domenica 11 novembre 2018

In giro per la vecchia Hanoi



01-02/11/2018
La notte in ostello comincia presto, per recuperare le ore di sonno perse negli ultimi giorni di Taiwan, e finisce presto. Alle 6:30 inizia il movimento delle colazioni e alle 7:30 mi alzo definitivamente dal letto,  rassegnata.


Porto un po’ di biancheria in lavanderia e vado verso il lago. Lungo il bordo dell’acqua ci sono dei bimbi  piccoli, vestiti di giallo, in gita con le maestre. Fanno un balletto tutti insieme e poi, in fila procedono verso la loro destinazione. Più avanti un gruppo di anziane in cerchio si cimenta nella Macarena, nel Mambo e nel risveglio muscolare al suono di rap truzzo americano.


Mi allontano verso il cuore della vecchia città coloniale francese, con le tipiche abitazioni a galleria, strette e lunghe, ideate per evitare di pagare le tasse sulla superficie di facciata che dava sulla via, sparse tra le 36 vie commerciali del quartiere, ognuna con un nome corrispondente all’articolo venduto. Lungo la strada mi imbatto in alcuni templi, molto semplici eppure eleganti, spesso desertine piacevolmente quieti, mentre in strada impazza il traffico. I timpani ringraziano per il sollievo, lontano dai clacson incessanti.


 I Vietnamiti alla guida si trasformano. Non è che diventino aggressivi, solo che per loro i pedoni non esistono, i semafori non esistono, quindi il traffico è un flusso continuo e l’unico modo per attraversare è andare e schivare. Come mi ha detto diverse volte Abed ieri, coi motorini non c’è problema, basta andare e ci pensano loro, con le macchine non lo fare.
Il fatto è che a volte ti passa la voglia di attraversare per raggiungere il posto in cui vuoi andare, ti senti lo smog addosso e la testa ti scoppia. Domani proverò a girare con i tappi nelle orecchie.
A parte questo, la città mi piace molto, cammino tantissimo e riesco persino ad arrivare in un punto dove la rotaie del treno passano tra le case.


La tappa successiva è il mausoleo di Ho Chi Minh, amatissimo rivoluzionario, politico e presidente del Vietnam. La struttura è austera come da stile comunista, è piantonata da guardie in uniforme bianca armate di fischietto per riprendere chi supera la delimitazione anche solo con un piede. Subito dietro c’e l’abitazione di Ho Chi Minh presidente, il giardino, l’ufficio e le auto.
Mentre tento di fare una foto ad un’albero con frutti enormi, una vecchia signora cinese, molto sfarfallante e leggiadra mi chiede se le faccio un book fotografico; in pratica lei sceglie lo sfondo e mentre io scatto cambia posa, nel suo atteggiarsi a candido fiore leggero e sinuoso. Porta un vestito viola, con cappellino annesso e scarpette con tacco basso. La sua bocca rossettata mi dice che viene da Beijing, che è stata in Italia e che c’è il cibo buono e i bei vestiti..capirai!
Il problema è che ogni volta mi ringrazia per gli scatti, ma visto che io procedo dietro di lei, dopo pochi passi le viene in mente che ha nuove pose da sfoggiare e così sono di continuo a immortalarla. Appena si presenta un bivio vado nella direzione opposta alla sua e la semino, per poi ritrovarla all’uscita, richiamata da una venditrice vietnamita a cui ha rifilato meno soldi di quanto doveva!


Ho energia ancora per visitare il vicino tempio buddista e la pagoda ad un solo pilastro e si erge sopra un piccolo stagno, poi distrutta dalla giornata infinita, mi infilo in un bar a scolarmi una birra. Mi concedo una cena a case di riso saltato con gamberi, uova e cipollotto, servito dentro un mezzo ananas e torno nel carnaio del traffico fino al mio ostello. Confido nella civiltà delle mie compagne di stanza per avere un po’ di quiete, anche se lo scetticismo è ben fondato.


 Il giorno seguente sveglia sempre alle 6:30, decido di dedicare la giornata allo studio della prossima tappa, è necessario perché la tendenza comune è cercare di fare pagare più del necessario, quindi bisogna comparare le varie offerte, indagare e soprattutto cercare opinioni da chi è già stato dove voglio andare. Mentre mi riposo le orecchie intorno al lago mangiando un panino, si siede vicino a me Ariel, un ragazzo israeliano, così cominciamo a parlare e scopriamo di alloggiare nello stesso ostello, e che anche lui domani parte per Cat Ba, decidiamo quindi di comprare il biglietto del bus insieme dal nostro ostello e faremo il viaggio verso Halong Ba insieme. Bene! Due teste sono meglio di una per la ricerca della crociera giusta che ci porterà intorno alle isole della baia diventata una delle 7 meraviglie naturalistiche del mondo!




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