venerdì 9 novembre 2018

La città incantata, il lingotto più grande del mondo e i Buddha imbalsamati



29-30/10/2018
È l’ora di salutare Rueifang, la cittadina anonima per eccellenza, che se non avesse una stazione del treno non se la cagherebbe nessuno (e forse già lo fanno), e la simpaticissima host tutta sorrisi, figli nipoti e il morbidissimo gatto. Alla fine si è dimostrata un’ottima base per perlustrare le due coste del nord, anche se, con l’intento di raggiungere Taipei, oggi è meglio avvicinarsi e passare una notte a Keelung, un po’ più cara.


Prima però non si possono perdere le cittadine di Jioufen e Jinguashi, una perche ha ispirato il grande Miyazaki per il suo film animato “la città  incantata”, ricreando i suoi vicoletti stretti e cosparsi di ristorantini e case da the, dove i genitori della piccola Chihiro, vengono trasformati in maiali,  mentre si abbuffano di prelibatezze, dalla potente maga Yubaba.
L’altra perché fu un importante località mineraria, costruita dai giapponesi, dove si possono visitare le antiche dimore restaurate e godere di panorami stupendi dall’alto della montagna a forma di teiera.


Il 788 ferma prima a Jioufen, ci metto un po’ per capire quale direzione devo prendere..non è segnalato bene e non so leggere le mappe in cinese. Alla fine trovo l’imbocco, proprio nell’esatto istante in cui, i pullman turistici, vomitano fuori dalle porte centinaia di cinesi, giunti in massa come le anatre, che ben si riconoscono per i loro pittoreschi comportamenti, quali scaracchiare senza ritegno, tirar su col naso e parlare senza fine ad alta voce. Quasi impossibile fare una foto senza trecento cinesi nell’inquadratura. Ovviamente il gadget più gettonato qui è lo spirito Senza-Volto del film.


In 5 minuti arrivo alla fermata di Jinguashi..i soliti 15 per capire dove dirigermi ed entro nella cittadina ricostruita ad arte,  c’è anche un museo dove si può fare l’esperienza di setacciare il terreno, arricchito di polvere d’oro dal personale,  per provare l’ebrezza di essere fortunati e ammirare il lingotto più grande del mondo. Sulla collina opposta ci sono anche i resti di un bel tempio memoriale e la giornata senza nuvole regala splendidi scorci sull’oceano. 



Arrivata  a Keelung, sogno le focaccine ma non posso perdere tempo a far la coda neanche oggi, mollo lo zaino e ritento quel che non mi è riuscito ieri, e cioè visitare il museo sulla collina che pare racchiudere in un grande spazio aperto, bellissime sculture di un artista locale. L’unico modo per raggiungerlo è con un bus navetta gratuito che c’è solo due volte al giorno, ma è troppo tardi, perciò devo optare per un taxi. Quando arrivo a destinazione, un gatto mi informa che il lunedì è giorno di chiusura, perciò rincorro il taxi e per evitare che l’eterno viaggio fino a Jinshan si riveli inutile, non mi resta che ripiegare sul vicino cimitero, dove sono custodite le spoglie di Teresa Teng, la più famosa cantante asiatica conosciuta nel mondo. 



Vicino alla sua tomba c’è una grande tastiera musicale che si può suonare con i piedi e gli autoparlanti diffondono le note delle sue 10 hit più amate.
In lontananza, incendiato dalla luce del tramonto, splende un gran deposito di zio Paperone tutto d’oro, sogno anche io di tuffarmi nelle monete, così mi avvicino per vedere quanto costa un tuffo. Scopro a malincuore che nasconde tutt’altro. 



Il gentile inserviente inizialmente mi dice che è un posto dove si celebra la vita, io quindi penso ad un tempio moderno, visto anche il Buddha nella sala centrale, e le riproduzioni in c’era di Buddha realmente esistiti in India ( un po’ inquietanti!),  poi però quando chiedo se posso visitare i piani superiori mi dice che li ci sono le salme, perciò capisco che non è ne un deposito di zio Paperone, nè un tempio! 



Saluto e ringrazio e torno in città, dove giusto in tempo riesco a vedere il tramonto sui faraglioni in mezzo all’ oceano.



 Non è andata così male in fondo, posso tornare a Keelung e mangiare le ultime tipicità ancora non assaggiate: la frittata di ostriche (puah!), un differente tipo di ravioli (Gnam!) e delle palline fritte dolci spolverate di parmigiano (insomma..insomma!)














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