giovedì 22 novembre 2018

Nha Trang, devastazione e Russi



19-20-21/11/2018
Il Vietnam del sud è scosso da una tempesta tropicale.
Alcuni villaggi vicino a Nha Trang sono stati colpiti duramente da acqua, venti, frane e collassi e piu di 10 persone hanno perso la vita.
Lo scopro qui a Nha Trang, che ho raggiunto ignara di tutto, dopo aver trascorso 4 notti a Quy Nhon senza poter godere di molto, a causa delle continue pioggie. Il fatto è che, nonostante l’intensità delle precipitazioni, non ci sono stati problemi li e ne ho approfittato per riposarmi e rimettermi in sesto con l’aiuto di un avvincente romanzo di oltre 400 pagine.


Poi peró mi sono stufata e sono andata a prendere il treno. Sulla linea abbiamo collezionato il solito ritardo di circa 1 ora e mezza, ma i panorami che ho potuto veder sfilare dal finestrino, finchè c’è stata luce, erano veramente meritevoli dei sorrisi che mi hanno indotto.
Se non bastasse, a rendere unico il viaggio, ci ha pensato un terremoto di bambina che per 4 ore non è mai stata ferma, bellissima e buffissima, faceva di tutto per attirare la mia attenzione e farsi guardare.


E per l’ultima ora ho avuto come compagna di sedile una anziana signora che anche se non parlava la mia lingua, mi ha fatto capire che ero strana perchè ho il naso lungo. Effettivamente guardando gli altri passeggeri del vagone ho notato che avevano tutti dei nasi molto piccoli.
Appena scesa a Nha Trang si è scaricato un 10 minuti di acquazzone, cosi ho preso un taxi fino all’ostello. Il dormitorio al primo piano era pieno, cosi ho passato la notte da sola in quello del secondo piano. Ed è stato proprio Hai Son, il proprietario, a raccontarmi dei tremendi giorni precedenti il mio arrivo.


Questa mattina invece splendeva il sole, cosi ne ho approfittato per noleggiare una moto con l’intento di spingermi a Nord alle belle spiagge di Cam Rah, ma lungo la strada ho trovato un disastro. Inizialmente solo tanta polvere e sabbia che mi si infilava negli occhi, nonostante gli occhiali da sole, anche questi pazzi furiosi non rallentano neanche con l’acqua e il fango per terra, che infatti ho incontrato poco dopo.


L’intera carreggiata era ricoperta di fango e radici, ho dovuto fermare ls moto per disincastrare una liana dalla pedalina. Più andavo avanti e piu peggiorava la siruazione. Camion enormi in continuo andare e venire, carichi di detriti tolti dalla strada. Finchè la carreggiata é diventata unica per i due sensi, perche quella a lato monte era completamente invasa da enormi roccie e da interi alberi. Ovviamente c’è stato di che imprecare, perchè nessuno, per nessun motivo arresta la sua folle corsa, anche se non ci si passa. Mi hanno fatto davvero incazzare oggi.


Quando procedi lentamente perchè ci sono pochi centimetri di strada sgombra e il resto è fango scivoloso, o un fiume d’acqua, o pietre sulla careggiata, tu strinzo che procedi in senso contrario, ti vorrai fermare per evitare che mi ammazzi? Quanti Cristi e Madonne e quante maledizioni! In un’ora abbondante, sotto il sole cocente arrivo in vista del mare, ma è uno scempio, spazzatura ovunque e detriti portati dal mare. Non è proprio giornata da spiaggia. Meglio tornare indietro. La situazione dei resort sul mare è tragica. Finalmente, sporca di polvere e sabbia riesco a tornare in città e mi fermo lungo la spiaggia cittadina.


Qui hanno gia pulito ma il mare è nero ed inavvicinabile. Resto a respirare un po di brezza all’ombra di un albero. Poi decido di andare a visitare Po Nagar, il tempio Cham con le sue torri rosse, di mattoni sovrapposti senza collanti.
Anche a Quy Nhon, prima si andare al treno, ne ho visitato uno, ma molto piccolo, con solo due torri. I Cham erano di religione Indù, si dice di origini Maleyo-Pilinesiane, che arrivarono in queste zone dal Borneo. Abitarono le zone centrali del paese e le testimonianze del loro impero sono sparse tra Laos, Vietnam e Cambogia. È anche vero che non ebbero granchè fortuna con i vicini, trovandosi a fronteggiare attacchi cinesi, giavanesi, Khmer e Dai Co Viet.


Questo perchè il potente regno Champa fioriva grazie ai commerci di sete, spezie, avorio e aloe, tra Cina, India, Indonesia e Medio Oriente. Quando arrivo al tempio capisco subito che sarà dura avere foto senza intrusi, ma mi sento di accettare la sfida anche stavolta e studiando qualche escamotage, riusciró nell’impresa. Per tornare in ostello percorro il ponte panoramico sulle acque del fiume Cai, tra un traffico allucinante, in cui devo ritagliarmi un angolino e finire inglobata nella corrente che mi trascina fino al centro di Nha Trang.


Nha Trang la Russa. Non si capisce perchè, ma è stata eletta succursale ufficiale di Mosca e quindi lungo le sue strade è una sfilata di donnoni massicci, bianchicci e biondicci. Gli uomini ricoprono il clichè del truzzone, spesso e decerebrato, con la testa quadrata e la mascella serrata, oppure del lungagnone losco, con l’occhio scaltro e la sigaretta sempre in bocca. Quel che è certo è che di figone bionde, alte due metri e col fisico statuario, qua, non ce ne sono.
Mi informo sulla situazione metereologica e Hai Son mi consiglia di allontanarmi dalla costa, visto che la nuova ondata di maltempo tornerà a picchiare su Nha Trang ( e sui Russi ) da Venerdi (23/11). Quindi è deciso..niente mare per me, mi rifugio nelle verdi valli di Da Lat, tra fragole, ortensie e cascate.


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