha la branda, perché ho prenotato appena mezz’ora prima della partenza, pregando in ginocchio la giovane agente di non farmi aspettare fino al bus delle 13. Mi accontenta, ma farò il viaggio seduta su un gradino e stoica, rifiuterò il posto che l’autista vuole togliere ad un ragazzo locale per far star comoda me! Arrivata al Secret Garden, il mio ostello, me la prendo comoda, visto che per oggi ho in programma solo lo spettacolo del drago.


Fuori fa davvero molto caldo, quindi preferisco oziare al fresco dei condizionatori. Quando arrivano le 17 mi incammino verso il ponte, così da fotografarlo con la luce del giorno e poi illuminato a festa per la sera. Certo dopo un po’ di foto e aver scelto la postazione ideale per lo spettacolo, i dintorni offrono ben poco. Girello un po’, ma a parte un pontile costruito ad arte per avere una bella visuale sul ponte, che sicuramente sarà il luogo ideale prediletto da cinesi e turisti, quindi stracolmo e inaccessibile e una copia del Merlion di Singapore, che in questa versione ha la testa di drago ( merlion è la crasi di mermaid=sirena e lion=leone.


Questo probabilmente sarà il Merdragon.,che suona anche poco complimentoso..), non c’è altro da vedere. Decido allora di andare a cena, anche se sono solo le 18, non è mica la prima volta che qui in Vietnam mangio ad orari assurdi! Scelgo un locale in legno, terrazzato sin cui offrono piatti cucinati al BBQ, quindi ordino dei gamberi all’aglio, involtini di maiale ripieni di verdure e formaggio e dei paninini fritti con dentro carne e verdure.


La tiro avanti per un’ora e poi me ne vado. Il drago è già super splendente di colori cangianti, dal blu al verde, dal giallo al dorato, il traffico sul ponte impazza, io raggiungo la mia postazione, con le spalle al lontano Mar della Cina.


Aspetto, aspetto, aspetto. Nel frattempo intorno a me compaiono le solite seggioline  di plastica blu e rosse, il banchetto di turno che offre bevande e smangini e la ragazza che strilla ai motorini di parcheggiare da lei, previa consumazione. Io ho fissato il cavalletto fronte drago, mi chiederà di spostarmi alle 21 meno 5, perché impallo lo spettacolo ai suoi clienti? Arrivano i bus dei cinesi, si fermano, fanno tutti la stessa foto, non sorridono neanche, poi risalgono sul bus e se ne vanno. La zona si popola, ma la mia presenza, in piedi con treppiede e macchina non sembra scalfirli. Si aggiungono a me due orientali californiane e una coppia da qualche paese indiano. Tutti ridono quando gli dico che sono lì da due ore. Alla fine arrivano le 9. Il traffico sul ponte si ferma. E comincia a piovere. Il drago sputa quattro fiammate di fuoco. Poi si ferma, cambia colore e sputa fuoco altre 4 volte.


 

Poi spruzza acqua, tanta acqua, si nebulizza e ricopre tutto, ma non è altrettanto entusiasmante. Nel giro di 5 minuti è tutto finito. Raccogliamo le attrezzature e ci salutiamo. Sotto il ponte un’allegro folto gruppo di giovani fa cerchio intorno a dei coetanei che suonano canzoni ritmate e allegre, con chitarre, chitarrine e una cassa di legno che fa anche da seduta.


Sembra di essere in una puntata di “Fame”. E tutti cantano Forever, forever, foreveeeer, forever, forever, foreveeer..” con le facce felici e sorridenti.
La città, lo scopro adesso, è tutta illuminata e le luci dei palazzi si riflettono sull’acqua, insieme alle barche, anch’esse luminose e ai grattacieli che hanno una vasta gamma di sfondi. Un ponte in lontananza si colora di arcobaleno, le scultura sul lungo fiume si stagliano sinuose contro il luccichio della riva opposta. Torno a dormire nel mio loculo de lux, serena e contenta di come passano le mie giornate.


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